Brain Tooling al Forte di Monte Ricco

Inaugura la collettiva Brain Tooling al Forte di Monte Ricco 



Brain-tooling è la mostra collettiva d’arte contemporanea che il 30 giugno 2018 riaprirà al pubblico il Forte di Monte Ricco a Pieve di Cadore.
Curata da Dolomiti Contemporanee, contiene una sottosezione dedicata a Tiziano Contemporaneo.


Brain-tooling
Forte di Monte Ricco (Pieve di Cadore, Bl)
30 giugno/30 settembre 2018

Opening: Sabato 30 giugno, ore 18.00

a cura di: Gianluca D’Incà Levis, Riccardo Caldura, Petra Cason.
Coordinamento del progetto digitale:
Tullia Zanella.


Artisti
: Marta Allegri, Michele Bazzana, Andrea Bianconi, Michele Bubacco, T-Yong Chung, Irene Coppola, Ilaria Cuccagna, Fabiano De Martin Topranin, Barbara De Vivi, Hannes Egger, Chiara Enzo, Enej Gala, Andrea Grotto, Stefano Moras, Marta Naturale, Penzo e Fiore, Nazzarena Poli Maramotti, Marta Spagnoli, Cristina Treppo, Caterina Erica Shanta, Luka Sirok, Francesco Zanatta, Christian Maunuel Zanon.


A maggio 2017, vi è stata l’apertura storica del Forte di Monte Ricco di Pieve di Cadore, con la mostra collettiva Fuocopaesaggio, curata da Dolomiti Contemporanee.

Ricordiamo che il Forte di Monte Ricco è gestito da Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e Fondazione Museo dell’Occhiale onlus, con il fondamentale sostegno di Fondazione Cariverona.

Dolomiti Contemporanee realizza ora la seconda mostra collettiva che riaccende il Forte per l’estate 2018: sabato 30 giugno, verrà inaugurata Brain-tooling, l’esposizione sarà visitabile fino al 30 settembre.
Gianluca D’Incà Levis, Riccardo Caldura e Petra Cason sono i curatori.
Essa vede all’opera una trentina di artisti contemporanei italiani e stranieri, alcuni dei quali lavoreranno sui temi propri di Brain-tooling, mentre un’altra selezione si cimenterà con il programma di Tiziano Contemporaneo, avviato da Dolomiti Contemporanee, proprio al Forte di Monte Ricco, nel 2017.

Brain-tooling è una mostra collettiva, incentrata sul concetto di aderenza, di alpinismo culturale. Dove la realtà fornisce gli appigli, e gli artisti la tecnica di progressione, che è sempre un’idea plastica, una via, una ricerca verso l’alto.
La mostra comprende una sottosezione dedicata a Tiziano Contemporaneo, che instaura un dialogo tra l’eredità di Tiziano Vecellio e la la sua interpretazione nella contemporaneità.

Il titolo Brain-tooling riprende l’espressione Dry-tooling. Il Dry-tooling è una tecnica particolare di scalata, nella quale, dotati dell’attrezzatura da arrampicata su ghiaccio (piccozze e ramponi), si procede sulla roccia viva.

Nella progressione, in ogni progressione, alpinistica, culturale, o artistica che sia (cercare, avanzare, salire), l’uomo ha bisogno, oltre che di un corpo e d’un instinto, di tecniche e di strumenti, di un’attrezzatura perfezionata, nello spirito e nell’ingegno.
Cercare, avanzare, salire: non sono perfetti istinti naturali ancestrali questi, né meri riflessi endocrini. Sono slanci e moti, che, quando tendono al limite, pretendono l’interazione di una serie di determinazioni e dotazioni presenti: istintuali, razionali, metalliche.
Alle volte infatti, si ha l’illusione di una ricerca, quando invece non c’è che la pompa del surrene.
La ricerca autentica ed accurata nega il pregiudizio banale che vorrebbe l’uomo in sintonia automatica con la natura. La ricerca prevede uno sforzo, un artificio, un’elaborazione intellettuale, una progettualità intelligente, supportata da una volontà potente, e da uno spirito ardente (aderente).
Ora, se Dry-tooling diviene Brain-tooling, stiamo con ciò sostenendo come sia il cervello il principale strumento di progressione.
D’ogni progressione.
Il cervello è lo strumento: ma è anche la prima parete da scalare. Il cervello, in realtà, è già la progressione stessa. Spesso, parlando delle difficoltà e delle paure connesse all’arrampicata, il climber si ripete questa banale verità: it’s all in your mind.
Ma l’uomo non sale perchè il suo gas è leggero: sale nonostante il peso, quando si determina a cercare.
E il cervello non è un arnese-utensile: è il centro della produzione dell’aderenza (se lo è).

