La bottega del pittore a Venezia nel Cinquecento: qualche riflessione
MICHEL HOCHMANN
La bottega del pittore a Venezia nel Cinquecento: qualche riflessione
Lunedì 31 luglio 2023 ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore
Intendiamo esplorare diversi aspetti riguardanti le botteghe dei pittori. Partendo dalla documentazione disponibile, cercheremo di capire come erano organizzate, quante persone vi lavoravano, con quale statuto. Guarderemo il caso dei grandi maestri del periodo, Tiziano in particolare. Evocheremo la formazione dei garzoni e i materiali dei quali disponevano. Vasari, come si sa, accusa Tiziano dicendo che non disegnava abbastanza e che non studiava a sufficienza « cose scelte, antiche e moderne ». Nuovi documenti dimostrano che, contrariamente a quanto argomentato da Vasari, i metodi d’insegnamento non erano radicalmente diversi a Venezia da quelli che s’incontravano a Firenze. Anche a Venezia, i giovani apprendisti copiavano calchi e sculture, sia antiche che moderne. Daremo qualche indicazione in proposito riguardante in particolare Tiziano. Infine esamineremo certi aspetti dell’organizzazione del lavoro: nuove ricerche hanno permesso di capire, in particolare, come i maestri facevano riprodurre le loro invenzioni dai loro discepoli (un fenomeno già sottolineato dai contemporanei di Tiziano) per soddisfare le esigenze di un mercato sempre più esteso.
Michel Hochmann è directeur d’études (professore) all’Ecole pratique des Hautes Études e preside della sezione di Scienze storiche e filologiche. Insegna storia della pittura italiana del Cinque e del Seicento. E stato, dal 1993 al 1998, direttore del dipartimento di storia dell’arte all’Accademia di Francia a Roma (Villa Medici). Studia la pittura veneziana del Cinquecento, al quale ha dedicato la sua tesi di dottorato (Peintres et commanditaires à Venise, 1541-1628) pubblicata nel 1992. Si è anche interessato ai rapporti artistici tra Venezia e Roma durante il Cinquecento, ai quali ha anche dedicato un libro (Venise et Rome. Deux écoles de peinture et leurs échanges, Genève, 2004). Ha lavorato sulla storia del collezionismo a Roma, sulle collezioni Farnese e Medici in particolare, e ha collaborato al progetto diretto da Stefania Mason sul collezionismo a Venezia, codirigendo con lei e con Rossella Lauber il primo volume (Il collezionismo d’arte a Venezia. Dalle origini al Cinquecento). Più di recente, si è interessato alla storia delle tecniche artistiche (Colorito. La technique des peintres vénitiens de la Renaissance, Turnhout, 2016). Ha organizzato o participato all’organizzazione di diverse mostre (in particolare, con Roland Krischel, alla mostra del Musée du Luxembourg e del museo Walraff Richartz, Tintoretto. A star was born, 2017, sulla giovinezza di Tintoretto). Sta preparando un libro sul mestiere del pittore a Venezia durante il Cinquecento.
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Inaugurazione esposizione di stampe Tiziano, Valentin Lefèvre e il paesaggio
Tiziano, Valentin Lefèvre e il paesaggio
30 luglio/10 settembre 2023
Casa natale – Pieve di Cadore
La tradizionale mostra estiva ospitata nella casa natale di Tiziano si rinnova nel nome della collaborazione tra la Magnifica Comunità di Cadore e la Fondazione Centro Studi Tiziano con l’esposizione Tiziano, Valentin Lefèvre e il paesaggio, curata da Peter Luedemann, che mette in mostra venti stampe nelle quali l’incisore riprende il paesaggio dei dipinti del Cadorino.
