Cesar Manrique. Lanzarote, Jardín de Cactus - Premio Internazionale Carlo Scarpa per il giardino
Cesar Manrique. Lanzarote, Jardín de Cactus – Premio Internazionale Carlo Scarpa per il giardino
Giovedì 20 luglio 2017 ore 17.00-19.00
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore
César Manrique (1919-1992), ha saputo riconoscere il valore dei propri luoghi e mettere in atto strumenti e pratiche tali da sviluppare una coscienza sociale e politica di un ambiente sino ad allora considerato povero e privo di attrattività. Il contributo di questo artista militante che, a partire dagli anni sessanta, si batte contro lo sfruttamento turistico dell’isola, proponendone un modello alternativo, ci mette di fronte alle questioni irrisolte nel rapporto tra conservazione e trasformazione nel campo del paesaggio. Manrique ha mostrato con il proprio lavoro una possibile strada, costruendo luoghi come il Jardín de Cactus, che nel loro insieme si presentano come il manifesto di un diverso modo di vivere nell’isola e di riconoscerne, con occhi nuovi, la bellezza. Il Jardín de Cactus si è insediato in una cava di picón (lapilli vulcanici, che nell’isola si usano in agricoltura) abbandonata e poi ridotta a discarica. Al suo interno, un sistema concentrico di terrazzamenti e ambienti che si inseriscono nelle pareti della cava ospita oggi una spettacolare collezione di succulente che diventano, in questo contesto, il punto di contatto dell’isola con altri ambiti geografici e colturali, in particolare con il continente americano. Un progetto che contemporaneamente prosegue, assumendo forme inaspettate e fantasiose, il lavoro di trasformazione delle pieghe e delle cavità del suolo dell’isola, con le modalità di sempre: elevare terrazzamenti, distendere superfici di cenere vulcanica, inventare forme di protezione dal vento. La sensibilità estetica di Manrique si manifesta qui, in modo particolare, in termini di lavoro di squadra, trasmissione collettiva di sapere, indirizzo di pratiche e capacità manuali animate più che da un sentimento nostalgico o ideologico di riproposizione di paesaggi tradizionali, da un desiderio di lasciare il segno del proprio tempo, compreso il piacere del gioco e di uno sguardo divertito sul mondo. Il giardino dei cactus raccoglie in sintesi, e in uno spazio ristretto, tutti i caratteri di una storia – la cultura del paesaggio di Lanzarote – che qui invita a proseguirne e rinnovarne i caratteri.
Luigi Latini, architetto paesaggista, è docente di architettura del paesaggio presso l’Università Iuav di Venezia, Dipartimento di Culture del progetto. Nel campo della ricerca su paesaggio e giardino ha lavorato presso l’Università degli Studi di Firenze dove nel 2001 ha conseguito il dottorato di ricerca in progettazione paesistica; dal 1998 collabora con la Fondazione Benetton Studi Ricerche, della quale è attualmente presidente del Comitato scientifico. Alla ricerca universitaria affianca l’attività d’insegnamento, la responsabilità di workshop di progettazione, oltre alla partecipazione e al coordinamento di convegni anche di carattere internazionale. Ha svolto libera attività professionale, nel campo del lavoro culturale e in quello della progettazione e pianificazione paesaggistica, con incarichi presso enti pubblici e istituzioni culturali, in Italia e all’estero. Dal 2010 è socio fondatore e presidente dell’Associazione Pietro Porcinai a Fiesole. Autore di numerosi saggi su giardino e paesaggio, contributi su pubblicazioni promosse da università italiane ed estere, tra le recenti opere curate: Pietro Porcinai. Il progetto del paesaggio nel xx secolo (con Mariapia Cunico, Venezia 2012) e Pietro Porcinai and the Landscape of Modern Italy (con Marc Treib, Londra 2016). Ha curato, con Domenico Luciani, il volume Scandinavia. Luoghi, figure, gesti di una civiltà del paesaggio (Treviso 1998).
