Joseph Nicolas Robert Fleury, Tiziano defunto davanti alla pala dei Frari, Anversa, Museo Reale
WILLIAM BARCHAM
Tiziano rivisitato nell’Ottocento tra invenzione e finzione, mistificazione e apoteosi
Lunedì 12 agosto 2024 ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore
Fra i vari fenomeni artistici a distinguere la pittura veneta/veneziana nell’Ottocento è quello della inaspettata rianimazione—quasi la resurrezione—della figura di Tiziano. La Serenissima Repubblica era caduta nel 1797, Venezia stessa conquistata dai francesi per poi finire in mano agli austriaci fino al 1866 con un brevissimo interregno di indipendenza nel 1848-1849. Tanti dipinti, compresi quelli di Tiziano fra molti altri, uscivano dalle collezioni private locali per necessità economiche delle vecchie famiglie patrizie. Ma lungo il secolo parecchi artisti stranieri arrivavano in città lo stesso per studiare l’arte del genio da Pieve di Cadore. Nello stesso tempo, gli imperatori a Vienna sostenevano a Venezia delle commissioni di opere d’arte con soggetti attorno agli eventi sulla vita e la morte di Tiziano. Così il mecenatismo asburgico metteva in risalto il suo legame storico con la cultura veneziana con lo scopo di convalidare il dominio politico dell’impero austro-ungarico.
Passando per una serie di opere d’arte francesi, inglesi, austriaci e italiani, questa presentazione mette in evidenza non solamente quali dipinti di Tiziano spiccavano all’epoca fra i più studiati, amati e copiati ma anche come il pittore stesso venne mistificato e trasfigurato nell’Ottocento per assumere uno status a Venezia parallelo a quello di Dante a Firenze nello stesso periodo, cioè, un simbolo di amor patria.
William Barcham studia l’arte di Giambattista Tiepolo ormai da decenni, e con Catherine Puglisi, collega e consorte, ha indagato sulla figura del Cristo passo nella storia dell’arte veneziana. L’interesse di Barcham per le tradizioni religiose della Serenissima l’ha spinto a scrivere una biografia di Federico Cornaro, vescovo della Chiesa e mecenate di Gianlorenzo Bernini a Roma a metà Seicento.
Lungo gli anni di studio, Barcham si è profondamente innamorato della città di Venezia stessa, la conseguenza del quale è che ultimamente ha diretto i suoi studi sul vedutismo veneziano. Ma non su quello del Settecento (un campo dove ha già pubblicato vari saggi ecc nel passato), invece dell’Ottocento, il secolo quando la Serenissima non c’era più. E studiando l’Ottocento, Barcham ha notato che nel secolo quando mancava il doge, è inaspettatamente riapparso la figura di Tiziano, o almeno è nato il fascino dei pittori dell’epoca per dei momenti chiavi nella vita del pittore cadorino. L’intervento di stasera è frutto di questa ricerca recente.
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