L’aderenza non è altro che un’attenzione massima concentrata, che impedisce alle superfici di scivolare e scorrere su se stesse, dissipando potenziale.

Ogni impulso costruttivo è dunque figlio di un’idea, che è pesante: non una convezione, da cui si possa trarre una stentorea epica dello slancio nel Sehnsucht.
Salire è misurare il cateto tettonico: sulla placca occorre la massima precisione d’appiglio e d’appoggio.
Il riflesso metallico dei chiodi e del martello, delle picche e dei ramponi, i ferri fusi e saldati, la cui superficie d’aggrappo alla roccia è piccola, minima, quanto piccola ha da essere la presa salda, rigorosa.
E’ un punto preciso, questo della presa in punta di picca: rigoroso, lo spazio dell’aggrappo. Ed è in questo spazio minimo del contatto che l’aleatorietà della relazione di ricerca e trazione (contatto) viene fatta coincidere con la massima precisione e con la più salda e univoca delle tenute. Un poco come nei circoli sinaptici, minimo spazio, o cavità neurale prespaziale, per presa massima e rilancio della frusta elettrica, che attrezza il corpo.
La stessa montagna, è un solido, che non ruota. Come le pietre: che non rotolano, stanno. Non in ieratica eterna positura. Concentrate, silenziose, ad aspettare. Non una scena predisposta: un’attenzione gigantesca invece, che ne richiama e muove delle altre.
C’è dunque, sempre, chi risponde al richiamo, portando altra attenzione, tensione, cura, proiezione.
Ed ecco, questo è precisamente ciò che da sempre definiamo come l’attitudine prima di cultura ed arte. Mentre andiamo considerando lo spazio come il senso delle cose e delle relazioni possibili tra gli enti, che vanno sciolte per radicalità ortogonali, senza dar l’acido all’anima, senza farsi mera valvola.
Parliamo, da sempre, di alpinismo culturale, e quest’espressione non è un pleonasmo, perché vede il concorrere di due concetti antagonisti, rispetto a come li abbiamo detti. Esistono le azioni, che, quando non sono il riflesso elettrico d’una coda staccata, coincidono, inevitabilmente, con il pensiero.
Nella fissazione, non c’è un chiodo infisso nel cervello.
Il chiodo è il cervello.


Orari di mostra:

Nei mesi di luglio e agosto, aperto tutti i giorni in orario 10.00-13.00 e 15.30-18.30.
Nel mese di settembre aperto dal martedì alla domenica, in orario 10.00-13.00 e 15.30-18.30.
Nel mese di ottobre aperto solo sabato e domenica, in orario 10.00-13.00 e 15.00-18.00.

www.dolomiticontemporanee.net
www.montericco.it


 

 

Il Forte di  Monte Ricco di Pieve di Cadore

Inaugura la mostra collettiva Brain tooling

Aperta al pubblico dal 1° luglio al 30 ottobre 2018

 

 

Da domenica 1° luglio aprirà il Forte di Monte Ricco con la mostra Brain-tooling, mostra collettiva d’arte contemporanea, curata da Gianluca D’Incà Levis di Dolomiti Contemporanee, da Riccardo Caldura e da Petra Cason e che comprende una sottosezione dedicata a Tiziano Contemporaneo.

Il pubblico che visiterà la mostra, aperta fino al 30 ottobre, sarà chiamato a riflettere sul titolo della mostra: Brain-tooling. Il termine riprende il Dry-tooling – la tecnica di arrampicata su roccia con attrezzatura da ghiaccio – con cui il concetto di scalata aderente viene applicato alla cultura, dal momento che la realtà fornisce agli artisti gli appigli per scalare una via e implica la ricerca verso l’alto, divenendo frutto di un’elaborazione intellettuale.

La sottosezione Tiziano contemporaneo, è un progetto avviato da Dolomiti Contemporanee nel 2017che prevede il confronto di alcuni degli artisti in mostra con l’eredità del Maestro cadorinoL’intera mostra è stata sviluppata attraverso la residenza d’artista resa possibile grazie all’istituzione di un alloggio, gestito dalla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, su spazi concessi dal Comune di Pieve di Cadore. Gli artisti che vi soggiornano, dopo aver interagito con le memorie tizianesche e con la realtà sociale locale, realizzano le opere che poi vengono esposte nel Forte.

A facilitare il visitatore nella comprensione della mostra sarà fornito un tablet, nel quale verranno spiegate le opere e i percorsi.