Patrizia Boschiero ha una formazione in campo umanistico e musicale; laureata in Lettere all’Università Ca’ Foscari di Venezia nel 1990, ha frequentato corsi di specializzazione in redazione e coordinamento editoriale della Scuola di Editoria Piamarta a Milano (1991). Dopo alcune esperienze di lavoro di redazione con radiogiornali locali e diverse case editrici e riviste, nonché di insegnamento, dal 1992 inizia a collaborare con la Fondazione Benetton Studi Ricerche, il cui settore edizioni coordina dal 1993. Dal 1994 è curatrice, con Domenico Luciani fino al 2014, con Luigi Latini dal 2015, e con i diversi esperti ogni volta coinvolti, dei dossier monografici dedicati annualmente ai luoghi designati dal Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino; dal 2008 è membro interno del Comitato scientifico della Fondazione, nel cui ambito si occupa in particolare delle edizioni e del coordinamento delle attività del Premio Carlo Scarpa. Ha all’attivo coordinamento e organizzazione di conferenze e seminari anche internazionali legati ai diversi ambiti di ricerca della Fondazione.
Estate tizianesca. Sfogliando libri d'artista con Giovanni Trimeri
Estate tizianesca. Sfogliando libri d’artista con Giovanni Trimeri
Mercoledì 19 luglio 2017 ore 18.00
Casa Tiziano l’Oratore- Pieve di Cadore
Giovanni Trimeri è responsabile del servizio cultura del Comune di Feltre. Scrive racconti, poesie, testi teatrali e storie per bambini, canovacci per spettacoli di teatro di figura. Si interessa di scrittura verbo – visiva e di libri d’artista di cui ha curato alcune mostre, presentazioni e scritti in cataloghi. Ha collaborato a diverse miscellanee di studi e numerosi suoi interventi sono pubblicati in antologie, cataloghi d’arte, riviste e giornali. Ha pubblicato una scelta di monologhi (A portata di voce, 2010), tre libri per bambini e le raccolte di poesie: Il panico dei pollai (1991), Luoghi d’uso (2000), Geografia minima (2007), Declinazioni imperfette (2013), La vita al grezzo (2015), oltre a una trentina di plaquette d’arte con piccoli editori di qualità, tra i quali Pulcinoelefante e Il ragazzo innocuo. Sfogliando libri d’artista è una conversazione sui libri d’artista, per lo più italiani, in cui Trimeri si soffermerà su alcune opere ritenute particolarmente significative e su autori che hanno segnato questa forma d’arte. Verranno inoltre illustrati i legami con alcuni movimenti artistici, in primis, con la poesia concreta e la scrittura verbo – visiva, anche avvalendosi di alcuni multipli di artisti vari dalla metà degli anni ’60 del secolo scorso, fino ad oggi.
Boschi di carta, la fiera del libro a Pieve di Cadore
Boschi di carta, la fiera del libro a Pieve di Cadore
La fiera del libro denominata Boschi di carta, avrà luogo a Pieve di Cadore dal 21 al 23 luglio. E’ il primo festival della montagna che ospiterà l’editoria indipendente. Una serie di eventi collaterali curati da Manuela Da Cortà animeranno l’appuntamento che sarà ospitato nella piazza storica del centro cadorino e rientra tra gli eventi dell’Estate tizianesca. Presenterà la fiera Roberto Da Re Giustiniani, direttore artistico della manifestazione.
PROGRAMMA
Venerdì 21 Luglio:
Museo dell’Occhiale
Ore 10,00: Museo dell’Occhiale: “RRRR! 4R!” Laboratorio di educazione ambientale e riciclo per bambini con Editoriale Scienza.
Ore 10,30: Partenza dal Museo dell’Occhiale: “Laboratorio in passeggiata. Curiosando tra le nostre montagne” con Susanna Da Cortà.
Ore 11,30: Museo dell’Occhiale: “Le magie della super incredibile scienza. La scienza è uno spettacolo.” Laboratorio per bambini con Editoriale Scienza.
