A tu per tu con Tiziano: il politico Averoldi si può ammirare a Brescia
Tiziano Vecellio, Polittico Averoldi, 1520-1522, Collegiata dei Santi Nazaro e Celso, Brescia
Per la ricorrenza dei cinquecento anni (1522) dalla consegna del polittico Averoldi alla Collegiata dei Santi Nazario e Celso di Brescia da parte di Tiziano, la Parrocchia ha allestito un macchinario che permette al pubblico di salire fino a sette metri per ammirare il capolavoro del pittore.
L’iniziativa, denominata A tu per tu con Tiziano, nasce dall’idea e con la cura di Davide Dotti. Al contempo il cinquecentenario è l’occasione per far conoscere la storia con notizie inedite sul polittico commissionato dal legato pontificio bresciano Altobello Averoldi.
L’intervento di Marco Carminati sul Domenicale del Sole24ore del 29 maggio scorso, presenta ai lettori la storia circostanziata del capolavoro, dalla quale si evince come vi fosse grande attenzione verso le opere di Tiziano ancora prima della consegna ai committenti. È il caso del S. Sebastiano del primo registro a destra dell’opera, già oggetto di ammirazione perché ricorda il prigione michelangelesco, tanto da dare origine a un tentativo di raggiro ai danni del committente Altobello Averoldi in favore di Alfonso I d’Este, disposto ad offrire al pittore una grande somma pur di assicurarsi l’opera.
Fortunatamente ci fu un ripensamento da parte del duca di Ferrara e l’affare non si fece, così nel maggio del 1522 il polittico, compresa la tavola di S. Sebastiano, fu sistemato esattamente dove oggi si ammira.
La storia non finisce qui perché da documenti d’archivio del 1765 emerge che l’opera fu venduta dai Canonici della Collegiata al console inglese John Udney per l’enorme cifra di mille zecchini d’oro. La contrarietà dei bresciani e dei parrocchiani fu tale da dare origine a due versioni dei fatti: una racconta che fosse stato chiamato in causa il capitano veneziano, costretto a dichiarare l’opera di proprietà dello Stato e in quanto tale, il polittico divenne inalienabile; l’altra narra che i parrocchiani ricorsero al giudizio del tribunale, il quale sentenziò che, poiché Altobello Averoldi aveva donato il capolavoro alla Parrocchia e non al Capitolo, quest’ultimo non ne era il proprietario e quindi non possedeva il titolo per venderlo.
Oggi come ieri i parrocchiani rinnovano il loro prezioso legame con il polittico di Tiziano e offrono al pubblico un’occasione unica per vederla in modo ravvicinato nel luogo deciso dal committente cinque secoli fa.
Un’opportunità che sarà possibile cogliere fino al 3 luglio prossimo. Per maggiori informazioni: