GABRIELE MATINO E MELISSA CONN - Attorno alla Pala di Vinigo. Francesco Vecellio tra pittura e mercatura

Francesco Vecellio e bottega (?), Madonna col Bambino tra  San Giovanni Evangelista e  San Giovanni Battista, Chiesa di San Giovanni Battista, Vinigo di Cadore

EVENTO SAVE VENICE
GABRIELE MATINO E MELISSA CONN

Attorno alla Pala di Vinigo. Francesco Vecellio tra pittura e mercatura

Venerdì 2 agosto 2024 ore 18.00
Chiesa di San Giovanni Battista –  Vinigo di Cadore 

Nel 2011, nella rivista scientifica Studi Tizianeschi della Fondazione Centro Studi Tiziano e Pieve di Cadore compariva il Regesto per Francesco Vecellio a cura di Gabriele Matino ed Elia D’Incà. Questo lavoro raccoglieva e riordinava tutti i documenti allora conosciuti sul fratello di Tiziano con l’obiettivo di gettare le basi per una migliore comprensione della sua figura storica e artistica. A distanza di tredici anni, uno dei due autori torna sull’argomento per riesaminare il ruolo di Francesco all’interno della bottega di Tiziano, dove all’arte si sovrapponevano attività complementari come il commercio di legname. La presentazione ruoterà attorno ad alcune delle opere più note di Francesco – come le portelle d’organo della chiesa veneziana di San Salvador e della Pala di Sedico, entrambe restaurate da Save Venice – per poi concentrarsi sulla Pala di Vinigo e il suo contesto.

GABRIELE MATINO è Research Associate di Save Venice e curatore indipendente. Ha conseguito il Ph.D. in Art History alla University of Nottingham (2014), e ha insegnato alla University of Nottingham (2013-14) e alla University of York (2018-19). Tra le borse di studio più recenti ricevute ci sono la 3-year European Union Research Scholarship (2009) e la Gladys Krieble Delmas Foundation Grant for Independent Research in Venice and the Veneto (2014). Come Curatorial Fellow di Save Venice ha curato la mostra Arte, fede e medicina nella Venezia di Tintoretto (2018-19), e sempre come borsista di Save Venice (Research Fellow) ha pubblicato assieme alla Prof.ssa Patricia Fortini Brown il volume Carpaccio a Venezia. Itinerari (2020). Più recentemente ha curato assieme a Frederick Ilchman, Robert Echols e Andrea Bellieni la mostra a Palazzo Ducale Venetia 1600. Nascite e Rinascite (2021-22). Attualmente sta lavorando con Davide Gasparotto a un volume dedicato ai grandi restauri di Save Venice sull’opera di Tiziano, e agli atti del convegno internazionale su Vittore Carpaccio (2023) assieme a Peter Humfrey.

 MELISSA CONN, storica dell’arte e direttrice di Save Venice, comitato privato internazionale di salvaguardia per Venezia.

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STEFANIA MASON - Un magico "ponte" tra Tiziano e Rubens. La fortuna di un dipinto perduto


Tiziano Vecellio, Disegno preparatorio per la Battaglia di Cadore, 1537, Parigi, Musée du Louvre, Département des Arts graphiques

STEFANIA MASON

Un magico “ponte” tra Tiziano e Rubens. La fortuna di un dipinto perduto

Segue inaugurazione mostra Casa natale

Giovedì 1° agosto 2024 ore 17.00
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore

Stefania Mason introduce alla mostra-dossier, di cui è curatrice, dal titolo Un magico “ponte” tra Tiziano e Rubens. La fortuna di un dipinto perduto, che la Magnifica Comunità di Cadore ospita nella Casa natale del pittore per il mese d’agosto, rinnovando la collaborazione con la Fondazione dedicata a Tiziano, che mette a disposizione le opere e cura i contenuti.