“È nel settore delle incisioni che il suo rapporto con le opere di Tiziano si fa stretto e stimolante, rivelando una profonda comprensione del maestro cadorino, soprattutto nella scelta di temi paesaggistici. Il “Fiorentino detto Valentino quondam Romano Lafèvre da Brusselles pittore fiamengho” – scrive Stefania Mason nella presentazione del catalogo della mostra – non vedrà pubblicate, in quanto uscite postume nel 1682, le sue ventotto acqueforti da originali, o creduti tali, di Tiziano, nell’Opera selectiora dell’editore Jacopo van Campen unitamente alle molte tratte da opere veronesiane. Il ricco patrimonio della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, messo insieme anche con il supporto di illuminati donatori, ha offerto il nucleo portante della mostra, integrato da esemplari della raccolta della Magnifica Comunità. Il rinnovato interesse per il paesaggio di noi contemporanei, drammaticamente motivato anche dal cambiamento climatico provocato dall’alterazione dell’equilibrio tra uomo e natura, può trovare elementi su cui riflettere in queste acqueforti in cui il mondo naturale ha spesso un ruolo preponderante, riportandoci ancora una volta al nostro grande Tiziano e alla sua sensibilità in anticipo sui tempi.”
Peter Lüdemann dopo aver studiato storia dell’arte e filologia italiana alle università di Treviri e Marburg è stato borsista della Bibliotheca Hertziana di Roma, dell’Istituto Germanico di Storia dell’Arte di Firenze, della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e del Centro Tedesco di Studi Veneziani. Ha lavorato presso i Musei Statali della Baviera a Monaco e insegnato alla Philipps-Universität di Marburg. Fra le sue pubblicazioni si annoverano monografie sul nudo femminile nel Rinascimento veneto e sulla grafica tizianesca nonché diversi saggi usciti su riviste italiane e tedesche come Venezia Cinquecento, Studi di Storia dell’Arte, Studi tizianeschi, il Marburger Jahrbuch für Kunstwissenschaft e il Wallraf-Richartz-Jahrbuch. Attualmente è impegnato soprattutto in un progetto di ricerca sul pittore veneziano Vincenzo Catena (ca. 1470-1531).
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Concerto del Trio Tonon, Covre e Segreto - Mozart e Brahms, due opere nel periodo della piena maturità
TRIO MATTIA TONON, violino e viola, FEDERICO COVRE, violoncello e ALESSANDRO SEGRETO, pianoforte
Mozart e Brahms, due opere nel periodo della piena maturità
Sabato 29 luglio 2023 ore 21.00
Sala Polifunzionale – San Vito di Cadore
MATTIA TONON, violino e viola
FEDERICO COVRE, violoncello
ALESSANDRO SEGRETO, pianoforte
L’idea del concerto Mozart e Brahms, due opere nel periodo della piena maturità nasce con l’intento di accostare questi due compositori di stile diverso con due brani composti nella fase avanzata della loro maturità. Sentiremo dunque l’evoluzione completa dello stile e dell’utilizzo timbrico dell’organico trio, in Mozart più brillante con il violino, mentre in Brahms più caldo e profondo con la viola.
Ingresso libero
Per info e prenotazioni: orchdolom.bl@virgilio.it
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Leonardo Da Vinci nella Sala delle Asse al Castello Sforzesco
CLAUDIO SALSI
Leonardo Da Vinci nella Sala delle Asse al Castello Sforzesco
Martedì 25 luglio 2023 ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore
Leonardo da Vinci nel 1498 ricevette dal Duca di Milano, Ludovico Maria Sforza, detto Ludovico il Moro, l’incarico di decorare la Sala delle Asse del Castello di Milano. La decorazione progettata da Leonardo ed eseguita con l’aiuto di collaboratori, prevedeva un grande pergolato che, a partire da diciotto grandi alberi di gelso (in latino morus) dipinti lungo le pareti, si sviluppava a coprire interamente la volta in una fitta composizione di rami e corde dorate, intrecciati in complicati nodi di grande eleganza. La finalità dell’impresa era encomiastica, illusionistica e simbolica. Con l’avvento della dominazione francese, nell’anno successivo, il lavoro si interruppe e rimase incompiuto.