Attraverso virtual tour e riprese aeree sarà raccontata la storia del complesso militare di Monte Ricco, a cura di Walter Musizza, soddisfacendo la curiosità dei visitatori appassionati di architettura militare e non solo.

Inoltre a Tiziano contemporaneo si pone Tiziano “storico”, attraverso un percorso che racconta la diffusione della fama del pittore nel mondo, a partire da Venezia per espandersi in tutta Europa.

Gli interventi di Augusto Gentili e Bernard Aikema, introducono il tema, che si sviluppa, sempre in virtuale, tra le opere e le riproduzioni con la tecnica della stampa. Il visitatore potrà poi conoscere la bottega cadorina del Maestro attraverso un tour nelle chiese del Cadore, dove si trovano i dipinti dei Vecellio, ed esplorare i luoghi-chiave della sua città natale.

Il ricorso alle tecnologie virtuali fruibili da tablet non è invasivo ed è dettato dall’esigenza di non sovrapporsi agli spazi architettonici; allo stesso tempo la presenza dei contenuti online è pensata come un incentivo alla visita, perché permette di portare il Forte e Tiziano fuori dai confini cadorini, e di renderli visitabili e accessibili a un più ampio pubblico, stimolandone la curiosità. Tale scelta consente inoltre di implementare e modificare costantemente i contenuti, in risposta alle richieste dei visitatori o alle iniziative future legate al Forte, al Cadore e a Tiziano.

Dal 2017 il Forte di Monte Ricco, di proprietà del Comune di Pieve, è gestito dalle Fondazioni Centro Studi Tiziano e Museo dell’Occhiale ONLUS, grazie al sostegno della Fondazione Cariverona.


Bernard Aikema presenta la mostra: Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia.

Presentazione della mostra: Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia



A cura di Bernard Aikema
Sabato 31 marzo 2018 ore 18.00
Sala della Magnifica Comunità  di Pieve di Cadore


Sabato 31 marzo 2018, alle ore 18.00, nella Sala del Palazzo della Magnifica Comunità a Pieve di Cadore, Bernard Aikema presenta la mostra Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia, di cui è curatore (Palazzo Reale di Milano fino al 24 giugno). Per la prima volta si presenta al pubblico italiano la figura poliedrica di Albrecht Dürer, pittore, trattatista, incisore e matematico attraverso l’esposizione di oltre 100 opere, tra pitture, disegni e grafica, evidenziando i rapporti con pittori quali Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano, Andrea Mantegna e Leonardo da Vinci. La mostra propone affascinanti confronti tra gli artisti della Scuola del Danubio e quelli della Scuola veneta. Il rapporto di intensi scambi culturali e artistici tra il nord e il sud dell’Europa viene evidenziato sottolineando la centralità del grande artista tedesco, di cui il viaggio in Italia e il soggiorno a Venezia divengono stimolo di conoscenza e di assimilazione dei principi di un altro Rinascimento.


 


Presentazione della pubblicazione "La Pala Genova di Pieve di Cadore"

Presentazione della pubblicazione La Pala Genova di Pieve di Cadore. Un dipinto di Francesco Vecellio. 



PRESENTAZIONE DELLA PUBBLICAZIONE LA PALA GENOVA DI PIEVE DI CADORE . Un dipinto di Francesco Vecellio (Tiziano Edizioni)
A cura di Stefania Mason
Sabato 17 febbraio 2018 ore 17.00
Chiesa Arcidiaconale di Santa Maria Nascente – Pieve di Cadore


Un filo rosso unisce, a distanza di cinque secoli, una storia privata e un dipinto esposto alla pubblica devozione. Dopo che il provvidenziale restauro, promosso da un munifico benefattore in memoria del lontano antenato che quel dipinto volle a protezione di sé e della sua discendenza, ha restituito la Pala Genova alla sua chiesa, Santa Maria Nascente a Pieve di Cadore, questo volume intende ricostruirne la storia. Documenti d’archivio, dunque, lettura dell’opera, del contesto in cui è nata e la sua fortuna critica. L’approfondita analisi del dipinto con una proposta convincente sul suo artefice, Francesco Vecellio, figlio di Pieve e fratello del grande Tiziano, sotto la cui ombra artistica è nata anche quest’opera, si affianca all’indagine delle vicende storiche e costruttive della cappella, alla rassegna lungo i secoli dei visitatori interessati sia alle Dolomiti sia al dipinto in esame. Una dettagliata relazione sull’operazione di restauro chiude questo contributo alla conoscenza non solo di un tassello importante del patrimonio artistico di Pieve di Cadore, ma anche di uno spaccato dello spirito religioso del tempo e delle vicende di una famiglia il cui nome continua a legarsi alla pala.