Per la curatrice l’esposizione diviene l’occasione di riconsiderare l’intenzione di Tiziano, dallo stesso mai esplicitata su quale fatto bellico si sia ispirato per eseguire il dipinto. Con un’attenta ricostruzione delle fonti, la studiosa giunge alla conclusione che il pittore rappresenta non altro che il glorioso fatto d’arme del 1508, con il quale la Serenissima sconfigge le truppe imperiali di Massimiliano I. Pertanto, quella dipinta da Tiziano è proprio la Battaglia di Cadore. Si avvalora così l’attribuzione avanzata da Lionello Puppi nel 2009, in occasione del Convegno per celebrare la ricorrenza dei cinquecento anni.

La mostra porta all’attenzione come le invenzioni pittoriche del Cadorino abbiamo ispirato gli artisti europei dei secoli successivi, soprattutto Rubens. Diviene inoltre l’occasione per contestualizzare la supposta intenzione del pittore di riprendere quell’impresa avvenuta nel “suo” Cadore. La storia, con il supporto delle immagini, viene raccontata e documentata con chiarezza nel piccolo, ma pregiato, catalogo che accompagna l’esposizione. Anche questo è merito dell’impegno di Stefania Mason, nella veste di presidente del Consiglio scientifico della Fondazione.

Tutto ciò è merito dalla donazione di Fabio Zanella, in memoria dei genitori Luisa e Sincero e del lascito di Giovanni Maria Susin, artefici di due azioni lungimiranti e generose destinate al Cadore.

Infine, riprendendo il “magico ponte” e superata la sua immagine sempre emozionante, vi è lo spazio per una riflessione sul suo significato metaforico, attribuendogli una connotazione positiva: non più luogo di scontro violento, di morte e di divisione, ma elemento simbolico per costruire legami, per superare il vecchio e andare verso il nuovo, per riunire ciò che è separato e diverso. Che sia un auspicio nei nostri tempi.

L’esposizione chiarisce quale sia stata la fonte di ispirazione per Rubens, un dettaglio che in questo intervento non si svela per lasciare al visitatore il piacere della scoperta.

STEFANIA MASON è stata professore ordinario di Storia dell’arte moderna e direttore della Scuola di specializzazione in Storia dell’arte all’Università di Udine.

I suoi studi, rivolti soprattutto all’arte veneta del Rinascimento e alla storia del collezionismo, hanno portato a numerose pubblicazioni, alla cura di mostre in Italia e in Europa e a collaborazioni con importanti istituzioni come il Getty Research Institute di Los Angeles e all’INHA di Parigi.

È presidente del Consiglio Scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.

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TIZIANO SENZA FINE - Proiezione docufilm


Tiziano Vecellio, Amor sacro e Amor  profano, 1515 ca., Galleria Borghese, Roma 

Tiziano senza fine
Proiezione Docufilm

Martedì 30 luglio 2024 ore 18.00
Casa di Tiziano l’Oratore – Pieve di Cadore 

Dopo le proiezioni nazionali di Palazzo Reale di Milano, del teatro di Ca’ Foscari a Venezia, di Apriti Cinema presso gli Uffizi, della Galleria Borghese, dei Musei Civici agli Eremitani di Padova, dopo quelle internazionali all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna e all’Institut Catholique di Parigi, il Docufilm Tiziano senza fine, prodotto dalla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e Land Comunicazioni, sarà per la seconda volta ospitato a Pieve di Cadore, presso la Casa di Tiziano l’Oratore, sede della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.  La riproposta della proiezione cadorina è motivata dal fatto che dal 2022, quando il film è stato realizzato, ad oggi, ben tre opere sono state restaurate: l’Assunta dei Frari, la Madonna di Sedico e quella di Pieve. Pertanto si è scelto di procedere alla sostituzione delle immagini inserendo le opere restaurate. La tecnologia digitale lo ha permesso.

In soli 52 minuti viene raccontata la grandezza di un artista come Tiziano, lasciando parlare soprattutto le sue opere. Con semplicità narrativa e precisione storica il docufilm ne svela le radici, i contesti, i rapporti, la fortuna e pure le pene. Tiziano senza fine è un racconto della produzione artistica del maestro senza dimenticare una narrazione accurata delle sue vicende private, i rapporti con i committenti e la sua vita pubblica.

