Esposizione di stampe – Casa di Tiziano l’Oratore, Pieve di Cadore

Esposizione di stampe a Pieve di Cadore

Cornelis Cort da Tiziano Vecellio e bottega, Diana e Callisto, bulino su carta beige

Nel nome di Tiziano. Le più belle stampe dal maestro cadorino della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore
Casa di Tiziano l’Oratore
Pieve di Cadore 17-25 maggio 2019


In occasione della Settimana della Cultura cadorina la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore propone al pubblico una preziosa selezione di incisioni dal Vecellio dal titolo “Nel nome di Tiziano. Le più belle dal maestro cadorino della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore di Pieve di Cadore”. L’esposizione, che si terrà presso la Casa di Tiziano l’Oratore, sede della Fondazione, è curata da Francesca Cocchiara, responsabile di tale raccolta, che per l’occasione ha selezionato una ventina tra le più significative riproduzioni tizianesche, scelte tra le oltre 190 stampe che costituiscono il nucleo della Fondazione uno dei più ricchi e importanti d’Italia, con pezzi di grande pregio artistico e di indiscusso valore storico, collezionistico e documentario, che spaziano dalla metà del XVI secolo – ancora in vita il maestro – fino agli inizi del XX. Tra gli incisori che spiccano in questa esposizione, proposti in ordine cronologico, non può mancare – innanzitutto – il fiammingo Cornelis Cort, che con Tiziano, negli anni di permanenza a Venezia, strinse un fortunato sodalizio, incidendone alcune delle più celebri invenzioni sotto il suo stretto controllo, come il magnifico bulino di Diana e Callisto, in esposizione, derivato da un prototipo pittorico oggi conservato a Vienna. Sono poi presenti il dalmata Martino Rota, con una delle prime trasposizioni grafiche del Martirio di San Pietro Martire, il veneziano Anton Maria Zanetti, che riproduce una delle figure dai perduti affreschi del Fondaco dei Tedeschi, nonché il veronese Domenico Cunego, responsabile dell’imponente Madonna in gloria con il Bambino e sei Santi, e il veneto Marco Comirato, con la bella acquaforte della Presentazione di Maria al Tempio, per finire con una graffiante puntasecca degli inizi del Novecento, raffigurante Cleopatra morente, di mano del tedesco William Unger, interessante perché desunta da un modello per secoli ritenuto di Tiziano, oggi invece ascritto al suo seguace olandese Lambert Sustris. Mercoledì 22 alle ore 18.00 si terrà la visita guidata dalla curatrice stessa. L’esposizione, che sarà aperta da venerdì 17 maggio, si concluderà domenica 26 (orario: tutti i giorni dalle 15.00 alle 18.30 con ingresso gratuito).


Casa di Tiziano l’Oratore:
per informazioni segreteria tel. 0435 501674;
e-mail
centrostudi@tizianovecellio.it


Workshop a Monte Ricco: progetti e pratiche contemporanee di rigenerazione del Patrimonio.

Workshop a Monte Ricco: progetti e pratiche contemporanee di rigenerazione del Patrimonio.

Un workshop di progettazione culturale integrata dedicato al Colle di Monte Ricco aperto a giovani architetti e artisti
Venerdì 12 / sabato 13 ottobre 2018 Forte di Monte Ricco – Pieve di Cadore  

La Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, in collaborazione con Dolomiti Contemporanee organizza un workshop di progettazione nell’ambito del progetto europeo Interreg Italia-Austria V A 2014-2020 STREAM – Sostenere il Turismo sostenibile, la Rigenerazione urbana e la promozione delle Arti in aree Montane. Il workshop, della durata di due giorni, ha l’obiettivo di riflettere sullo sviluppo e l’implementazione dell’area di Monte Ricco in un’ottica di rigenerazione e valorizzazione, arte e cultura, architettura e paesaggio, favorendo al contempo nuove e inedite interazioni con il sottostante spazio urbano di Pieve di Cadore. Il workshop vedrà la partecipazione di artisti, architetti e docenti universitari e ha come obiettivo la prefigurazione di idee e di indirizzi progettuali per Monte Ricco. Al workshop possono partecipare gratuitamente un numero massimo di 15 giovani artisti e architetti, tramite l’invio del proprio curriculum vitae e portfolio.


