Estate tizianesca 2021

Estate tizianesca 2021

Conversazioni d’arte, letture, concerti, immersioni nella natura e workshop

Un’estate alla scoperta della cultura e del paesaggio del Cadore, di Cortina e del Comelico per vivere la montagna anche in modo diverso

5 luglio – 28 agosto 2021                                  

Torna nel cuore delle Dolomiti bellunesi l’Estate tizianesca: dal prossimo luglio, con tantissimi eventi in diverse sedi a Pieve di Cadore e in suggestive località del territorio (Cadore, Comelico, Cortina), si rinnova l’appuntamento con il pubblico degli appassionati d’arte e cultura, con uno spirito di ripartenza positiva e consapevole, nella convinzione che la cultura abbia un ruolo determinante in ogni processo di cambiamento.

Cosi l’iniziativa della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, realizzata con il Patrocinio della Regione Veneto e della Fondazione Dolomiti Unesco, in collaborazione con la Magnifica Comunità di Cadore, il Magnifico Comune di Pieve di Cadore e il Comune di Cortina d’Ampezzo, (oltre al sostegno di tante altre importanti istituzioni), da un lato mira a proporre ai turisti che arriveranno in queste valli  un modo diverso per vivere la cultura, la storia e i paesaggi di queste straordinarie montagne; dall’altro punta ad offrire occasioni di rigenerazione delle periferie e dei piccoli borghi montani.

Workshop e laboratori di disegno e di musica, con un occhio di riguardo ai giovani; conferenze di autorevoli storici dell’arte; concerti di vario genere; la V edizione della Fiera del Libro Boschi di Carta; attività esperienziali, ecc.

“Ai laboratori destinati ai ragazzi abbiamo voluto dare un ruolo importante – spiega la Presidente del Centro Studi Tiziano e Cadore Maria Giovanna Coletti – perché favoriscono la creatività che è fondamentale nella formazione dei giovani. Il ciclo è accompagnato dal motto “con i giovani, per i giovanissimi”: vorremmo davvero che l’estate in montagna, il contatto con la natura e con la grande tradizione culturale della patria di Tiziano fossero un’occasione di crescita e di arricchimento individuale e collettivo”.

Il via sarà il 5 luglio con un laboratorio di disegno destinato agli studenti del Liceo Artistico di Cortina che si tiene come negli anni scorsi al Forte di Monte Ricco, per concludersi il 16 agosto con la presentazione dell’opera a più mani che i ragazzi sono invitati a realizzare secondo una pratica condivisa.

Continua la bella iniziativa del Campus di violino “Gli echi della natura – Academy” curato da Corinna Canzian e promosso dall’Associazione internazionale Dolom.it, che propone agli adulti e ai ragazzi nuove esperienze che si svolgono nel principio della comunità e nell’immersione nel paesaggio. Il tal modo Pieve di Cadore offre ai giovani e alle famiglie – dal 26 luglio all’8 agosto – un’occasione per praticare un turismo di formazione.

Anche per i più piccoli sono previsti laboratori di educazione alla musica, ai suoni e alle voci del bosco grazie alla competenza di Silvia Rinaldi, che unisce tradizioni e pratiche orientali con quelle occidentali, così da stimolare curiosità e immaginazione.

Sempre opera di giovani è il film TITIANUS. Storia di un film non-finito, realizzato grazie ad un finanziamento della Regione del Veneto e dedicato al grande pittore cadorino. La regia é di Tommaso Brugin. Giovani ricercatori sono anche i destinatari del premio dedicato alla memoria di Gemma Donata Nicolosi Dal Pozzolo, riservato al più bel saggio inedito su Tiziano. Il vincitore, oltre al premio in denaro, potrà contare sulla pubblicazione del suo scritto nella rivista Studi tizianeschi.