Sulle pareti dell’angolo nord della sala si ammira ancora il cosiddetto Monocromo: un’ampia porzione di disegno preparatorio raffigurante le robuste radici di un albero di gelso che si insinuano nel terreno e, con forza dirompente, spaccano rocce e massi di forma squadrata. Nell’ultimo ventennio del ‘900 la decorazione appariva interessata da estesi fenomeni di degrado che, oltre a minacciare la conservazione del Monocromo, ne falsavano la corretta lettura. A partire dal 2013, da parte del Castello Sforzesco con la collaborazione delle Soprintendenze milanesi e dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, fu quindi avviato un complesso intervento di recupero della Sala riguardante l’intera superficie pittorica.
Il programma, articolato in diverse fasi tra cui un cantiere di studio, ha portato al restauro del Monocromo, concluso nel 2015, e a un delicato intervento di descialbo che ha interessato le pareti riportando alla luce sorprendenti tracce di disegno preparatorio del progetto decorativo originario: la continuazione dei robusti tronchi dei gelsi e alcuni straordinari dettagli naturalistici, tra cui un piccolo brano di paesaggio.
L’ultima fase tuttora in corso interessa la superficie policroma della volta e delle lunette e ha lo scopo prioritario di bloccare le cause di degrado e rendere nuovamente leggibile la pittura leonardesca superstite, nel rispetto dei diversi interventi di restauro precedenti.
CLAUDIO SALSI è stato Soprintendente del Castello Sforzesco di Milano e Direttore dei Musei Civici Archeologici e Storici. Dal 2007 insegna Storia del disegno, dell’incisione e della grafica all’Università Cattolica di Milano. È autore di numerosi saggi su temi di incisione antica, moderna e contemporanea, iconografia, arti applicate e museologia. Tra le decine di mostre temporanee si segnala solo la più recente: Bosch e un altro Rinascimento (Milano – Palazzo Reale), che ha co-curato con Bernard Aikema e Fernando Checa. Nel 2015 ha diretto il progetto di un nuovo museo per la Pietà Rondanini di Michelangelo presso l’Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco. Ha presieduto il comitato scientifico del cantiere di restauro della Sala delle Asse di Leonardo all’interno del Castello di Milano. Nel 2019 ha coordinato Milano Leonardo 500, un progetto culturale per la città metropolitana milanese, dedicato al centenario di Leonardo. Attualmente è presidente della Fondazione Boschi-Di Stefano (Milano), del comitato scientifico del Castello del Buonconsiglio di Trento e componente del comitato scientifico della Fondazione Brescia Musei.
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Tiziano messo a fuoco: novità, chiarimenti e valutazioni
CHARLES HOPE
Tiziano messo a fuoco: novità, chiarimenti e valutazioni
Giovedì 20 luglio 2023 ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore
Nel considerare l’intero corpus delle fonti e dei documenti su Tiziano, e’ possibile ripercorrere gran parte della sua vita e soprattutto mettere a fuoco, con nuovi risvolti, molti aspetti della sua carriera. In questa conferenza verranno illustrate alcune novità’ emerse, tra cui: questioni di attribuzione e datazione di alcune opere, lo sviluppo stilistico di Tiziano, le relazioni intrattenute con i suoi più’ importanti committenti e amici stretti, il legame con Pieve di Cadore, la sua ricchezza, e la dispersione dei suoi beni in seguito alla sua morte.
Charles Hope si è laureato a Oxford dove ha inoltre conseguito il dottorato nel 1975 con una tesi su Tiziano. Nel 1976 ha avuto il suo primo incarico al Warburg Institute di Londra diventandone vicedirettore nel 1999 e direttore nel 2002 sino al 2010. Tra i molti riconoscimenti ed incarichi ricevuti, è stato Slade professor of Fine Art alla Oxford University (1985-86) e Research Reader della British Academy di Londra (1993-95). La sua ricerca sul Quattro e Cinquecento Italiano, ed in particolare su Tiziano, è apparsa in oltre 170 articoli di riviste e atti di convegni internazionali e cataloghi di mostre (di cui è stato membro di molteplici comitati scientifici). E’ inoltre autore di Titian (Londra 1980) e curatore di Benvenuto Cellini, Autobiography (Oxford 1983, con Alessandro Nova) e Il regno e l’arte: i camerini di Alfonso I d’Este, terzo duca di Ferrara (Firenze 2012). Dal 1980 è collaboratore del London Review of Books e dal 1982 del New York Review of Books. Nel 2022 ha ricevuto la cittadinanza italiana.