Le sue opere custodite in musei, palazzi e chiese, in Italia così come all’estero continuano ad affascinare, a raccontare e a ispirare di generazione in generazione.

I due registi, Luca e Nono Criscenti, hanno realizzato un racconto visivo accompagnato dalla narrazione di tre autorevoli storici dell’arte, Enrico Maria Dal Pozzolo, Augusto Gentili e Stefania Mason, a cui va aggiunta la quarta voce, quella della musica di Matteo D’Amico.

Il risultato filmico si sgrana tra sguardi, voci, suoni: un insieme per entrare nella vita, privata e pubblica, e nell’opera di Tiziano, dai suoi primi passi ai suoi ultimi segni sulla tela. Un racconto, sui luoghi dei suoi giorni – le montagne del suo Cadore, i colori della sua Venezia – e con le sue opere, viste là dove si conservano, nelle chiese, nei palazzi, nei musei di mezzo mondo. La sua vita, la sua pittura: i personaggi che ha ritratto e i ritratti di sé stesso, le sfide, gli amori, le pene. Un percorso cronologico, con le voci dei tre studiosi che si alternano agli sguardi sui dipinti, colti nell’intero e sezionati nei dettagli, alla ricerca della loro identità. Sguardi senza voci, accompagnati dai suoni. Non tutte le opere, non un catalogo, ma quasi tutti i capolavori, scelti per tratteggiare al meglio le fasi della storia di Tiziano.

Quando scende dalle montagne del Cadore è solo un ragazzo. Arriva in una Venezia al culmine della sua gloria portando negli occhi i colori della sua terra. E riesce a raccogliere l’eredità di una grande tradizione pittorica, assorbendo le novità di Giovanni Bellini e lavorando fianco a fianco con Giorgione agli affreschi del Fondaco dei tedeschi.

Da quel momento Tiziano non si ferma più, attraversa tutto il Rinascimento, contribuendo a scriverne la storia, per lasciare un’eredità che verrà raccolta dai più grandi maestri della pittura europea, da Rubens a Caravaggio, da Rembrandt a Velazquez, da Delacroix agli impressionisti francesi.

Un viaggio nel mondo di Tiziano, «il pittore più geniale e più innovativo» (Stefania Mason), «l’erede della cultura umanistica veneziana» (Enrico Maria Dal Pozzolo) e un artista che «dura secoli e rimane per secoli» (Augusto Gentili).

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FRANCESCO MORICI - Concerto per pianoforte


Francesco Morici, pianista

FRANCESCO MORICI

Concerto per pianoforte con musiche di Scarlatti, Mozart, Liszt, Skrjabin

Domenica 28 luglio 2024 ore 21.00
Sala Polifunzionale – San Vito di Cadore

Francesco Morici, giovane pianista ventenne, ci propone un viaggio musicale nel tempo, composizioni dal 1700 al 1900.

Iniziando con una Sonata in Si minore di Domenico Scarlatti, nato nel 1685 (lo stesso anno di nascita di Handel e Bach) concepita per il clavicembalo ma eseguita oggi con il pianoforte siamo nei primi decenni del 1700, si passa nel 1774 anno di composizione della Sonata KV 281 di W. A. Mozart, dallo stile formale classico e trasparente.

E’ stata scritta invece nel 1830 la Sonata in Re minore di F. Liszt S.161 con il titolo “Aprés une Lecture du Dante”. Ritenuto uno dei più grandi virtuosi del pianoforte, a Liszt si attribuisce il merito di avere sviluppato la tecnica pianistica.

Termina questo viaggio con la Sonata n. 4 di Skriabin, composta nel 1903. Considerato da molti il più grande compositore simbolista russo, fu un innovatore e controverso artista.