Programma del workshop:

Sera di giovedì 11 – mattina venerdì 12 ottobre:

Arrivo dei giovani artisti e architetti selezionati a Pieve di Cadore, con ospitalità nelle residenze comunali per artisti presenti a Pieve oppure presso l’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore dove è attivo Dolomiti Contemporanee

Venerdì 12 settembre, ore 9.30/12.30:

Avvio del workshop presso il Forte di Monte Ricco a Pieve di Cadore

9.30 Saluti delle Autorità

10.00 Presentazione del workshop. Intervengono:

Maria Giovanna Coletti, presidente Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore

Gianluca D’Incà Levis, curatore di Dolomiti Contemporanee,

Antonio De Rossi, direttore dell’Istituto di Architettura montana del Politecnico di Torino

11.00 Eugenio Padovan, archeologo

11.30 Moreno Baccichet, architetto urbanista esperto di approcci partecipati

14.30/18.30 Promenade alpinistico-progettuale a Monte Ricco e Pieve di Cadore (Batteria Castello, Parco del Roccolo, Falesie del Colle), Casa Natale di Tiziano e Museo dell’Occhiale

Sabato 13 settembre, ore 9.00/13.00 e 14.00/18.00:

Due sessioni di lavoro con i giovani architetti e artisti: confronto/elaborazione sui temi progettuali, restituzione testuale e grafica, realizzazione di un documento progettuale di sintesi.

Fine dei lavori con un brindisi collettivo

Il documento progettuale finale verrà presentato e discusso il 30 ottobre al Forte di Monte Ricco, dalle 16.30 alle 19.00, durante il finissage della mostra Brain-tooling; un momento di confronto pubblico, con la partecipazione degli abitanti e delle associazioni di Pieve di Cadore.


Comitato scientifico:

Maria Giovanna Coletti (Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore)

Antonio De Rossi (Politecnico di Torino)

Gianluca d’Incà Levis (Dolomiti Contemporanee)

Coordinamento:

Antonio De Rossi (Politecnico di Torino)

Conducono il workshop:

Antonio De Rossi (Politecnico di Torino)
Architetto, è professore ordinario di Composizione architettonica e urbana, e direttore del centro di ricerca Istituto di Architettura Montana, presso il Politecnico di Torino. E’ stato vicedirettore dell’Urban Center Metropolitano di Torino. Con La Costruzione delle Alpi (Donzelli, 2014), ha vinto l’edizione 2015 del Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi.

Gianluca d’Incà Levis (Dolomiti Contemporanee)
Ideatore e curatore di Dolomiti Contemporanee, e direttore del Nuovo Spazio di Casso.
A partire dal 2010, ha avviato una serie di progetti curatoriali e di riflessioni che mettono in relazione, l’arte contemporanea, il recupero di spazi industriali o civili dismessi, e la montagna. Centrale l’idea di produrre immagini rinnovative, operando su ambiente naturale e paesaggio in modo critico e proiettivo, e rifiutandone le letture stereotipe. La pratica di Dolomiti Contemporanee, sperimentale e innovativa, alimenta una riflessione che tocca ed integra tra loro gli ambiti d’arte contemporanea, archeologia industriale e ambiente naturale, cultura d’innovazione, Paesaggio e Patrimonio, imprese creative, rebranding, rigenerazione e riuso, alpinismo culturale. Nel 2013 ha ideato e avviato il Concorso Artistico Internazionale Two Calls for Vajont. Nel 2014 ha ideato e avviato Progettoborca.

Moreno Baccichet (architetto)
Architetto, dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica, insegna Urbanistica e Pianificazione territoriale presso le Università di Ferrara, Udine e Venezia. Le sue ricerche sono tese a definire l’evoluzione degli insediamenti storici in Veneto e Friuli, e a proporre nuove pratiche per la pianificazione contemporane

Marta Allegri (artista)
Artista e docente di Teorie Plastiche Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Da sempre il suo lavoro artistico riflette sulle necessità e potenzialità dell’architettura e di spazi e siti abbandonati, nella logica di una loro valorizzazione culturale.


Come partecipare al workshop

La partecipazione al workshop per gli artisti e architetti è gratuita, e comprende l’ospitalità notturna per le sere di giovedì 11 e venerdì 12 ottobre.

Il curriculum vitae/portfolio va inviato alla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore inviando una e-mail all’indirizzo

centrostudi@tizianovecellio.it

entro il giorno 21 settembre 2018.

Entro il giorno 30 settembre 2018 la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore invierà risposta circa l’esito della candidatura rispondendo all’indirizzo e-mail usato per l’invio del curriculum vitae.