Sala del Palazzo della Magnifica Comunità:
Ore 17,00: “Dentro l’esodo. Migranti sulla via europea” di Emanuele Confortin (Antiga Edizioni).
Ore 18,15: “Al di là delle sabbie. Quando l’uomo sfida i propri limiti. Tracce di vita e popolamento nella parte più arida del Sahara”
di Régis Belleville – presentano Gabriella Gavioli e Manuela Da Cortà (Edizioni Saecula).
Ore 21,00: “Antelao in punta di piedi” di Marcello Mason – presenta Giuseppe Casagrande (Edizioni Idea Montagna).
Sabato 22 Luglio:
Sala del Palazzo della Magnifica Comunità:
Ore 11,00: “L’ultimo custode delle leggende del castello di Sorci. Storie e aneddoti tra verità e leggenda” di Amos Cartabia (Edizioni A.Car).
Ore 16,30: “Il viaggio del priore. Viaggio nel tempo nell’Italia antica” di Giuseppe Alfonso Maggi (Antiche Porte Editrice).
Ore 17,45: “Gli spalti del dio Thor. Leggende Cadorine” di Enrico De Lotto – presentano Maurizio De Lotto e Federica De Lotto; intervento di Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità di Cadore (Kellermann Editore).
Ore 19,00: “Il libro come oggetto d’arte”, intervento critico di Francesco Piero Franchi, con Manuela Da Cortà, Roberto Da Re Giustiniani e gli artisti presenti alla mostra “MagnaCarta a Pieve”. Seguirà rinfresco.
Ore 21,00: Anna Tonini e Stefano Trevisi: “Note in calce. Storie di musica e libri” – concerto con musiche di Bach e Mozart.
Casa di Tiziano l’Oratore:
Ore 11,00: “Nina, eroe di guerra cadorina. Storia di una singolare capretta nell’Anno della Fame durante la Grande Guerra” (TiPi Edizioni).Dalle 14,00 alle 16,00 nell’atrio della vecchia scuola elementare di Pieve di Cadore: laboratorio “Boschi di carta: fare un libro” con Loretta Cappanera di CappaZeta Edizioni.
Ore 16,30: “Il cavaliere e la croce. Tra Belluno e Gerusalemme al tempo delle crociate“ di Taras Stremiz (Ciesse Edizioni).Ore 17,45: “Romanzo forestale. Storie di settant’anni di riforme forestali” di Fabio Clauser – presentano Alessandro Bottacci e Giannozzo Pucci (Libreria Fiorentina Editrice).
Ore 19,00: “Il gigante dal cuore di panna. L’amicizia tra una bambina ed uno sconosciuto a Varsavia durante la 2a Guerra Mondiale” di Francesco Sturaro (Biancaevolta Edizioni).
Domenica 23 Luglio
Sala del Palazzo della Magnifica Comunità:
Ore 11,00: “Libri sul Cadore” di AA.VV. (Edizioni Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali).
Ore 16,30: “Il castrato di Vivaldi. La vicenda del cantante Angelo Sugamosto” di Gian Domenico Mazzocato (Edizioni Biblioteca dei Leoni).
Ore 17,45: “Omicidio in cattedrale. Una ricostruzione della congiura dei Pazzi” di Massimo Gregori Grgič (Edizioni Il Ciliegio).
Casa di Tiziano l’Oratore:
Ore 11,00: “Tracce di guerra alpina tra i ghiacci dell’Ortles e dell’Adamello” di Giuseppe Magrin e Mauro Novello (Edizioni Il Prato).
Ore 16,30: “Talento letale. 17 racconti sulla morte” di Federica Gaspari (Arpeggio Libero Editore).
Esposizione nel Palazzo della Magnifica Comunità:
Mostra di libri d’artista “MagnaCarta a Pieve”: Fernanda Fedi e Gino Gini –Loretta Cappanera – Florence Faval – Alfonso Lentini – Flavio Da Rold – Giorgio Vazza – Graziella Da Gioz – Eleonora Zampieri – Stefania Moretto
Esposizioni nella Casa di Tiziano l’Oratore:
“Le emozioni delle mosche” mostra di incisioni di Luciano Ragozzino con aforismi di Alberto Casiraghi.