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Concerto di Dolomiti Symphonia

Concerto di Dolomiti Symphonia Roberta Majoni e Delio Cassetta Musiche di Vivaldi, Pergolesi, Mozart



CONCERTO DI DOLOMITI SYMPHONIA
Roberta Majoni, soprano
Delio Cassettadirettore

Venerdì 8 settembre 2017 ore 21.00
Basilica Minore dei Santi Filippo e Giacomo – Cortina d’Ampezzo


ROBERTA MAJONI, soprano, diplomatasi brillantemente presso il Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto sotto la guida del M° Adriano Tomaello, ha svolto attività concertistica collaborando con diversi cori del Veneto, in particolare con l’Athestis Chorus in numerosi produzioni e con importanti orchestre quali la Rai di Torino, l’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini di Parma, l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, la Mahler Chamber Orchestra, i Munkner Philarmoniker, sotto la direzione di F.M. Bressan, P. Maag, J. Tate, E. Inbal, C. Abbado, C. Tielemann, C. Hogwood. In qualità di solista ha cantato in Italia e all’estero nella Grande Messa KV 427, nella Spatzen Messe e nel Requiem di Mozart, nel Gloria e nel Magnificat di Vivaldi, nel Te Deum di Charpentier, nello Stabat Mater di Pergolesi, nella Messa in Sol maggiore di Schubert e in prime esecuzioni di compositori contemporanei. Ha eseguito cantate del ‘700 in trio con Sergio Balestracci e sotto la sua direzione lo Stabat Mater di Pergolesi. Ha partecipato a diversi concerti in Carinzia. In campo operistico ha debuttato al Teatro Comunale di Belluno nell’opera “Così fan tutte” di Mozart (Fiordiligi), Flaminia ne “Il mondo della luna” di Galuppi nell’omonimo Festival a Venezia, Eugenia nel “Filosofo di campagna “ dello stesso compositore, Berta nel “Barbiere di Siviglia” di Rossini a Belluno, Udine e Prato, Giannetta nell’Elisir d’amore” di Donizetti al Teatro Metastasio di Prato. Nel 2006 ha inciso come solista il Magnificat in Re Maggiore di J.S. Bach e il Lauda Sion di F.Mendelsshon. E’ docente di Canto presso il Liceo Musicale di Belluno

DELIO CASSETTA,dopo il diploma in flauto traverso e una intensa attività concertistica si è dedicato alla prassi esecutiva della musica antica frequentando la Schola Cantorum di Basilea e collaborando con musicisti specializzati in questo campo. Successivamente si diploma in direzione d’orchestra perfezionandosi in Italia e a Vienna con Carl Österreicher. Ha seguito inoltre i corsi di fenomenologia musicale con S. Celebidache. Attivo da oltre 30 anni, ha al suo attivo oltre mille concerti come flautista e direttore d’orchestra, oltre che in tutta Italia, in Europa, Stati Uniti, Messico. E’ direttore principale di Dolomiti Symphonia Orchestra di Belluno e ha diretto inoltre la Filarmonia Veneta, L’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra Città di Ferrara, l’Orchestra Sinfonica di Pescara, l’Orchestra da Camera del Lazio, l’Orchestra Benedetto Marcello di Teramo, l’Orchestra Sinfonica di Grosseto, la Filarmonica di Minsk, l’Orchestra e il Coro della Filarmonica di Iasi, l’Orchestra e il Coro della Filarmonica di Timisoara, l’Orchestra Sinfonica di Craiova, l’Orchestra Sinfonica di Pecs, la Budapest Chamber Symphony, l’Orchestra Sinfonica di Pazardjik Bulgaria, l’Orchestra Sinfonica del Festival di Brekenridge in Colorado (USA), l’Orchestra di Opera Altra Prato, l’Orchestra Sinfonica dello Stato del Messico, l’Orchestra Classic Chamber Players di New York.

PROGRAMMA

Mozart: 2 Sonate da chiesa KV 214 e KV 248

Pergolesi: Salve Regina in La minore per soprano e archi
“Salve regina, Ad te clamamus, Eja ergo…, O clemens”

Mozart : Andante, dal Divertimento KV 136 in Re maggiore

Pergolesi: “Cuius animam gementem” e “Vidit suum dulcem natum”

dallo Stabat Mater

Handel: Haec Regina Virginum per soprano e archi

Mozart: Allegro, da “Eine Kleine Nacht Musik”

Jenkins: Palladio

Offerta libera in favore del Sestiere di Alverà

 


 


Forte di Monte Ricco: metodi e tecniche di restauro

Forte di Monte Ricco: metodi e tecniche di restauro


Foto Giacomo De Donà

FORTE DI MONTE RICCO: METODI E TECNICHE DI RESTAURO
LUIGI GIRARDINI
Venerdì 8 settembre 2017 ore 15.00
Forte di Monte Ricco- Pieve di Cadore


Luigi Girardini, architetto funzionario della Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Venezia, Belluno, Padova e Treviso è stato coordinatore, progettista e direttore dei lavori di restauro a Monte Ricco e venerdì 8 settembre ne illustrerà i metodi e le tecniche di restauro.

