La ‘riapparizione’ di Tintoretto
Tra gli eccellenti restauri promossi recentemente da SAVE VENICE, va senza dubbio annoverato quello che ha fatto ‘riapparire’, si passi il gioco di parole, la pala di Tintoretto con l’Apparizione della Vergine a san Girolamo. In origine sull’altare della sala dell’Albergo nella Scuola di Santa Maria e di San Girolamo, oggi sede dell’Ateneo Veneto, la tela era di difficile lettura per la cromia alterata da un strato di vernice ingiallita e ossidata.
Il soggetto della pala, che vede protagoniste con pari dignità entrambe le figure celesti è un unicum nella storia dell’arte, e nessuna fonte agiografica menziona tale evento miracoloso. La Scuola Grande, detta anche dei “Picai”, impegnata nell’accompagnamento materiale e spirituale dei condannati a morte al patibolo, era sorta nel 1458 dalla fusione di due Scuole, intitolate rispettivamente a Santa Maria della Giustizia e a San Girolamo.
E’ stato dunque l’organismo direttivo della Scuola a chiedere all’artista, intorno al 1580, di celebrare nella pala entrambi i santi protettori. Con la sua profonda sensibilità e con il suo estro inventivo Tintoretto riesce a instaurare un’unitarietà narrativa tra i due personaggi attraverso la loro relazione spaziale e emozionale, collocando l’evento in una ambientazione naturale lussureggiante e ricca di simbolismi religiosi.
La connessione della pala con l’ambiente che la accoglieva non è irrilevante al fine di comprendere il suo messaggio, al di là della celebrazione dei titolari divini della Scuola. Essa era destinata ai governatori della Scuola e, nelle occasioni drammatiche delle esecuzioni capitali, ai confratelli che avevano il compito di confortare i condannati al patibolo, dopo aver partecipato alla messa proprio davanti all’altare con la pala di Tintoretto.
Il contributo si deve a Stefania Mason