Le conversazioni e le conferenze in programma quest’anno sono dedicate ovviamente a Tiziano e al suo contesto ma non solo, trattando temi di storia dell’arte di ampio respiro sia locali che di interesse europeo. Save Venice, ormai presenza tradizionale dell’Estate di Pieve di Cadore, presenta per esempio l’esito dei due recenti e straordinari restauri: quello dell’”Annunciazione” di Tiziano nella cappella Malchiostro del Duomo di Treviso (di cui parlerà Don Paolo Barbisan il 31 luglio) e quello del Ciclo delle opere di Carpaccio alla Scuola Dalmata (illustrato da Gabriele Matino e Valentina Piovan il 9 agosto), entrambi finanziati dalla generosa organizzazione americana.

Non mancano le presentazioni di mostre passate come l’esposizione londinese sulle opere mitologiche del Cadorino e quelle di importanti eventi in preparazione, in particolare l’attesa mostra bellunese su Tiziano e i Suoi in programma a fine anno. Su quest’ultima interverrà il 27 luglio il curatore Enrico Maria Dal Pozzolo.

La mostra invece del pittore cadorino Aldo De Vidal, esposta nelle due sedi di Lorenzago e Pieve, viene illustrata dal curatore, Matteo Da Deppo.

Stefania Mason, neo presidente del Consiglio Scientifico della Fondazione,
racconterà il mestiere del pittore nel microcosmo complesso e variegato che è la bottega veneziana del Cinquecento, con la sua gerarchia, la sua dotazione e il connesso commercio dei colori, che rendono così particolare la pittura veneziana. L’appuntamento è a Pieve per il 2 agosto; i centri artistici di Venezia e di Anversa sono messi a confronto da Bernard Aikema che delinea due differenti Rinascimenti.

Il tema dell’architettura viene affidato a Viviana Ferrario che presenta le vestigia della Grande Guerra in Comelico, catalogate dal Ministero dei Beni Culturali; mentre Gianmario Guidarelli presenta il metodo di ricerca innovativo applicato alle chiese di Venezia.

Il rapporto tra il pittore e incisore seicentesco Giuseppe Diamantini e il Comelico viene invece ricostruito da Letizia Lonzi a dimostrazione della vivacità della committenza nella vallata nei secoli scorsi.

Infine a connotare l’Estate Tizianesca anche il ciclo di concerti curato dal maestro Delio Cassetta, il creatore della bellunese Dolomiti Symphonia Orchestra, a cui si deve la scelta degli esecutori.

Nell’insieme oltre 30 eventi che coinvolgeranno in principale modo Pieve di Cadore e Cortina, ma anche Dosoledo di Comelico Superiore, Valle di Cadore, Padola, Cibiana, Calalzo e Vinigo di Cadore, Pozzale e Nebbiù di Cadore.

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Tiziano protagonista nella riapertura dei musei a Milano e Mantova

Tiziano protagonista nella riapertura dei musei a Milano e Mantova

  

 Tiziano Vecellio, Venere che benda Amore,  1565, Galleria Borghese, Roma

Dopo molti mesi di chiusura a seguito della emergenza Covid-19, finalmente i musei riaprono anch’essi imprescindibili per un ritorno completo alla normalità. Tiziano Vecellio sarà protagonista in due importanti eventi che festeggeranno questo momento.

Già dal 13 maggio e fino al 27 settembre 2021 il Museo Poldi Pezzoli di Milano, presenta “La Forma del Tempo”: una mostra dedicata al rapporto dell’uomo con il tempo, dall’antichità alle soglie dell’età moderna, attraverso considerazioni della scienza, della letteratura e dell’arte. La mostra, a cura della conservatrice Lavinia Galli, si articola in tre sezioni e presenta sculture, codici, dipinti e preziosi orologi notturni italiani del Seicento. Tra gli autori Gian Lorenzo Bernini, Andrea Previtali, Bernardino Mei e Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio e anche Tiziano Vecellio con una delle opere più controverse: L’Allegoria della Prudenza. L’opera realizzata nel 1550 circa e di difficile decodificazione, proviene dalla National Gallery di Londra, dov’è custodita. Sopra i tre volti che rappresenterebbero il Presente, il Passato e il Futuro, Tiziano vi inserì in latino un detto sentenzioso traducibile in “Basandosi sul passato, il presente agisce con prudenza, per non rovinare il futuro”.