FORTE DI MONTE RICCO
Nel 2006, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Venezia, Belluno Padova e Treviso e d’intesa con il Comune di Pieve di Cadore (proprietario del bene) e la Comunità Montana, stipula l’Accordo di Programma  per il recupero del complesso architettonico la cui progettazione, coordinata dall’arch. Luigi Girardini funzionario incaricato dalla Soprintendenza, si articola in progetto preliminare esteso a tutto il complesso architettonico di Monte Ricco,  costituito dal Forte e dalla Batteria Castello, e il progetto definitivo ed esecutivo di un primo stralcio riguardante il solo Forte per  i lavori di  restauro del bene culturale, da adibire a struttura museale didattica. L’intervento è finalizzato al restauro conservativo e alla valorizzazione culturale, nell’ambito di una riqualificazione paesaggistica del sito.

FORTE DI MONTE RICCO – I metodi e tecniche di restauro sono stati adottati in relazione agli obiettivi del progetto: arresto del degrado per impedire la perdita del bene, il restauro conservativo e la rifunzionalizzazione con dotazione degli impianti tecnologici. Per mantenere la leggibilità dell’impianto architettonico originale e garantire le nuove funzionalità il progetto segue criteri di reversibilità delle scelte architettoniche. Puntuale analisi e conoscenza materica della fabbrica e del suo degrado hanno fornito gli elementi progettuali di intervento, individuando problematiche strutturali e la loro risoluzione attraverso mirati e leggeri interventi di consolidamento. Si è adottato il criterio di minima modifica anche per quanto riguarda le progettazioni strutturali, impiantistiche, degli spazi originari e dell’immagine consolidata del manufatto, intervenendo con elementi leggeri e reversibili. L’architettura del forte e le sue stratificazioni temporali sono il primo oggetto di “musealizzazione” pertanto la progettazione architettonica e impiantistica rispetta le esigenze di lettura del manufatto storico e di flessibilità d’uso.  Anche i segni dell’uomo e del degrado controllato assumono valore di testimonianza della evoluzione temporale. Per non interferire con la fabbrica originaria, si è optato per collocare la centrale degli impianti tecnologici al di fuori dell’edificio monumentale, collegato con sottoservizi.  Il progetto e la sua realizzazione, articolata in due lotti esecutivi, si connotano per le scelte minimaliste sull’esistente, privilegiando la conservazione dello stato di fatto, mantenendo la leggibilità degli ambienti originari confermandone la destinazione (ingresso, accoglienza, zona servizi). Si è limitata la scelta a pochi nuovi materiali, che pur leggibili per la tecnologia costruttiva (serramenti in acciaio, elementi di distribuzione impiantistica appositamente progettati, pavimentazioni in legno) appaiono sottotono per impatto materico e cromatico. Le opere esterne, concepite come una riqualificazione paesaggistica del sito pur con l’introduzione di nuovi elementi tecnologici ne rispettano e valorizzano il contesto.
I lavori sono terminati nel dicembre 2016 e il Museo inaugurato nel maggio del 2017.

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Tiziano in vendita: la pala di Serravalle (e non solo)

Tiziano in vendita: la pala di Serravalle (e non solo)


 

TIZIANO IN VENDITA: LA PALA DI SERRAVALLE (E NON SOLO)
STEFANIA MASON 

Domenica 20 agosto 2017 ore 18.00
Sala Magnifica Comunità –   Pieve di Cadore


Stefania Mason, professoressa emerita di Storia dell’arte all’Università di Udine, le sue ricerche si sono indirizzate soprattutto alla pittura veneta, tra Quattrocento e Settecento, dagli artisti forestieri attivi a Venezia, come Paolo Fiammingo e Ludovico Pozzoserrato, allo studio sistematico di Palma il Giovane, a Vittore Carpaccio, alla bottega di Jacopo Bassano. Le sue indagini più recenti si sono volte al collezionismo di dipinti a Venezia, in particolare sulla fortuna dei dipinti di Giorgione, Veronese, Tiziano e Bernardo Strozzi. Ha partecipato a numerosi convegni internazionali e collaborato all’organizzazione scientifica e al catalogo di mostre sulla pittura veneziana. Ha ideato e diretto il progetto Il collezionismo artistico a Venezia dalle origini al Settecento, curando i tre volumi (Fondazione di Venezia/Marsilio, 2007, 2008, 2009) che danno conto degli esiti delle ricerche. Al suo attivo ha un centinaio di pubblicazioni in riviste italiane ed estere, atti di convegni, cataloghi di mostre e diverse opere monografiche. E’ membro del Consiglio scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.