Francesco Alexander Morici, a sette anni inizia a prendere lezioni di pianoforte con il prof. Antonello Guaianuzzi alla filarmonica di Maniago (PN). Nel 2018 supera con un dieci l’esame pre-accademico di primo livello del Conservatorio J. Tomadini di Udine in pianoforte e continua tuttora il suo percorso da privatista di studi classici. Dal dicembre 2019 è seguito del Maestro Sebastian Di Bin e dalla Maestra Irina Ovtchinnikova. Ha partecipato ai concerti proposti da Piano City Pordenone nel 2020, 2021, 2022. Nel 2021 ha vinto quattro medaglie di Platino nei concorsi Global International Music Competition e AQOYMF, è valutato il 9° degli 11 migliori finalisti nel Concorso Italo Americano Music Contest. Nel 2023 ha vinto il terzo premio al Concorso Internazionale Musicale Città di Cervignano nella categoria E.

Ingresso libero – Per info e prenotazioni: orchdolom.bl@virgilio.it

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MELISSA CONN E NORA GIETZ - A tu per tu con Giulia Lama


Restauro dipinto Giulia Lama © Save Venice 

EVENTO SAVE VENICE
MELISSA CONN E NORA GIETZ

A tu per tu con Giulia Lama

Giovedì 25 luglio 2024 ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore 

Save Venice, l’organizzazione non-profit dedicata alla conservazione dell’arte e dell’architettura a Venezia, ha lanciato nel 2021 “Women Artists of Venice” (WAV), un programma volto a studiare, preservare e valorizzare le opere di artiste e artigiane premoderne, tra le quali Rosalba Carriera (1673-1757) e Giulia Lama (1681-1747). Questo ambizioso progetto mette insieme il restauro e la ricerca scientifica, e ha come obiettivo la divulgazione dei nuovi risultati e scoperte attraverso conferenze, pubblicazioni ed esposizioni. Il settore della conservazione è coordinato da Melissa Conn, mentre quello della ricerca è guidato dalla Prof.ssa Tracy Cooper, con il supporto di Nora Gietz per la ricerca archivistica e storico-artistica.

Dall’ 8 febbraio all’ 8 giugno 2024, Save Venice ha sostenuto la mostra “A tu per tu con Giulia Lama: una donna artista del Settecento veneziano”, che ha presentato cinque tele di Giulia Lama recentemente restaurate grazie al programma Women Artists of Venice (WAV) di Save Venice. La mostra ha avuto due sedi espositive. I Quattro Evangelisti, provenienti dalla chiesa di San Marziale, erano esposti alla Pinacoteca Manfrediniana; la Vergine in preghiera, normalmente collocata nella chiesa di Santa Maria Assunta a Malamocco, era visibile nella Sacrestia della Basilica della Salute. La mostra ha offerto l’eccezionale opportunità di poter osservare da vicino le opere restaurate prima del loro definitivo ritorno nelle rispettive sedi.

Melissa Conn e Nora Gietz parleranno di Giulia Lama e la sua vita artistica a Venezia, spiegando i risultati dei restauri delle opere e le problematiche della ricerca archivistica.

Save Venice è la principale organizzazione non-profit americana dedicata alla salvaguardia del patrimonio storico artistico di Venezia. Fondata nel 1971, in seguito alle devastanti inondazioni del 1966, ad oggi Save Venice ha finanziato il restauro di quasi 2.000 opere d’arte. Con sedi a New York e Venezia, Save Venice finanzia borse di studio, mostre e pubblicazioni. Dal 2015 presso l’ufficio veneziano è stata istituita la Rosand Library & Study Center, punto di riferimento per la ricerca sull’arte, la storia e la conservazione veneziana. Dopo le inondazioni di novembre e dicembre 2019, Save Venice ha attivato il “Immediate Response Fund”, un fondo per finanziare interventi urgenti di messa in sicurezza e restauro di opere d’arte ed edifici veneziani danneggiati dall’acqua e dall’umidità.