Quasi in contemporanea, a Modena, prodotte e organizzate da Fondazione Palazzo Te e Museo Civico di Palazzo Te, tre mostre e un programma di eventi dal nome “Venere Divina. Armonia sulla terra” con l’obiettivo di esplorare il mito di Venere associato all’idea di rinascita. Il progetto si sviluppa in tre momenti espositivi che partendo da un excursus sul patrimonio iconografico giungeranno ad una riflessione sulla potenza attuale del mito della dea. Il pubblico potrà così scoprire le oltre 25 rappresentazioni di Venere presenti nel Palazzo, tra stucchi e affreschi, tra cui la scultura della “Venere Velata” appartenuta a Giulio Romano. Sarà però il secondo appuntamento del programma che vedrà protagonista Tiziano con la mostra “Tiziano. Venere che benda Amore”, dal 22 giugno al 5 settembre 2021. Nelle sale del palazzo mantovano si potrà ammirare il capolavoro di Tiziano Vecellio conservato alla Galleria Borghese di Roma, nel quale il maestro cadorino presenta Venere nell’atto di bendare il piccolo Eros appoggiato sul suo grembo, mentre un altro putto, probabilmente Anteros, osserva la scena con aria assorta. L’opera si inserisce perfettamente nel progetto Venere Divina e costituisce uno dei vertici della rappresentazione della divinità nel Cinquecento.


IL RITRATTO DI CARLO V A CAVALLO HA LASCIATO IL PRADO PER SCENDERE NELLE VIE DI MADRID

Il ritratto di Carlo V a cavallo ha lasciato il Prado per scendere nelle vie di Madrid 

 
© Museo Nacional del Prado  

Dal 18 maggio fino al 6 giugno il Museo Nacional del Prado ha lanciato un’iniziativa molto particolare intitolata A la vuelta de la esquina (Dietro l’angolo), con la quale ha deciso di far “uscire” dalle sale del museo venti riproduzioni di opere d’arte conservate nelle proprie collezioni.

Le riproduzioni delle opere originali, a grandezza naturale, dotate di cornici e di didascalie nonché di un apposito QR Code per approfondire la conoscenza dell’opera, sono scese così nelle strade di Madrid con l’obiettivo di “cambiare la vita quotidiana dei cittadini e stimolare la visita ai musei”.

Alle fermate della metro, all’ingresso dei giardini pubblici o semplicemente dietro l’angolo le opere d’arte hanno invaso la città fermando i passanti che, curiosamente sorpresi di ritrovarle lì immerse nella quotidianità, hanno scattato foto per i social e hanno avuto modo di fruire della cultura in modo semplice e “naturale”.  Non poteva mancare tra queste venti opere il celebre Ritratto di Carlo V a cavallo di Tiziano che ha reso l’attesa al semaforo, presso il quale era stato posizionato, sicuramente più piacevole e stimolante.

Un’iniziativa davvero interessante e importante quella del Prado che ha avuto un grande riscontro di pubblico e che ha permesso da un lato di far entrare ancora di più l’arte nella vita di tutti i giorni, ma allo stesso tempo ha anche permesso di focalizzare l’attenzione sull’importanza dei musei per la salvaguardia, la trasmissione e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, in un momento particolare come quello che stiamo vivendo.