“Sunday pages”, mostra di fumetti americani dei primi del ‘900 a cura di Silvano Mezzavilla.
LISTA EDITORI PRESENTI:
Ellin Selae, Silele Edizioni, Greco&Greco Editori, Edizioni Il Ciliegio, Arpeggio Libero, Edizioni A.Car, Bottega Errante, TiPi Edizioni, Fondazione Benetton, Antiga Edizioni, Libreria Editrice Fiorentina, Gambier&Keller Editori, Biblioteca dei Leoni, CartaCanta Editore, Ciesse Edizioni, Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali, Cierre Edizioni, Athesia, Tappeiner, Nuovi Sentieri, Saecula – Weird Studio, Edizioni DBS, Idea Montagna, Biancaevolta Edizioni, Il Prato Publishing House, Sagoma Editore, Fondazione Mostra Sarmede, Antiche Porte Editrice, Ediciclo Editore, Kellermann Editore, Fond. Centro Studi Tiziano e Cadore, AICS Comitato Provinciale Belluno
ORARI:
venerdì 21/7 dalle 17,00 alle 23,00sabato 22/7 dalle 10,00 alle 23,00domenica 23/7 dalle 10,00 alle 19,00
Pietro della Vecchia in Cadore
Pietro della Vecchia in Cadore. Un dipinto Seicentesco inedito a Valle di Cadore. Storia e restituzione
PIETRO DELLA VECCHIA IN CADORE. UN DIPINTO SEICENTESCO INEDITO A VALLE DI CADORE. STORIA E RESTITUZIONE
LETIZIA LONZI
Domenica 16 luglio 2017 ore 17.00
Chiesa di San Martino- Valle di Cadore
Letizia Lonzi, laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Udine, ha recentemente conseguito il dottorato di ricerca alla Scuola Dottorale interateneo in Storia delle Arti. Collabora con la Diocesi di Belluno-Feltre e con la rivista “Archivio Storico di Belluno, Feltre e Cadore”, dedicando i suoi studi alla pittura, alla scultura e all’oreficeria di ambito bellunese.
Pietro della Vecchia in Cadore. L’intervento prende le mosse da un’insolita raffigurazione del Miracolo di Soriano conservata nella chiesa parrocchiale di Valle di Cadore. Si tratta di un ex voto commissionato nel 1665 dal notabile cadorino Giovanni Moschetti. La tela è stata resa nota alla critica e ai parrocchiani solo recentemente grazie a una pubblicazione scientifica proposta dalla relatrice sulla rivista “Paragone Arte”. Grazie alla ricerca e al conseguente restauro, curato da Mariangela Mattia per conto della Parrocchia, il dipinto è stato riportato nella giusta luce e potrà essere ammirato dopo decenni di oblio. L’attribuzione alla bottega del pittore veneto Pietro Della Vecchia consente di approfondire l’attività dell’artista in terra bellunese e di mettere in evidenza un’altra emergenza artistica del territorio di Valle di Cadore, già ricca di numerose opere d’arte.
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Camminando Lassu': percorso di ricarica energetica e percezione del paesaggio
Camminando Lassù: percorso di ricarica energetica e percezione del paesaggio
CAMMINANDO LASSU’: PERCORSO DI RICARICA ENERGETICA E PERCEZIONE DEL PAESAGGIO DALLA CHIESA DI SAN LEONARDO A PALAZZO MONTI GIACOBBI
Domenica 16 luglio 2017 ore 10.00
Piazza di Candide – Comelico Superiore
Un percorso di ricarica energetica e percezione del paesaggio dalla Chiesa di S. Leonardo a Palazzo Giacobbi. Si mostrerà quanto intensamente è possibile esperire il paesaggio circostante e quanto gli esercizi yoga proposti siano in grado di rilassare il corpo e la mente. Questa salutare passeggiata in Comelico riempirà di nuove energie e aiuterà a ristabilire l’equilibrio tra corpo, spirito e mente. I partecipanti saranno accompagnati da Daniela Zambelli e Valentina Comis di Lassù cooperativa di idee e Barbara Dallò maestra yoga.