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BERNARD AIKEMA - Dürer e il Rinascimento nelle Alpi


Marx Reichlich, Ritratto di Gregor Angerer, 1519, Innsbruck, Ferdinandeum

BERNARD AIKEMA
Dürer e il Rinascimento nelle Alpi

Martedì 23 luglio 2024 ore 18.00
Museo Civico di Palazzo Fulcis – Belluno

Il Castello del Buonconsiglio organizza una grande mostra per festeggiare il centenario della sua istituzione come museo (1924-2024), in ideale continuità con Il Gotico nelle Alpi (2002), la grande retrospettiva dedicata alla tarda età medievale. L’esposizione del centenario dal titolo DÜRER E GLI ALTRI RINASCIMENTI IN RIVA ALL’ADIGE (6 luglio – 13 ottobre 2024) si propone di visualizzare la presenza – fugace ma particolarmente significativa – di Dürer in Trentino con disegni, acquerelli, incisioni e dipinti, evidenziando inoltre come, e in quali modi l’arte di Dürer abbia stimolato gli artisti locali a trovare nuove forme espressive. Il passaggio di Albrecht Dürer in Trentino, avvenuto nel 1494/95, costituisce un episodio di grande rilevanza nella carriera del maestro norimberghese e nelle dinamiche dei rapporti artistici fra la Germania e l’Italia, lasciando tracce non indifferenti nella regione di Trento e nei territori dell’Adige.

Johannes Cochlaeus nella sua Brevis Germaniae Descriptio da Norimberga rammentava nel 1512 che “Trento è la frontiera della Germania verso l’Italia, dove gli abitanti parlano la lingua italiana e la tedesca”. Su questa frontiera, e sugli scambi artistici che ne sono nati durante il Rinascimento.
Partendo dallo spettacolare “caso Dürer”, il progetto intende infatti illustrare nei termini più ampi possibili le origini di quel Rinascimento originale, sui generis, che si sviluppa in Trentino tra 1470 e 1530/40. Tale stile nuovo, o meglio, l’insieme di tali nuovi stili (perché in realtà si tratta di linguaggi di un Rinascimento variegato e diffuso), si realizza in una pluralità di forme grazie a contatti molteplici, che spaziano dall’Italia settentrionale, alla Germania, ma anche alle Fiandre. Il Trentino è sempre stata un’area di transizione fra il mondo tedesco e quello italiano, con la valle d’Adige come grande e primaria via di comunicazione commerciale e culturale fra le regioni a Nord e a Sud delle Alpi. Allo stesso tempo, il Trentino e il Tirolo meridionale vantavano alcune sedi episcopali (Bressanone, Trento) e commerciali (Bolzano) che costituivano realtà urbane di prim’ordine. Per certi aspetti area periferica rispetto alla rete dei principali centri politici ed economici dell’Italia settentrionale e centrale, il Trentino, accoglieva però importanti nuclei urbani, che garantivano le condizioni per lo sviluppo di una sorta di laboratorio per innovative soluzioni artistiche in un’epoca – i decenni attorno al 1500 – di intensa trasformazione artistica e culturale che interessava tutta l’Europa. Ed è in questa doppia prospettiva che la mostra intende presentare le varie espressioni d’arte della regione, non in termini capillari ed esaustivi, ma tramite una serie di “casi” e momenti  ritenuti esemplari dai curatori, che tengono conto delle diversità politiche, culturali ed artistiche proprie della regione.
Un capitolo decisivo è inoltre quello legato al ruolo dell’imperatore Massimiliano I, sovrano per il quale. Dürer prestò servizio. Massimiliano si fece proclamare imperatore proprio il 4 febbraio 1508 a Trento (Choronatio Caesaris) con una sfarzosa cerimonia e il vescovo Neydeck volle che la circostanza fosse ricordata nelle portelle dell’organo di Santa Maria Maggiore dipinte da Falconetto.

L’esposizione è a cura di Bernard Aikema, Laura Dal Prà, Giovanni Maria Fara, Claudio Salsi.

La presentazione della mostra di Trento al Museo Civico di Palazzo Fulcis di Belluno di martedì 23 luglio viene preannunciata come un’occasione di conoscenza. “Un periodo artistico” sostiene Bernard Aikema “di grande interesse, poco noto al grande pubblico, e mai esposto nel suo insieme, che va letto come un altro Rinascimento sorprendente e presentato secondo un’ampia prospettiva geografica e di metodo. Il Trentino – e l’attiguo Tirolo – si configura come tipica zona di passaggio e di periferia, che vede lo sviluppo di nuove forme espressive, spesso di altissima qualità”.