La storia dell’arte illustrata e la stampa di traduzione tra XVIII e XIX secolo

Convengo Internazionale di Studi su La storia dell’arte illustrata e la stampa di traduzione tra XVIII e XIX secolo

 
Francesco Borsi da Tiziano Vecellio, Deposizione nel sepolcro, acquaforte e bulino (con coloritura ad acquerello), seconda metà del XVIII secolo

Il 10 e 11 giugno 2021 si terrà un Convengo Internazionale di Studi su La storia dell’arte illustrata e la stampa di traduzione tra XVIII e XIX secolo, un evento che si potrà seguire online sulla piattaforma Microsoft Teams, organizzato dal Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Chieti-Pescara “G. D’Annunzio”. I temi che verranno affrontati, da studiosi italiani e stranieri, di calibro internazionale, sono molteplici e abbracciano una produzione illustrativa e riproduzionistica lunga almeno due secoli, con riflessioni artistiche, iconografiche, storiografiche, editoriali, collezionistiche e letterarie di grande interesse.

A tale importante occasione di incontro e di studio parteciperà anche, nella giornata di venerdì 11 giugno, alle ore 15, la curatrice della raccolta di stampe della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore Francesca Cocchiara, con un intervento focalizzato sul tema di Tiziano nelle incisioni di traduzione tra XVIII e XIX secolo, conservate nella raccolta della Fondazione stessa, ad oggi il nucleo più ricco – numericamente e non solo – presente in Italia per tali tipi di materiali.

Nel suo contributo, la studiosa si proporrà di delineare il fenomeno dell’eccezionale diffusione figurativa dell’opera pittorica e grafica del maestro cadorino, evidenziando alcuni aspetti finora mai indagati dalla critica, quali nodi attributivi – spesso errati o fraintesi – aspetti riguardanti le stime numeriche dei soggetti riprodotti, nonché questioni di carattere tecnico, visto che proprio durante i secoli interessati dal Convengo i procedimenti della stampa d’arte subirono notevoli progressi.

Si invitano, dunque, gli amici della Fondazione, gli appassionati e tutti coloro che potranno essere interessati a questo tema, a seguire il ricco Convegno, in modalità online registrandosi al seguente indirizzo email: lastoriadellarteillustrata@gmail.com

 


Tiziano, tra arte e affari

Tiziano, tra arte e affari

 
Tiziano Vecellio, Ritratto di Isabella d’Este, 1534-1536, Kunsthistorisches Museum , Vienna  

Nell’epistolario di Tiziano[1], a cura di Lionello Puppi e pubblicato nel 2012 per conto della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, vengono raccolte le lettere scritte e ricevute dall’artista ai familiari e ai prestigiosi committenti. Dalla lettura delle missive emerge una differenza stilistica importante: quando si rivolge ai familiari scrive di proprio pugno. Il tono risulta brusco e non si cura di calligrafia e di garbo formale; al contrario, lo scritto diventa fluido e corretto se i destinatari sono imperatori, dogi e cardinali in quanto ben confezionato dagli scrivani a cui Tiziano si rivolge. Infatti se la lettera doveva raggiungere l’imperatore Carlo V, o i principi italiani, ricorreva a scrivani di professione, come Giovan Mario Verdizzotti, a suo servizio nella bottega, e a volte al linguaggio elegante e raffinato dell’amico Pietro Aretino.

I documenti riportano informazioni della sua vita professionale che le sole opere d’arte non sono in grado di svelare, e che rimarcano la natura imprenditoriale dei Vecellio. Comunque in tutti gli scritti predomina l’interesse ossessivo per i soldi.

Ma come per tanti artisti dell’epoca il recupero dei crediti non risultava spesso così scontato. Il complicarsi delle trattative per un dipinto era un problema comune a molti colleghi e potevano non essere sufficienti energie e abilità politiche per la riscossione di un saldo. Ancor più si faceva difficile se le committenze erano importanti come quella di Carlo V o Filippo II, per i quali concedere la posa e l’effige all’artista era considerata già una lauta gratificazione. Mentre il premio in denaro un puro valore simbolico, ideale estraneo a Tiziano, che a capo di una grande bottega doveva stipendiare i propri collaboratori e apprendisti.