Tiziano in vendita: la pala di Serravalle (e non solo)

 Dopo la scomparsa di Tiziano, in una fase di concorrenza serrata che vede l’ambizione dei regnanti europei di possedere sue opere e la rarefazione del mercato veneziano, è alla Terraferma che si è costretti a rivolgersi per reperire dipinti a prezzi accessibili. Partendo dal caso della pala di Serravalle, commissionata nel 1542 a Tiziano dal Consiglio cittadino, e oggetto di interesse da parte degli emissari del re Sole un secolo più tardi, si ripercorrerà attraverso alcuni esempi emblematici la fortuna delle opere di Tiziano fino ai nostri giorni, in cui è sempre più raro trovarle sul mercato, dove raggiungono valori altissimi.

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Concerto Dolomiti Symphonia: Roberta Majoni e Delio Cassetta

Concerto Dolomiti Symphonia: Roberta Majoni e Delio Cassetta 


CONCERTO DI DOLOMITI SYMPHONIA
Roberta Majoni soprano
Delio Casetta, direttore
Sabato 19 agosto 2017 ore 21.00
Chiesa di San Giovanni Battista  – Vinigo di Cadore


ROBERTA MAJONI, soprano, diplomatasi brillantemente presso il Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto sotto la guida del M° Adriano Tomaello, ha svolto attività concertistica collaborando con diversi cori del Veneto, in particolare con l’Athestis Chorus in numerosi produzioni e con importanti orchestre quali la Rai di Torino, l’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini di Parma, l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, la Mahler Chamber Orchestra, i Munkner Philarmoniker, sotto la direzione di F.M. Bressan, P. Maag, J. Tate, E. Inbal, C. Abbado, C. Tielemann, C. Hogwood. In qualità di solista ha cantato in Italia e all’estero nella Grande Messa KV 427, nella Spatzen Messe e nel Requiem di Mozart, nel Gloria e nel Magnificat di Vivaldi, nel Te Deum di Charpentier, nello Stabat Mater di Pergolesi, nella Messa in Sol maggiore di Schubert e in prime esecuzioni di compositori contemporanei. Ha eseguito cantate del ‘700 in trio con Sergio Balestracci e sotto la sua direzione lo Stabat Mater di Pergolesi. Ha partecipato a diversi concerti in Carinzia. In campo operistico ha debuttato al Teatro Comunale di Belluno nell’opera “Così fan tutte” di Mozart (Fiordiligi), Flaminia ne “Il mondo della luna” di Galuppi nell’omonimo Festival a Venezia, Eugenia nel “Filosofo di campagna “ dello stesso compositore, Berta nel “Barbiere di Siviglia” di Rossini a Belluno, Udine e Prato, Giannetta nell’Elisir d’amore” di Donizetti al Teatro Metastasio di Prato. Nel 2006 ha inciso come solista il Magnificat in Re Maggiore di J.S. Bach e il Lauda Sion di F.Mendelsshon. E’ docente di Canto presso il Liceo Musicale di Belluno

DELIO CASSETTA,dopo il diploma in flauto traverso e una intensa attività concertistica si è dedicato alla prassi esecutiva della musica antica frequentando la Schola Cantorum di Basilea e collaborando con musicisti specializzati in questo campo. Successivamente si diploma in direzione d’orchestra perfezionandosi in Italia e a Vienna con Carl Österreicher. Ha seguito inoltre i corsi di fenomenologia musicale con S. Celebidache. Attivo da oltre 30 anni, ha al suo attivo oltre mille concerti come flautista e direttore d’orchestra, oltre che in tutta Italia, in Europa, Stati Uniti, Messico. E’ direttore principale di Dolomiti Symphonia Orchestra di Belluno e ha diretto inoltre la Filarmonia Veneta, L’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra Città di Ferrara, l’Orchestra Sinfonica di Pescara, l’Orchestra da Camera del Lazio, l’Orchestra Benedetto Marcello di Teramo, l’Orchestra Sinfonica di Grosseto, la Filarmonica di Minsk, l’Orchestra e il Coro della Filarmonica di Iasi, l’Orchestra e il Coro della Filarmonica di Timisoara, l’Orchestra Sinfonica di Craiova, l’Orchestra Sinfonica di Pecs, la Budapest Chamber Symphony, l’Orchestra Sinfonica di Pazardjik Bulgaria, l’Orchestra Sinfonica del Festival di Brekenridge in Colorado (USA), l’Orchestra di Opera Altra Prato, l’Orchestra Sinfonica dello Stato del Messico, l’Orchestra Classic Chamber Players di New York.

