Lucas Vostermans da Rubens, Battaglia delle Amazzoni, incisione, 1623, Pieve di Cadore, Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore
Un “ponte” con Tiziano: la Battaglia delle Amazzoni di Rubens incisa da Lucas Vostermans
L’ultima acquisizione della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, che viene ad arricchire la sua importante raccolta di stampe di e da Tiziano, è assolutamente straordinaria non solo per le sue dimensioni, ma anche per gli attori coinvolti.
L’incisione, stampata da sei lastre su fogli incollati insieme, misura infatti circa 87.3×123 cm e raffigura la Battaglia delle Amazzoni. Le iscrizioni apposte sulla stampa ci forniscono le informazioni essenziali: “Lucas Vostermans fecit” a sinistra ci dà il nome dell’incisore, il quale intorno al 1618 entrò a far parte della bottega di Peter Paul Rubens, che aveva avviato ad Anversa un’impresa, per trarre incisioni da un certo numero di suoi dipinti, alle quali venivano aggiunte lunghe dediche a personalità importanti dell’epoca, in questo caso Alethea (o Aletheia) Talbot, che insieme al marito Thomas Howard, conte di Arundel, mise insieme un tale numero di opere d’arte da collocarsi tra i più grandi collezionisti del tempo.
L’incisione, datata 1623, è chiaramente tratta dal dipinto di Rubens con la Battaglia delle Amazoni, conservato all’Alte Pinakothek di Monaco, del 1615 circa.
Il tema è la battaglia tra Teseo, re di Atene, e Talestri, regina delle Amazzoni, sul ponte del Termodonte, il fiume sulle cui rive, secondo la leggenda, vivevano queste donne guerriere. Due piani sono stati creati dall’artista attraverso il motivo del ponte su cui si svolge la battaglia. L’incisore riproduce fedelmente l’opera di Rubens, seppure alla rovescia come usuale in questo tipo di stampa di traduzione, ma allora bisogna domandarsi da quale fonte abbia preso ispirazione il pittore per quell’idea, dominante nella composizione, del ponte che fa da perno, col vuoto che crea al centro, alla frenesia della battaglia che si svolge sopra e alle masse di corpi cadenti ai lati. È qui che dall’ombra di un secolo prima spunta l’idea ingegnosa di Tiziano.
Al giovane artista cadorino era stata commissionata dal governo della Repubblica nel 1513 una “battaglia” per la Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale, terminata solo nel 1538 e sfortunatamente bruciata nell’incendio del 1577. Il soggetto è al centro di un complesso dibattito critico, interpretato di volta in volta come Battaglia di Chiaradadda, di Spoleto e infine, e questa ipotesi ha prevalso, come la Battaglia di Cadore, in cui nel 1508 Massimiliano I fu sconfitto dall’esercito della Serenissima.
Quando Rubens giunse a Venezia nel 1600 per studiare i capolavori di Tiziano, Tintoretto e Veronese, il telero con la Battaglia era già perduto e ci si chiede su quale materiale figurativo abbia potuto contare. Le fonti individuate sono, essenzialmente, un’incisione di Giulio Fontana, datata 1569, dall’originale perduto, una stampa anonima in unico esemplare all’Albertina di Vienna e la copia su tela degli Uffizi attribuita a Leonardo Corona che può derivare anch’essa dall’originale, prima della sua distruzione.
Il motivo dominante resta, però. quel magico ponte al centro e allora non va trascurato il fatto che Rubens possedeva, come si desume da un suo inventario, lo splendido disegno preparatorio di Tiziano, ora al Louvre, per l’intera composizione della sua sfortunata Battaglia.