Dall’epistolario di Tiziano emerge infatti un rapporto “tormentato” con il denaro, per cui investe energie, sia nel sollecitare un compenso, sia nel tentare di farsi abbassare le tasse imposte dalla Serenissima.

Per Tiziano, una volta acquisita notorietà, fu difficile pensare di realizzare i quadri senza spendersi nella cura dei propri guadagni. Di questo non se ne interessò il suo primogenito Pomponio che, morto Tiziano, fu presto capace di dissipare l’intero patrimonio, disperdendo le eccezionali opere di mano dell’artista custodite nella bottega.

 [1] Tiziano. L’epistolario a cura di L. Puppi, Alinari-24Ore, 2012.


Destina il 5 per mille dell’IRPEF alla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore

Destina il 5 per mille dell’IRPEF alla 

Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore

 

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il tuo aiuto ci permette di valorizzare il grande pittore
e la sua terra, il Cadore,

nonché di investire nella formazione e nella creatività dei giovani

Destina il 5 per mille dell’IRPEF
alla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore
con la dichiarazione dei redditi del 2020

Va indicato nell’apposito spazio della dichiarazione il
Codice fiscale 92013390254


Stefania Mason nuova presidente del Consiglio scientifico

Stefania Mason nuova presidente del Consiglio scientifico

Nel corso del Consiglio generale della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, la presidente Maria Giovanna Coletti informa i Soci della nomina di Stefania Mason a nuova presidente del Consiglio scientifico, eletta all’unanimità per il triennio 2021/23.

Succede a Bernard Aikema, a cui si deve il merito di aver impostato il metodo di ricerca basato sul rapporto tra centro e periferia, di aver diretto i progetti del Centro Studi e di essere stato il curatore delle quattro linee editoriali, che hanno portato alla pubblicazione di circa venti titoli.

Le neo eletta, già professore ordinario di Storia dell’arte moderna e direttore della Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte dell’Università di Udine, ha diretto le sue ricerche soprattutto verso la pittura e la grafica veneta, tra Quattrocento e Seicento, dagli artisti forestieri a Venezia, allo studio sistematico di Palma il Giovane di cui ha pubblicato il catalogue raisonné e di cui ha esposto molti disegni al Museo Correr di Venezia (1990).

Si è dedicata anche alla pittura narrativa di Vittore Carpaccio, alla bottega di Jacopo Bassano, alle opere di Giorgione, Tiziano e Veronese nelle collezioni veneziane, alla pittura su pietra nera. E’ stata impegnata per le recenti celebrazioni di Tintoretto in occasione delle mostre di Colonia/Parigi e Venezia/Washington. Nel 2018 ha curato la mostra di Ajaccio sulla pittura del Seicento a Venezia.

Ha ideato e diretto il progetto “Il collezionismo artistico a Venezia dalle origini al Settecento”, per la Fondazione Venezia, culminato nei tre volumi (2007, 2008, 2009).

Ha tenuto cicli di lezioni di lezioni a Tokio, Kyoto, e Parigi. Alla Sorbona ha tenuto un corso di dottorato in Storia dell’Arte.

E’ spesso ospite in convegni a New York, Cambridge, Madrid e Londra. Ha fatto parte dell’Adivisory Commettee del Getty Research Institute di Los Angeles.

Fa parte del comitato scientifico di « Arte Veneta », « ArtItalies », « Studi tizianeschi », ed è socia dell’Ateneo Veneto.

Nel discorso programmatico indirizzato ai soci e ai membri del Consiglio Scientifico Stefania Mason si dice onorata del nuovo incarico che svolgerà mantenendo il doppio indirizzo negli studi, internazionale e locale. Si impegnerà nel rafforzare il patrimonio delle stampe e della fototeca.