PROGRAMMA
Ritrovo in piazza a Candide – Comelico Superiore (BL) ore 10
Pranzo al sacco nel giardino di Palazzo Giacobbi – tappettino Yoga al seguito
In caso di maltempo la passeggiata verrà rinviata
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Mariacristina Gribaudi: una donna d'impresa nel sistema della Fondazione dei Musei civici di Venezia
Mariacristina Gribaudi: una donna d’impresa nel sistema della Fondazione dei Musei civici di Venezia
MERCOLEDÌ 12 LUGLIO 2017 ORE 18.00
SALA MAGNIFICA COMUNITÀ DI CADORE – PIEVE DI CADORE
Mariacristina Gribaudi, 58 anni e da un anno e mezzo circa è stata nominata presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, il grande polo museale che comprende undici musei cittadini, alcuni dei quali di rinomanza mondiale – come il Palazzo Ducale, il Museo Correr, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro o Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano – ma che include anche altre realtà non meno importanti, quali il Museo di Palazzo Mocenigo, dove ha sede il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume con il nuovo percorso dedicato al profumo e poi Palazzo Fortuny, il Museo di Storia Naturale e i musei del Vetro di Murano e del Merletto di Burano.
Si alterna inoltre ogni tre anni con il marito Massimo Bianchi come Amministratore Unico della Keyline Spa, azienda di famiglia che ha sede a Conegliano, nella provincia di Treviso, leader nel “key business”, ovvero nella progettazione e realizzazione di chiavi porta e chiavi auto, macchine duplicatrici per chiavi e tecnologia transponder, che vanta un’esperienza plurisecolare essendo attiva fin dal 1770.Mariacristina Gribaudi, 58 anni e da un anno e mezzo circa è stata nominata presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, il grande polo museale che comprende undici musei cittadini, alcuni dei quali di rinomanza mondiale – come il Palazzo Ducale, il Museo Correr, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro o Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano – ma che include anche altre realtà non meno importanti, quali il Museo di Palazzo Mocenigo, dove ha sede il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume con il nuovo percorso dedicato al profumo e poi Palazzo Fortuny, il Museo di Storia Naturale e i musei del Vetro di Murano e del Merletto di Burano.
Fondazione Musei Civici di Venezia è una fondazione di partecipazione che è stata istituita nel 2008 dal Comune di Venezia per conservare, tutelare, gestire e valorizzare l’immenso patrimonio culturale e artistico dei Musei Civici di Venezia. Opera nel quadro di una convenzione trentennale secondo le linee indicate dal Socio Fondatore unico che è il Comune di Venezia, autofinanziando tutte le proprie attività e beneficiando inoltre di autonomia organizzativa e gestionale facente capo al Consiglio di Amministrazione, l’organo più importante dove, da statuto, siede come vice-presidente proprio il Sindaco di Venezia. A quasi più di un anno dall’inizio del mandato come Presidente, è con grande soddisfazione che Maria Cristina Gribaudi vede non solo prendere corpo ma svilupparsi alcuni dei principali obbiettivi condivisi in seno al Consiglio di Amministrazione e in particolar modo supportati dal Sindaco, Luigi Brugnaro che verranno raccontati nel suo intervento.
La Summer School dell'Emerson College
La Summer School dell’Emerson College
La Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore ha ospitato la Summer School dell’Emerson College per un corso di scrittura sul paesaggio e sulla Grande Guerra. Per gli studenti è stata l’occasione di una immersione totale nella spettacolare montagna dolomitica e nel suo sistema di fortificazioni oggi rigenerate.
Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma
Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma
Giorgio da Castelfranco detto Giorgione-Due amici (1502 ca)
Palazzo Venezia – Castel Sant’Angelo
24 giugno – 17 settembre 2017
Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma è una mostra costruita intorno ad un capolavoro di Giorgione, i due amici, un doppio ritratto ormai da tempo considerato da gran parte della critica come uno dei capisaldi del maestro di Castelfranco, ma ancora poco noto rispetto alla sua straordinaria rilevanza, come punto di svolta epocale nella ritrattistica italiana del primo Cinquecento. Rispetto ai precedenti, non solo veneti, si contraddistingue infatti per un’inedita sintesi di elementi che ne fanno l’archetipo di una nuova idea del ritratto, che intende sottolineare lo stato d’animo e l’espressione dei sentimenti d’amore.
L’opera appare strettamente legata ad un particolare clima culturale, quello della gioventù patrizia lagunare nel momento “edonistico” di massima espansione politica, alla vigilia del radicale ridimensionamento a cui sarà costretta la Serenissima.
Il doppio ritratto di Giorgione è conservato nelle collezioni di Palazzo Venezia, ma è attestato a Roma fin dall’inizio del Seicento, a testimonianza dei fili storici che legano la figura di Giorgione a Roma, nel quadro di una rete, ben più ampia, dei rapporti intercorsi tra Venezia e la Città eterna, che ebbero il loro palcoscenico privilegiato proprio nel Palazzo di Venezia, come si dovrebbe più propriamente definire quella che era la prima dimora romana di un accertato collezionista, e con ogni probabilità anche committente, del pittore di Castelfranco: ossia il cardinale Domenico Grimani, con papa Paolo II Barbo uno dei personaggi chiave dei rapporti politici, diplomatici e culturali tra i due stati tra la fine del Quattrocento e i primi due decenni del Cinquecento.
Ed è proprio nell’Appartamento Barbo che si sviluppa la prima sezione della mostra, dedicata a quelle vicende storiche e alla straordinaria novità de i due amici di Giorgione nelle vicende artistiche del primo ‘500.
La mostra prosegue a Castel Sant’Angelo, negli Appartamenti papali, dove è allestita la seconda sezione, con altre opere provenienti da importanti musei del mondo, di grandi maestri del Cinquecento tra cui Tiziano, Tintoretto, Romanino, Moretto, Ludovico Carracci, Bronzino, Barocci e Bernardino Licinio. Opere che conducono il visitatore in quel labirinto esistenziale che ogni uomo porta in sé e che si riflette anche nell’esperienza amorosa, tra innamoramento e approdo matrimoniale, tra abbandono e nostalgia.
La mostra è curata da Enrico Maria Dal Pozzolo, fra i massimi specialisti di pittura veneta fra l’età rinascimentale e barocca, con la collaborazione di un prestigioso comitato scientifico composto da Lina Bolzoni, Miguel Falomir, Silvia Gazzola, Augusto Gentili e Ottavia Niccoli. Il percorso espositivo comprende complessivamente 45 dipinti, 27 sculture, 36 libri a stampa e manoscritti, oltre a numerosi altri oggetti, stampe e disegni. L’allestimento in entrambe le sedi è progettato dallo studio De Lucchi. Il catalogo è edito da arte’m. La mostra è promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, con la collaborazione di Civita Mostre.
Labirinti del cuore è visitabile con un biglietto unico comprensivo dei due siti museali e delle due sezioni della mostra. Una audioguida compresa nel biglietto di ingresso è disponibile per tutti i visitatori a Palazzo Venezia, mentre a Castel Sant’Angelo i contenuti della mostra sono fruibili attraverso la nuova app scaricabile gratuitamente.