PROGRAMMA

Mozart: 2 Sonate da chiesa KV 214 e KV 248

Pergolesi: Salve Regina in La minore per soprano e archi

“Salve regina, Ad te clamamus, Eja ergo…, O clemens”

Mozart : Andante, dal Divertimento KV 136 in Re maggiore

Pergolesi: “Cuius animam gementem” e “Vidit suum dulcem natum”

dallo Stabat Mater

Handel: Haec Regina Virginum per soprano e archi

Mozart: Allegro, da “Eine Kleine Nacht Musik”

Jenkins: Palladio

L’ingresso è libero.

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Oltre Tiziano: perdersi nei giardini dipinti dell'arte europea

Oltre Tiziano: perdersi nei giardini dipinti dell’arte europea

 


 

OLTRE TIZIANO: PERDERSI NEI GIARDINI DIPINTI DELL’ARTE EUROPEA
STEFANIA MASON
Sabato 19 agosto 2017 ore 18.00
Sala Consiliare del Municipio- Auronzo di Cadore

Stefania Mason, professoressa emerita di Storia dell’arte all’Università di Udine, le sue ricerche si sono indirizzate soprattutto alla pittura veneta, tra Quattrocento e Settecento, dagli artisti forestieri attivi a Venezia, come Paolo Fiammingo e Ludovico Pozzoserrato, allo studio sistematico di Palma il Giovane, a Vittore Carpaccio, alla bottega di Jacopo Bassano. Le sue indagini più recenti si sono volte al collezionismo di dipinti a Venezia, in particolare sulla fortuna dei dipinti di Giorgione, Veronese, Tiziano e Bernardo Strozzi. Ha partecipato a numerosi convegni internazionali e collaborato all’organizzazione scientifica e al catalogo di mostre sulla pittura veneziana. Ha ideato e diretto il progetto Il collezionismo artistico a Venezia dalle origini al Settecento, curando i tre volumi (Fondazione di Venezia/Marsilio, 2007, 2008, 2009) che danno conto degli esiti delle ricerche. Al suo attivo ha un centinaio di pubblicazioni in riviste italiane ed estere, atti di convegni, cataloghi di mostre e diverse opere monografiche. E’ membro del Consiglio scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.

Oltre Tiziano: perdersi nei giardini dipinti dell’arte europea

Saranno indagati alcuni degli aspetti che definiscono la funzione e gli stimoli esercitati dai giardini sull’immaginario dei pittori e dei loro committenti. Ancor più del paesaggio con in lontananza le Dolomiti, preferito da Tiziano come sfondo delle sue opere, il giardino è adatto a creare nella mente dell’uomo l’idea di un’armonia perfetta tra cultura e natura. I pittori ci consentono di rivivere l’atmosfera di giardini spariti da tempo e di sognarne di nuovi, da quello della Madonna del roseto, espressione della religiosità medievale, al rinascimentale giardino dell’amore, a quello barocco come luogo del desiderio, ai giardini degli impressionisti, luoghi della memoria ma anche reali come quelli di Renoir e Monet.

 

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Pedalando Lassù: tra natura e storia lungo i corsi d'acqua del Comelico

Pedalando Lassu’: tra natura e storia lungo i corsi d’acqua del Comelico



PEDALANDO LASSÙ: TRA NATURA E STORIA LUNGO I CORSI D’ACQUA DEL COMELICO
Sabato 19 agosto 2017 ore 9.00
Padola di Comelico Superiore


Un pedalata tra paesaggi mozzafiato, architettura e prodotti tipici, una fantastica unione tra attività fisica e scoperta del territorio.
Il percorso si snoda lungo i corsi d’acqua del Comelico, al cuore di un’esperienza unica del vivere l’ambiente circostante, facendo conoscere le bellezze che lo rendono unico, il tutto in bicicletta.
Questa salutare pedalata in Comelico riempirà di nuove energie fisiche e mentali. I partecipanti verranno accompagnati da guide qualificate messe a disposizione dal Dolomiti Trail Experience Point e da MP GO – Bike Rental in collaborazione con Lassù cooperativa di idee.