I progetti locali valorizzeranno i beni del territorio e sarà portato a termine il progetto sulle dimore storiche del Comelico e del Cadore. Di volta in volta darà vita a comitati ad hoc, come prevede lo Statuto del Centro Studi, per le iniziative locali della Fondazione, in collaborazione con le Istituzioni e gli studiosi del Cadore.


Premio annuale intitolato alla memoria di Gemma Donata Nicolosi Dal Pozzolo

Premio annuale intitolato alla memoria di Gemma Donata Nicolosi Dal Pozzolo


La Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore promuove la quinta edizione del premio annuale intitolato alla memoria di Gemma Donata Nicolosi Dal Pozzolo. Possono partecipare giovani studiosi italiani e stranieri (di età non superiore ai 35 anni compiuti) che presentino un saggio inedito su Tiziano, relativo ad aspetti legati alla biografia, alla produzione, alla committenza, al collezionismo, alla ricezione critica, al restauro e alla diagnostica, ammettendo pure contributi relativi alla famiglia Vecellio, alla bottega, alla stretta cerchia, alle derivazioni, alle copie e alle falsificazioni. Il saggio dovrà presentare elementi di originalità con dati o interpretazioni nuovi.

Il testo (di lunghezza non inferiore a 20 cartelle, per 2000 battute l’una, note comprese) potrà essere redatto in lingua italiana, in inglese o in francese e verrà giudicato dal Consiglio Scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore (costituito da Stefania Mason, presidente, Bernard Aikema, Enrico Maria Dal Pozzolo, Miguel Falomir, Augusto Gentili, Sylvia Ferino-Pagden, Frederick Ilchman).

Al vincitore saranno assegnati 1500 euro, più il rimborso delle spese di trasferta (per un massimo di 500 euro) sostenute e documentate per la consegna del premio, che avverrà a Pieve di Cadore nell’arco della rassegna dell’Estate tizianesca. Il saggio sarà pubblicato in uno dei volumi della rivista “Studi Tizianeschi”. La commissione si riserva altresì di segnalare come idonei alla pubblicazione entro la stessa rivista altri saggi non premiati economicamente. Non potranno partecipare i vincitori di una delle edizioni precedenti.

I testi devono essere inviati entro e non oltre il 15 giugno 2025, con le immagini relative, libere dai diritti di riproduzione, all’indirizzo email della Fondazione: centrostudi@tizianovecellio.it

La comunicazione sarà data al vincitore entro il 15 luglio 2025 e resa pubblica nel sito della Fondazione.


Gemma Donata Nicolosi Dal Pozzolo è nata a Gorizia il 10 agosto del 1940. Appassionata d’arte, si è formata all’Università Internazionale dell’Arte di Venezia, specializzandosi in restauro di dipinti antichi, sotto la guida del prof. Clauco Benito Tiozzo. Per anni ha lavorato come restauratrice per collezionisti privati, ma si è soprattutto dedicata alla sua famiglia, con cui ha condiviso l’amore per la pittura, la natura, gli animali e la verità. È scomparsa a Padova l’8 gennaio del 2021.


GLI IMPREVISTI DEL MESTIERE

Gli imprevisti del mestiere

 Tiziano Vecellio, Ritratto di Carlo V a cavallo 1548, Museo del Prado, Madrid

Il 1° settembre 1548 Tiziano scriveva, in una delle sue lettere indirizzate ad Antoine Perrenot de Granvelle, che “Anchor mi starò sei zorni qua per spedir de Sua Maestà a cavalo, il qual porta più tempo de quello che io pensava[1]”. Come si può ben intendere il dipinto di cui si scrive è proprio il famoso Ritratto dell’Imperatore Carlo V a cavallo a Mühlberg, oggi conservato presso il Museo Nacional del Prado, che commemora la vittoria di un anno prima del sovrano sulle truppe della Lega di Smalcalda.

