Le Marie Maddalene di Tiziano tra repliche e varianti


Tiziano Vecellio, Maddalena penitente, collezione privata

A Palazzo Martinengo di Brescia è in corso una mostra che celebra la bellezza femminile nei secoli, dal titolo Le donne nell’arte: da Tiziano a Boldini. L’opera di Tiziano che apre l’esposizione è un olio su tela raffigurante una Maria Maddalena, che viene presentata come una delle molte varianti del modello conservato alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. L’opera appartiene a una collezione privata tedesca e viene esposta in Italia per la prima volta.

L’esposizione è un’occasione per proporre un breve approfondimento sul tema delle Marie Maddalena, che contribuirono ad accrescere la fama del pittore cadorino, e che sono oggetto di un’attuale ricerca del Centro Studi.

Maria Maddalena dipinta a mezzobusto in un paesaggio è un’invenzione di Tiziano destinata a un grande successo e a una straordinaria diffusione, tanto che il primo modello dipinto nel 1531 sarà ripetuto fino agli anni ’60 con repliche e varianti. Committenti, destinatari e supporter sono i grandi nomi dell’epoca: Federico Gonzaga, Alfonso d’Avalos, Vittoria Colonna, Isabella d’Este, Alessandro Farnese, Pietro Aretino e Filippo II, per citarne alcuni.

Probabilmente le Maddalene dell’Ermitage, di Capodimonte, di Stoccarda e la Candiani sono quattro opere autografe. La prima, giunta dallo studio di Tiziano dopo la sua morte alla collezione Barbarigo e poi passata nelle collezioni di San Pietroburgo, è considerata la più eccellente e sarebbe stata il modello per le successive esecuzioni, per cui di volta in volta alla mano di Tiziano si aggiungevano quelle dei collaboratori in misura diversa.

Le dimensioni ridotte delle diverse realizzazioni, il contrasto tra la fisicità del corpo e il volto, che emana pentimento e dolore, ne fanno un genere dalla duplice funzione, sia devozionale che politica. Venivano usate dai donatori con il carattere della supplica e dell’intercessione. Neppure Tiziano vi si sottrasse e mandò in dono a Filippo II una sua Maria Maddalena accentuandone le lacrime per chiedere la riscossione di un credito di ben duecento scudi con la motivazione di dover far fronte a “li bisogni del suo devotissimo servo”.

Nel volume Le botteghe di Tiziano, Giorgio Tagliaferro affronta il tema del modello, delle repliche e delle varianti, compreso il genere delle Marie Maddalene contestualizzate nella dinamica della fabbrica di immagini di Tiziano. Come già accennato, la Fondazione Tiziano e Cadore ha avviato una ricerca sul tema. A breve verranno rivelati gli esiti del lavoro.