BERNARD AIKEMA. Laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricerca spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. È stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; ha avviato l’attività della Fondazione Tiziano e Cadore impostando i metodi di ricerca del Centro Studi, del quale è stato presidente del Consiglio scientifico dal 2003 al 2020; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Nel 2017 ha curato la mostra per Palazzo Ducale “Jheronimus Bosch e Venezia” ed è stato supervisore dell’esposizione “Tiziano, Tintoretto, Veronese”, allestita al Museo Puskin di Mosca. Nel 2018 ha curato a Palazzo Reale di Milano “Albrecht Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia” e nel 2022, sempre a Palazzo Reale di Milano, “Bosch e un altro Rinascimento” e nel 2024 presso il Castello del Buonconsiglio di Trento, Dürer.

Per informazioni e prenotazioni: 0437 913323 – prenotazionimuseo@comune.belluno.it.

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SEBASTIANO GIORDANO - Il mondo in un castello: echi d'incantesimi tra curiosità e delizie delle Arti

Castello di Lusa – Feltre

SEBASTIANO GIORDANO

Il mondo in un castello: echi d’incantesimi tra curiosità e delizie delle Arti

Sabato 13 luglio 2024
Castello di Lusa – Feltre 

“Dove le acque del mare non arrivano, i flutti del cuore creano le maree”. Sono questi i versi che potrebbero riassumere l’agire della vita di un benemerito restauratore d’arte che si è voluto applicare – per un’intera esistenza – come geometra-architetto, arredatore, scenografo, collezionista abile non solo nel leggere la Storia ma tanto intelligente nel ricrearla e conservarla. A lui dobbiamo la ricostruzione architettonica e il riabbellimento d’arredo e decorativo dello strategico Castello di Lusa, a Villabruna, presso Feltre e presso il panoramico Parco delle Dolomiti bellunesi. La storia originaria dell’insediamento risale addirittura alla Tarda Età del Bronzo, perseguita in epoca protovillanoviana e poi retica e anticoromana, fino a divenire la sede feudale fortificata dei Vescovi dell’area bellunese, in sostituzione della medievale Famiglia Lusa. In pieno Rinascimento il Castello difensivo divenne proprietà residenziale dell’aristocratica Famiglia Villalta. Nei millenni, eventi sismici ed eventi bellici interessarono le vicissitudini del complesso architettonico, fino all’ultimo recente scrupoloso restauro generale durato un venticinquennio. Il patrimonio artistico amorevolmente raccolto nel tempo comprende quadri, sculture, incisioni, arredi storici, ceramiche, vetri, tessuti-costumi-vesti d’epoca tra Occidente e Oriente, strumenti musicali, strumenti tecnicoprofessionali artigianali, vari oggetti di arti applicate tradizionali, giocattoli, rarità esotiche e curiosità, oltre ad un’ampia raccolta fotografica. La visita s’inoltrerà quindi in un lungo percorso interno sostando, tra l’altro, nella Camera della Musica, nella Wunderkammer, nel Teatrino, nella Biblioteca, in un tripudio di sfide intellettuali e di sfavillii di esiti di restauri artistici nel labirintico susseguirsi di ambienti dove tutto è allusivo e così magico da risultare più vero del vero storicizzabile, mentre Arte, Artisticità e Artificiosità s’incarnano qui senza soluzione di continuità, senza attriti o frizioni stridule. Restauri, rifacimenti, rielaborazioni, rimaneggiamenti, rimodulazioni, rifusioni, ridipinture, riscalpellamenti, insomma vere “ricreazioni” attraggono il visitatore tanto da tonificarlo con una certa spensieratezza d’animo, una certa felicità e leggerezza dell’essere umano. Attualmente il Castello è anche sede del Centro per la Documentazione e lo Studio delle Arti Applicate della Cultura e delle Tecniche Artigianali Antiche” oltre a ospitare la Biblioteca di Storia dell’Arte del noto professore Terisio Pignatti.