Quello che forse a molti è sconosciuto è il motivo del ritardo della consegna. I dipinti ad olio su tela necessitavano di lunghi periodi di “stallo” per l’asciugatura dei colori e delle vernici utilizzati. Per questo motivo era pratica comune esporre i dipinti, solitamente eseguiti durante la stagione calda estiva, all’azione del vento o delle correnti d’aria. Proprio in occasione di uno di questi momenti di asciugatura all’aria il dipinto di Carlo V a cavallo sarebbe infatti stato sollevato da una folata e sarebbe andato a sbattere contro un palo con violenza. La tela si strappò così in corrispondenza della groppa del cavallo provocando una lacerazione a forma di sette. Tiziano dovette correre ai ripari, anche grazie all’aiuto del pittore Christoph Amberger, ricucendo lo strappo e ridipingendo la parte lesionata, posticipando così la consegna alla committenza. L’incidente accaduto, sapientemente nascosto all’occhio dei contemporanei di Tiziano, è stato però riportato alla luce in un restauro del 2009 del Museo del Prado nel quale grazie alle indagini diagnostiche è stato possibile vedere la lacerazione e il successivo intervento dell’artista.

Imprevisti di questo tipo risultavano essere frequenti non solo tra i più “maldestri” pittori, ma anche tra i più grandi e importanti pittori, come appunto nel caso appena visto di Tiziano. La grande differenza e abilità stava però nel saper sapientemente porre rimedio al danno, riuscendo a ingannare così anche l’occhio della famiglia imperiale che accolse di buon grado il dipinto tizianesco.

[1] Lettera integrale disponibile in Tiziano. L’epistolario a cura di L. Puppi, Alinari-24Ore, 2012, pp.155-157.


FIGURE FEMMINILI NEL MITO E NELLA CULTURA: IL CASO DI EVA

Figure femminili nel mito e nella cultura: il caso di Eva

Tiziano Vecellio, Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre, dettaglio, (1550 ca.), Museo del Prado, Madrid

Nella storia culturale occidentale la figura femminile è stata da sempre carica di significati tra i più vari e anche opposti. Le donne del mito e della storia antica sono legate alla conoscenza, alla disobbedienza, alla forza, alla sottomissione, al sovvertimento delle regole imposte dalla società. Abbiamo conosciuto Dee, Sibille, Muse, eroine delle tragedie, del mito, della cristianità che in maniera differente hanno subìto il loro destino o ne sono state invece le protagoniste.

Eva, una tra le donne più importanti di tutta la storia, è considerata la “disobbediente” per antonomasia, accusata di indurre al Peccato e di aver cambiato le sorti “in negativo” del genere umano, che da allora in poi sarà costretto a dover lavorare, a dover soffrire. Ma Eva non è soltanto colei che induce al peccato, è anche colei, come riporta Bettina Knapp in Women in Myth, che comprende “il potere insito nel frutto che pende dall’albero della conoscenza del bene e del male nel Giardino dell’Eden”. Una donna coraggiosa che cerca la conoscenza, che cerca di comprendere l’ignoto, di fare un passo avanti verso il progresso, qualunque conseguenza esso porti con sé. la disobbedienza e la curiosità di Eva diventano quindi, secondo alcuni studiosi, l’emblema della scienza che attraverso le sue scoperte è in grado di cambiare l’intera struttura ed esistenza umana.

Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre è un dipinto a olio su tela di Tiziano realizzato intorno al 1550, e dal 1585 inventariato tra le proprietà di Antonio Pérez. In esso il pittore riprende la posizione dei due progenitori, Adamo seduto ed Eva in piedi, dalla rappresentazione del medesimo soggetto a opera di Raffaello nella Stanza della Segnatura. Nonostante in questa rappresentazione non si alluda alla “spontanea” volontà di Eva di raccogliere il frutto, quanto ad una tentazione da parte del bambino-serpente, la figura di Eva è messa però in grande risalto all’interno della composizione e quindi della storia, grazie alla posa innaturale della figura e all’utilizzo di una colorazione brillante della carnagione della donna.