PROGRAMMA

  • Ritrovo ore 9:00 presso Dolomiti Trail Experience Point, via R. Martini 30, Padola di Comelico Superiore (BL)
  • Partenza ore 9:30 – itinerari:
  • Valgrande, tappa alle sorgenti solforose e ferruginose di acqua minerale ad uso termale curativo terapeutico denominata “Acqua Puzza” (1315 m);
  • La “Stua” sul torrente Padola
  • Chiesa di San Leonardo Vecchio – Casamazzagno (1345 m)
  • Palazzo storico “Casa Monti – Giacobbi” – Candide – illustrazione a cura di Alvise Giacobbi,

Piccolo rinfresco – ristoro nel giardino del Palazzo;

  • Chiesa di San Nicolò di Comelico (1062 m)
  • Arrivo ore 17:00 circa
  • Discesa a Santo Stefano – Parco Medola lungo il corso dei torrenti Digon e Padola, consegna delle bici e piccolo ristoro con prodotti tipici locali.

Servizio navetta per il ritorno a Padola

  • In caso di maltempo l‘escursione verrà rinviata

Noleggio mountain bike / e-bike (possibilità di utilizzo propria bici)

PER INFO E PRENOTAZIONI 349 1987955 

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Lo stupefacente maestro Mozart

Lo stupefacente maestro Mozart



CONCERTO CON MUSICHE DI MOZART, ABEL, BACH
eseguono
ANNA TONINI, flauto
STEFANO TREVISI, clavicembalo
Venerdì 18 agosto 2017 ore 21.00
Sala La Scola – Borca di Cadore


ANNA TONINI, trevigiana, ha compiuto gli studi musicali diplomandosi in Pianoforte presso il Conservatorio “B. Marcello”di Venezia sotto la guida del M° F. Bencivenga. Spinta da vivo interesse verso altre forme sonore, si è dedicata allo studio del flauto traverso, con il M° Daniele Ruggieri, diplomandosi in breve tempo presso il Conservatorio di Vicenza. Successivamente ha partecipato ai corsi di perfezionamento dei Maestri E. Caroli, ottenendo il diploma di merito, di O. Zaralli, ai corsi del flautista P. Gallois e ai Master tenuti dal M° C. Klemm. Ha suonato in diverse formazioni orchestrali in occasione di allestimenti lirici e sinfonici a Belluno e Pordenone in qualità di primo flauto e cameristiche in varie formazioni dal duo al quartetto. Con il quartetto “Sirinx”, fondato dal flautista E. Caroli, ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui primi premi assoluti, in concorsi nazionali e internazionali di musica da camera. Laureata con lode in Musicologia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, collabora come pianista e flautista in diverse formazioni musicali, ha scritto numerosi articoli e recensioni di musica classica e curato monografie per la rivista culturale “Finnegans Magazine”. Confondatrice del “Banco del Bagatto” composto da artisti della musica, del teatro, della letteratura, delle arti figurative, la danza, il cinema e la fotografia condivide la scelta della divulgazione delle arti, sia storiche che di innovazione. Si dedica attivamente allo studio e l’innovazione della didattica della musica.

STEFANO TREVISI, si è diplomato in pianoforte principale presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia sotto la guida della professoressa Anna Colonna Romano. Ha seguito corsi di perfezionamento con B. Lagace, J. Ph. Tiollier, G. Gorog e A. Meunier. Ha studiato direzione di coro con Primo Beraldo e canto gregoriano e musicologia sacra e sacra Liturgia con Giulio Cattin. Ha intrapreso lo studio del clavicembalo sotto la guida della professoressa Paola Erdas. Contemporaneamente ha compiuto gli studi di Filologia Medievale ed Umanistica presso l’Università di Padova. È docente di pianoforte presso il Dipartimento Musicale del Collegio Pio X di Treviso di cui è coordinatore dei corsi di musica classica e dei corsi internazionali. Nel 2013 è stato invitato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche a dirigere artisticamente il progetto “Musica antica in casa Luisa e Gaetano Cozzi” che vede ospitati presso la suggestiva cornice di casa Luisa e Gaetano Cozzi a Zero Branco gli interpreti più importanti della musica antica impegnati in una attività di corsi di alta formazione. Per Fondazione Benetton Studi Ricerche segue il Festival di musica antica Giugno Antico.Ha creato e dirige il Festival Nuove Musiche dedicato al recupero delle antiche Chiese medievali del territorio trevigiano. Svolge attività concertistica sia da solista che in formazione cameristica. Ha creato e dirige il gruppo vocale Kalicantus Ensemble specializzato nell’esecuzione della musica dei secoli XIV-XVI con il quale presenta programmi in cui convivono pacificamente insieme alla Musica le altre espressioni dell’Arte.


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