 Sebastiano Giordano, dopo gli studi nelle Università “La Sapienza” di Roma e “Federico II” di Napoli, ha svolto ricerche e collaborazioni, tra gli altri, con Romeo De Maio, Maurizio Marini, Maurizio Fagiolo dell’Arco, Chiara Frugoni. Ha tenuto lezioni e seminari nei programmi culturali dell’Istituto di Studi Filosofici di Napoli, nell’Accademia di Belle Arti di Roma, all’Università di Bologna, alla Sapienza Università di Roma etc. Per un trentennio è stato collaboratore nella Redazione dell’Accademia Nazionale dei Lincei di Roma. Tra i suoi libri e articoli storico-artistici: San Giorgio e il drago: riflessioni lungo un percorso d’arte, Roma 2005; A proposito di Daphnis et Chloé, Roma 2006; Una nuova lettura dell’allegorismo cinquecentesco: “Igne Natura Renovatur Integra”, dal chaos alla redenzione in Giulio Romano, Roma 2007; Un’inedita volta affrescata a temi augustei nella Roma rinascimentale di papa Paolo III, Sora 2009; “Non del tuo fai dono al povero ma del suo fai restituzione”: propedeutica ad un’elargizione iconografica a tema filantropico, Bologna 2015; Introduzione alla mirabil esperimentazione mercuriale in chiave iconografica cristiana, Roma 2023; Il trompe-l’œil con la Pietà giovanile di Michelangelo dipinto da Prospero Mallerini, Todi 2024.

E’ necessaria la prenotazione a visite@tizianovecellio.it / 0435501674

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Teatro - “Il corpo, che ossessione!” La Fontana Conta

Teatro

LA FONTANA CONTA

“Il corpo, che ossessione!”


Palazzo Poli De Pol – San
Pietro di Cadore 

Sabato 22 giugno ore 20.45
Palazzo Poli De Pol – San Pietro di Cadore 

Più volte si sono portate all’attenzione del pubblico iniziative e progetti miranti alla rigenerazione sociale e culturale dei piccoli comuni minacciati dallo spopolamento.

È nota l’importanza del teatro amatoriale come pratica di aggregazione sociale e culturale, capace di coinvolgere in modo inclusivo generazioni diverse mettendo in relazione giovani e anziani in un’esperienza creativa.

Nelle piccole comunità il teatro diviene strategico perché crea comunicazione tra le persone, favorisce il benessere psicologico e migliora la capacità di socializzare.

Tali obiettivi sono perseguiti con successo dalla Compagnia amatoriale La Fontana Conta.

La Compagnia, composta da attori volontari, è un insieme di persone che generosamente si mettono in gioco e che, attraverso la recitazione diventano per la durata dello spettacolo ciò che vogliono, ma che sanno al contempo trasmettere valori con la forza dell’ironia.

Pertanto La Fontana Conta, insieme alle altre realtà presenti sul territorio, è da considerarsi un patrimonio culturale del Cadore da valorizzare per la sua funzione sociale, così da entrare nella programmazione dell’Estate tizianesca 2024 con lo spettacolo “Il corpo, che ossessione!” che andrà in scena nel bel contesto di Palazzo Poli di S. Pietro di Cadore.

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Gabriele Matino - Capolavori restaurati: Save Venice e Tiziano

EVENTO SAVE VENICE

GABRIELE MATINO

Capolavori restaurati: Save Venice e Tiziano

Giovedì 6 giugno ore 20.30
Aula civica del Museo della Battaglia – Vittorio Veneto

