La pala di Pieve di Cadore di mano di Tiziano
Tiziano Vecellio, Madonna col Bambino tra i Santi Tiziano e Andrea, (1560 – ante 1568), Chiesa di Santa Maria Nascente, Pieve di Cadore
“E’ motivo di grande soddisfazione per la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore” dichiara la presidente Maria Giovanna Coletti” festeggiare la ricorrenza dei venti anni di attività con un intervento permanente di tutela e valorizzazione dell’unica opera di Tiziano presente in Cadore con il restauro della pala raffigurante la Madonna con Bambino tra i Santi Tiziano e Andrea.
Il lavoro, durato due mesi, ha riacceso i colori dell’opera, riportandoli quasi come erano circa quattrocentocinquanta anni fa, quando il pittore la dipinge per la cappella di famiglia della Chiesa Arcidiaconale della sua città natale e testimonia il legame tra il pittore e la sua terra d’origine. Il luogo di destinazione spiega il carattere intimo e quasi “privato” dell’opera, nella quale il pittore si rappresenta mentre assiste alla scena sacra in uno straordinario autoritratto, simile a quello conservato al Prado, dipinto successivamente.”
Nell’edizione del 1568 delle Vite Giorgio Vasari definiva il dipinto “bellissimo” e di mano di Tiziano. Lo stato conservativo non permetteva la lettura oggettiva della cromia perché occultata da vari strati di vernici ossidate e da campiture pittoriche dovute a interventi successivi, tanto che l’attribuzione condivisa era quella di “Tiziano e aiuti”.
Le analisi fisiche e chimiche effettuate prima e durante il restauro, con la comparazione dei dati storici, lo studio del disegno preparatorio e della tecnica di esecuzione, portano ad una conferma: nell’opera vi è l’impronta inconfondibile della sola mano di Tiziano, che vi ha lavorato senza aiuti.
La pala di Pieve di Cadore entra così nel novero delle opere autografe del Maestro. Il restauro è avvenuto in piena collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso, con l’Ufficio per i Beni Culturali della Conferenza Episcopale Triveneta, con la Diocesi Belluno–Feltre, e con l’Arcidiaconato del Cadore. La consulenza scientifica è stata prestata da Stefania Mason, Enrico Maria Dal Pozzolo e da Don Paolo Barbisan. Il restauro è stato condotto da Francesca Faleschini e da Anna Sparacino.
L’operazione è stata garantita dalla generosità di Galvalux, eccellenza mondiale nel settore del colore su metallo. Il sistema illuminotecnico, che assicura le migliori condizioni di illuminazione del quadro, è stato donato da Linealight Group, azienda internazionale specializzata nel settore dell’arte.