(Per maggiori informazioni: Polo Museale del Lazio)
Residenza d'artista a Pieve di Cadore
Residenza d’artista a Pieve di Cadore
A maggio 2017 è stata attivata una Residenza d’artista, nella Casa del Volontariato e della Montagna di Pieve di Cadore. Si tratta di una formula di ospitalità a servizio dei giovani impegnati nel progetto Fuocoapaesaggio/Tiziano contemporaneo, curato da Dolomiti Contemporanee per la rigenerazione del territorio che trova il suo laboratorio nel Forte di Monte Ricco. Vi sono ospitati anche stagisti impegnati nelle istituzioni culturali locali. Una forma di accoglienza per giovani artisti e per coloro che seguono percorsi di formazione in ambito culturale e turistico. Un’ospitalità che favorisce la creatività, il pensiero, l’incontro e il dialogo in un contesto paesaggistico di grande suggestione, quale è quello delle Dolomiti. La struttura è gestita dalla Fondazione Centro Studio Tiziano e Cadore.
Per informazioni: centrostudi@tizianovecellio.it
Rinascimento a Venezia. Trionfo della bellezza e distruzione della pittura
Rinascimento a Venezia. Trionfo della bellezza e distruzione della pittura
Lorenzo Lotto, Ritratto di Lucina Brembati, (1518 circa). Bergamo, Accademia Carrara
Dal 20 giugno al 24 settembre al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid sarà allestita la mostra Il Rinascimento a Venezia. Trionfo della bellezza e distruzione della pittura. La mostra avrà come protagonisti alcun dei più importanti artisti della pittura cinquecentesca della scuola veneziana come Tiziano, Lotto, Veronese e Tintoretto le cui opere proverranno da importanti collezioni e musei.
La produzione artistica veneziana del Rinascimento è diversa da qualsiasi altra arte: Venezia in quel era la capitale di incontri e scambi, un crocevia di culture che si ripercosse sull’arte del periodo; un esempio di questa internazionalità è l’opera di Bellini Processione San Marco. A Venezia si importavano anche pigmenti da tutti il mondo: questi entrarono a far parte della tavolozza degli artisti della Laguna, che incominciarono ad utilizzare il colore in maniera audace ed emozionale. Se il Rinascimento aveva visto la nascita della prospettiva matematicamente ottenuta, a Venezia si assiste ad una prospettiva ottenuta esclusivamente con il colore.
Tiziano (Pieve di Cadore, 1488/1490 – Venezia, 27 agosto 1576) è uno degli artisti più straordinari del periodo, innovativo fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1576. Il maestro sviluppa fin da subito uno stile tutto personale, che prevede un nuovo uso dei colori, che vengono infatti stesi in maniera rapida ed imprecisa, e da ciò deriva una grande immediatezza e forte espressività. Già con Tiziano si ha infatti una visione artistica sempre più audace, incurante delle buone regole del dipingere e contrario a ogni conformismo classicheggiante. Il modo di dipingere di Tiziano, caratterizzato da una pennellata sporca e poco definita, destò scalpore tra i contemporanei.
Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1556/1557) nella sua vita viaggiò parecchio e questo gli permise di entrare in contatto con diverse esperienze artistiche, infatti seppe coniugare il Colorismo veneziano alla pittura fiamminga, attenta ad indagare ogni singolo particolare.
Paolo Veronese (Verona, 1528 – Venezia, 1588) fu il maestro delle stoffe: i protagonisti dei suoi quadri erano infatti gli abiti più che i soggetti che li indossavano. I suoi quadri sono un vero e proprio scorcio sulla vita della Venezia dell’epoca, dove a farla da padrona erano il lusso e lo sfarzo. Dopo la caduta della Repubblica di Firenze, solo la Repubblica di Venezia riuscì a conservare la propria autonomia politica e questo permise alla Serenissima di vivere un benessere economico che si riflesse nell’estrema vivacità degli ambienti intellettuali.
Tintoretto crea i suoi quadri utilizzando il colore in maniera violenta e pastosa: la vera protagonista dei suoi dipinti è la luce. Sono luci inquiete quelle del maestro, luci ed ombre che sembrano anticipare il periodo barocco.
Venezia, stimolante crocevia culturale, dove la cultura occidentale ha sempre incontrato quella orientale, ha sempre ribadito la sua diversità, tanto affascinante quanto complessa proprio come la sua arte, una poesia densa di mistero.
Rosanna D’Alessandro per MIfacciodiCultura