A partire dalla fine degli anni Settanta, l’organizzazione no-profit Americana Save Venice ha finanziato le campagne di restauro di un importantissimo gruppo di opere tizianesche che spaziano dalla giovanile Pala di San Marco oggi alla basilica della Salute, fino alle straordinarie prove della sua estrema maturità come l’Annunciazione della chiesa di San Salvador e la Pietà delle Gallerie dell’Accademia, passando attraverso capolavori assoluti come l’Assunta e la Pala Pesaro ai Frari, e la Presentazione della Vergine al tempio nelle Gallerie dell’Accademia. Inoltre, l’eccezionalità dell’opera di Tiziano ha spinto Save Venice nell’entroterra veneto, dove di recente sono state restaurate l’Annunciazione del Duomo di Treviso e la Madonna col Bambino e angeli della parrocchiale di Sedico (Belluno). Nell’obbiettivo di stimolare un confronto autenticamente dialettico tra le due discipline, questo intervento rifletterà sul ruolo che i restauri di Save Venice hanno giocato nell’avanzamento degli studi dell’opera tizianesca e, allo stesso tempo, su quanto la storia dell’arte abbia saputo orientare gli interventi promossi negli anni.

GABRIELE MATINO è Research Associate di Save Venice e curatore indipendente. Ha conseguito il Ph.D. in Art History alla University of Nottingham (2014) e ha insegnato alla University of Nottingham (2013-14) e alla University of York (2018-19). Tra le borse di studio ricevute ci sono la 3-year European Union Research Scholarship (2009) e la Gladys Krieble Delmas Foundation Grant for Independent Research in Venice and the Veneto (2014). Come Curatorial Fellow di Save Venice ha curato la mostra Arte, fede e medicina nella Venezia di Tintoretto (2018-19), e sempre come borsista di Save Venice (Research Fellow) ha pubblicato assieme alla Prof.ssa Patricia Fortini Brown il volume Carpaccio a Venezia. Itinerari (2020). Più recentemente ha curato assieme a Frederick Ilchman, Robert Echols e Andrea Bellieni la mostra a Palazzo Ducale Venetia 1600. Nascite e Rinascite (2021-22). Attualmente sta lavorando con Davide Gasparotto a un volume dedicato ai grandi restauri di Save Venice sull’opera di Tiziano, e agli atti del convegno internazionale su Vittore Carpaccio (2023) assieme a Peter Humfrey.

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Il «Riposo durante la fuga in Egitto» di Tiziano va all’asta per 30 milioni di euro


Tiziano Vecellio, Riposo durante la fuga in Egitto, Longleat House, Wiltshire, Inghilterra

Dal 1600 l'opera ha attraversato l’Europa passando di mano in mano fino a far parte della collezione del marchese di Bath e custodita nella collezione di Longleat House.

Il 2 luglio verrà messa in vendita da Christie’s a Londra il “Riposo durante la fuga in Egitto», datato attorno al 1510, entra nella collezione di Bartolomeo della Nave, ricco mercante di spezie, per poi essere acquistata dal duca di Hamilton e successivamente dall'arciduca d'Austria, Leopoldo Guglielmo VI, imperatore del Sacro Romano Impero, e passare a Maria Teresa e infine a Giuseppe II: trasferito nel 1781 nel palazzo del Belvedere a Vienna, viene però trafugato dalle truppe napoleoniche nel 1809 e destinato al museo dell’imperatore francese.

In seguito il dipinto diventa di proprietà di un possidente scozzese. Infine, nel 1878, il quadro viene acquistato dal marchese di Bath e diventa parte della collezione custodita a Longleat House. Lì è rimasto fino a oggi, tranne un significativo intervallo: nel 1995 il quadro di Tiziano venne rubato e per il suo ritrovamento fu offerta una ricompensa di 100 mila sterline. Ma solo sette anni dopo, nel 2002, venne recuperato, miracolosamente intatto, a una fermata d’autobus nel centro di Londra, custodito in una borsa ma senza più la sua cornice. A rinvenirlo fu un celebre detective d’arte, Charles Hill, ex investigatore di Scotland Yard.

È uno dei pochi capolavori ad essere rimasti in mani private. La sua storia avventurosa, sapientemente comunicata, contribuirà ad accendere l'interesse dei collezionisti mondiali tanto da prevedere una battuta da record.