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La pala di Pieve di Cadore di mano di Tiziano
La pala di Pieve di Cadore di mano di Tiziano
Tiziano Vecellio, Madonna col Bambino tra i Santi Tiziano e Andrea, (1560 – ante 1568), Chiesa di Santa Maria Nascente, Pieve di Cadore
“E’ motivo di grande soddisfazione per la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore” dichiara la presidente Maria Giovanna Coletti” festeggiare la ricorrenza dei venti anni di attività con un intervento permanente di tutela e valorizzazione dell’unica opera di Tiziano presente in Cadore con il restauro della pala raffigurante la Madonna con Bambino tra i Santi Tiziano e Andrea.
Il lavoro, durato due mesi, ha riacceso i colori dell’opera, riportandoli quasi come erano circa quattrocentocinquanta anni fa, quando il pittore la dipinge per la cappella di famiglia della Chiesa Arcidiaconale della sua città natale e testimonia il legame tra il pittore e la sua terra d’origine. Il luogo di destinazione spiega il carattere intimo e quasi “privato” dell’opera, nella quale il pittore si rappresenta mentre assiste alla scena sacra in uno straordinario autoritratto, simile a quello conservato al Prado, dipinto successivamente.”
Nell’edizione del 1568 delle Vite Giorgio Vasari definiva il dipinto “bellissimo” e di mano di Tiziano. Lo stato conservativo non permetteva la lettura oggettiva della cromia perché occultata da vari strati di vernici ossidate e da campiture pittoriche dovute a interventi successivi, tanto che l’attribuzione condivisa era quella di “Tiziano e aiuti”.
Le analisi fisiche e chimiche effettuate prima e durante il restauro, con la comparazione dei dati storici, lo studio del disegno preparatorio e della tecnica di esecuzione, portano ad una conferma: nell’opera vi è l’impronta inconfondibile della sola mano di Tiziano, che vi ha lavorato senza aiuti.
La pala di Pieve di Cadore entra così nel novero delle opere autografe del Maestro. Il restauro è avvenuto in piena collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso, con l’Ufficio per i Beni Culturali della Conferenza Episcopale Triveneta, con la Diocesi Belluno–Feltre, e con l’Arcidiaconato del Cadore. La consulenza scientifica è stata prestata da Stefania Mason, Enrico Maria Dal Pozzolo e da Don Paolo Barbisan. Il restauro è stato condotto da Francesca Faleschini e da Anna Sparacino.
L’operazione è stata garantita dalla generosità di Galvalux, eccellenza mondiale nel settore del colore su metallo. Il sistema illuminotecnico, che assicura le migliori condizioni di illuminazione del quadro, è stato donato da Linealight Group, azienda internazionale specializzata nel settore dell’arte.
Largo ai giovani sulla Montagna di Tiziano per l'estate
Largo ai giovani sulla Montagna di Tiziano per l’estate
Gli spazi del Forte di Monte Ricco di Pieve di Cadore ospitano giovani artisti e creativi impegnati nella rigenerazione culturale dell’intero Monte.
Il progetto, denominato RI.C.A.MO, è realizzato grazie al buon esito della partecipazione al bando Nuovo sviluppo indetto dalla Fondazione Cariverona, che lo ha finanziato.
Il progetto, denominato RI.C.A.MO, gode della partnership del Comune di Pieve, del Consorzio BIM Piave di Belluno, della CCIAA Treviso-Belluno Dolomiti, Confindustria Belluno Dolomiti e il Gal Alto Bellunese, ha il fine di far riabitare l’altura attraverso una serie di laboratori di pratiche artistiche pedagogiche incentrate sul tema della conoscenza e interpretazione del paesaggio destinati ai giovani e ai più piccoli.
Venti giovani artiste padovane guidate da Maurizio Paccagnella, il referente artistico del progetto, hanno il compito di valorizzare il luogo con interventi di land art per ricucire la relazione tra centro storico e monte. Quegli stessi spazi saranno riabitati dai bambini attraverso laboratori teatrali e di musica insieme alle loro famiglie.
Un incontro tra giovani e giovanissimi coinvolti in pratiche di rigenerazione più innovative per ripensare la montagna. Coesione sociale e crescita culturale saranno determinanti nel percorso di consapevolezza della comunità.
L’attenzione da parte della Fondazione Tiziano verso Monte Ricco ha origine nel 2018 quando all’interno del progetto Interreg Italia – Austria commissiona all’architetto Antonio De Rossi la realizzazione del masterplan denominato “La montagna di Tiziano”.
Alcune linee guida del sopracitato piano vengono oggi riprese dall’architetto, autore del saggio La costruzione delle Alpi (Donzelli 2014), che rinnova la collaborazione grazie a una convenzione sottoscritta tra il Centro Studi e il Politecnico di Torino. Fanno parte dell’équipe le architette Laura Mascino, Margherita Valcanover e Federica Serra.
Il 10 e il 14 luglio, al Parco Roccolo, si terranno i laboratori di recitazione per i ragazzi dai 6 ai 10 anni e il 31 luglio e il 1° agosto, al Forte di Monte Ricco, i laboratori di recitazione per i ragazzi dai 10 ai 14 anni a cura di Maura Fundone.
Il 17 e 19 luglio al Forte di Monte Ricco e il 17 luglio al Parco Roccolo si terranno le attività denominate Gli e chi del legno a cura di Corinna Canzian, con Andrea Da Cortà, Franco Ferloni e Mariagrazia Marcon.
Il 2,3,7 e 12 agosto Le favole sonore a cura di Silvia Rinaldi e Annamaria Marta vedranno la partecipazione di giovani dai 6 ai 10 anni.
In bottega con Tiziano. Linee generali e qualche caso locale
ENRICO MARIA DAL POZZOLO
In bottega con Tiziano. Linee generali e qualche caso locale
Venerdì 23 giugno 2023 ore 21:00
Aula civica Museo della Battaglia – Vittorio Veneto (TV)
Tiziano fu una stella, e attorno ad essa gravitò un sistema di collaboratori più o meno stretti. Nella conferenza Enrico Maria Dal Pozzolo farà una panoramica sui principali di costoro e sui meccanismi operativi che li legavano al maestro. Molti erano suoi parenti, altri amici o figli di amici, altri ancora ammiratori disposti a molto pur di stargli vicino per imparare. Nessuno di costoro, però, fu in grado di rubare a Tiziano il segreto della sua grandezza, che si portò nella tomba, nel 1576, dopo più di sette decenni di attività inesausta.
Enrico Maria Dal Pozzolo. Nato a Padova nel 1963, è professore associato, idoneato, di Storia dell’Arte Moderna, lavora dal 1999 all’Università di Verona. É specializzato in pittura veneta del Rinascimento e del Barocco. Ha al suo attivo più di quattrocento pubblicazioni scientifiche, tra volumi monografici (su artisti quali Lorenzo Lotto, Giovanni Bonconsiglio, Giorgione, Simone Peterzano, El Greco – ma anche su temi iconografici, di storia del mercato artistico e della falsificazione), articoli e saggi, curatela di convegni internazionali e di cataloghi di mostre, schede e recensioni. Ha curato mostre scientifiche a Venezia (Palazzo Ducale, Museo Correr), Roma (Palazzo Venezia, Castel Sant’Angelo), Madrid (Prado) e Londra (National Gallery of Art). All’attività di ricerca accademica, accompagna anche un aspetto di divulgazione, con conferenze e lezioni, due film-documentari (su Giorgione e Lorenzo Lotto), partecipazione a inchieste televisive (BBC1) e radiofoniche, e articoli su riviste e quotidiani (collabora alla pagina culturale de “La Repubblica”). Ha curato il catalogo Lorenzo Lotto. Catalogo generale dei dipinti.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili
per prenotazioni: museivittorioveneto@aqua-naturaecultura.com – 388.4741241
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Ritratti di artisti e ritratti di professionisti nel Rinascimento veneto ed europeo
BERNARD AIKEMA
Ritratti di artisti e ritratti di professionisti nel Rinascimento veneto ed europeo
Mercoledì 21 giugno 2023 ore 21:00
Aula civica Museo della Battaglia – Vittorio Veneto (TV)
La ritrattistica è una dei generi qualificanti dell’arte del Rinascimento. Molti dei personaggi raffigurati nei ritratti quattro e cinquecenteschi si identificano tramite gli “strumenti” della loro professione. Questo vale per i pittori, gli scultori e gli architetti che in tal modo si mostrano fieri del loro mestiere. Ma anche altri professionisti – dai sarti ai macellai agli scienziati – si identificano orgogliosamente tramite il lavoro che svolgono. Rimarchevole questa valutazione positiva dei mestieri: nel Trecento, Petrarca li aveva condannati tutti come vili e plebei. La nuova stima delle professioni trova la sua espressione nei ritratti dei grandi artisti, da Jan van Eyck a Albrecht Durer, da Tiziano a Passerotti, da Lorenzo Lotto a Moroni, e molti altri ancora. Nella conferenza Bernard Aikema presenterà il mondo dei mestieri nella grande ritrattistica rinascimentale, evidenziando come in queste opere pittoriche emerga, per la prima volta nella storia europea, un concetto nuovo, dignitoso, e, se vogliamo, “democratico”, del mondo delle professioni.
BERNARD AIKEMA. Laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricerca spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. E’ stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo
Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; ha avviato l’attività della Fondazione Tiziano e Cadore impostando i metodi di ricerca del Centro Studi, del quale è stato presidente del Consiglio scientifico dal 2003 al 2020; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Nel 2017 ha curato la mostra per Palazzo Ducale “Jheronimus Bosch e Venezia” ed è stato supervisore dell’esposizione “Tiziano, Tintoretto, Veronese”, allestita al Museo Puskin di Mosca. Nel 2018 ha curato a Palazzo Reale di Milano “Albrecht Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia” e nel 2022, sempre a Palazzo Reale di Milano, “Bosch e un altro Rinascimento”.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili
per prenotazioni: museivittorioveneto@aqua-naturaecultura.com – 388.4741241
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Il cantastorie Carpaccio tra la sua Venezia verosimile e l'Oriente immaginario
STEFANIA MASON
Il cantastorie Carpaccio tra la sua Venezia verosimile e l’Oriente immaginario
Venerdì 16 giugno 2023 ore 18.30
Palazzo Giacomelli – Treviso
In parallelo con la mostra in Palazzo Ducale dedicata al pittore, e alla sua scelta raffinata di dipinti e disegni da musei internazionali, Stefania Mason scorrerà i cicli che lo rivelano grande interprete della pittura narrativa veneziana e che si possono ammirare in città: dalla favola dedicata a Sant’Orsola (ora Gallerie dell’Accademia) alle storie per la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, l’unico ancora nel suo luogo originale. Il giovane emergente nel 1490 con l’Arrivo a Colonia del primo ciclo con la sua Venezia parallela, si trasforma nel regista di scene ambientate in un Oriente fantastico nel secondo, con qualche divagazione sulle Due dame del Museo Correr, sul misterioso Cavaliere Thyssen e altro ancora.
Stefania Mason è stata professore ordinario di Storia dell’arte moderna e direttore della Scuola di specializzazione in Storia dell’arte all’Università di Udine.
I suoi studi, rivolti soprattutto all’arte veneta del Rinascimento e alla storia del collezionismo, hanno portato a numerose pubblicazioni, alla cura di mostre in Italia e in Europa e a collaborazioni con importanti istituzioni come il Getty Research Institute di Los Angeles e all’INHA di Parigi.
E’ presidente del Consiglio Scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.
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