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Caravaggio artista sanguigno e stellare

Caravaggio artista sanguigno e stellare

ROSSELLA VODRET
Mercoledì 29 agosto 2018 ore 18.00
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore    

Rossella Vodret parlerà non solo di quelle che sono le caratteristiche stilistiche di Caravaggio: i suoi fasci di luce, i violenti contrasti con l’ombra, i primi piani coinvolgenti che rappresentano sempre il culmine dell’azione, i modelli dal vero ripresi dalla strada e raffigurati al naturale in cui facilmente ci si riconosce, ma anche e soprattutto delle sue scelte, delle sue modifiche, delle modalità con cui, utilizzando la sua particolarissima tecnica esecutiva, elabora i suoi capolavori.
Attraverso indagini tecniche condotte in occasione della mostra a Milano a Palazzo Reale, conclusa a gennaio di quest’anno, Dentro Caravaggio, di cui Rossella Vodret è stata curatrice, sono stati delineati alcuni tratti essenziali della particolarissima tecnica esecutiva di Caravaggio: dalle prime opere in cui dipinge secondo la tradizione del suo tempo, utilizzando il disegno per impostare la composizione e una pittura a velature, alla  grande svolta delle tele della Cappella Contarelli, il suo primo incarico pubblico e di formato enorme, che lo costringe a modificare la sua prassi esecutiva, scoprendo il ruolo chiave della preparazione scura che usa per il fondo e le ombre, per giungere infine alle ultime opere, dove il buio prende il sopravvento sulla luce e le figure, delineate da poche pennellate di abbozzo, sono letteralmente inghiottite dal fondo scuro.
Sono state scoperte una serie di immagini “nascoste”, cioè realizzate in un primo momento ma poi cancellate dallo stesso Caravaggio,

Rossella Vodret, già dirigente presso la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Citta’ di Roma, già Ispettore Storico dell’arte presso la Soprintendenza per i Beni artistici e storici di Roma e Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico della Calabria. E’ stata  Soprintendente per il Patrimonio Artistico, Storico ed Etnoantropologico del Lazio.
Ha svolto incarichi di servizi speciali presso il Mibac a livello nazionale e internazionale di direzione, coordinamento generale e cura scientifica di varie mostre, tra cui si ricorda l’ultima in ordine temporale “Dentro Caravaggio” a Milano,Palazzo Reale (29 settembre 2017 – 28 gennaio 2018).


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Bassano e la “Dalpontiana methodus”. Un grande pittore dimenticato tra Veneto ed Europa

Bassano e la “Dalpontiana methodus”. Un grande pittore dimenticato tra Veneto ed Europa

BERNARD AIKEMA

Martedì 21 agosto 2018 ore 18.00

Grand Hotel Savoia – Cortina d’Ampezzo  


Nel tardo Rinascimento Jacopo Dal Ponte, nella grande bottega di Bassano del Grappa, assistito dai figli e da una grande bottega, proponeva una formula pittorica assolutamente innovativa in Italia: opere dal formato piuttosto ridotto, raffiguranti ampi paesaggi popolati da piccole figure di aspetto popolano, per niente corrispondenti alla vigente norma classicheggiante. La “Dalpontiana methodus”, come può essere battezzata, non è mai stata presa in grande considerazione dalla critica. A torto. Come si vedrà, l’opera dalpontiana, in mille varianti e copie, ha avuto un immenso successo anche fuori Italia. Non solo in termini collezionistici, ma anche come fonte d’ispirazione primaria per alcuni dei pittori e delle correnti pittoriche europee più importanti del Sei e del primo Settecento, da Caravaggio al giovane Guercino, ai grandi pittori genovesi, ai pittori di genere olandesi.

Bernard Aikema, laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricercano spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. E’ stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Nel 2017 ha curato la mostra per Palazzo Ducale “Jheronimus Bosch e Venezia” ed è stato supervisore dell’esposizione “Tiziano, Tintoretto, Veronese”, allestita al Museo Puskin di Mosca. Nel 2018 ha curato a Palazzo Reale di Milano “Albrecht Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”. Dirige progetti di ricerca internazionali ed è membro dell’Ateneo Veneto e dell’Accademia Europea; è Cavaliere all’Ordine del merito della Repubblica Italiana.

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Di padre in figlio: Jacopo Tintoretto e l'industria della bottega

Di padre in figlio: Jacopo Tintoretto e l’industria della bottega

STEFANIA MASON

Lunedì 20 agosto 2018 ore 21.00

Sala Consiliare Norma Cossetto – Municipio di Calalzo di Cadore  


Un’analisi della figura di Tintoretto, in preparazione delle grandi mostre a Venezia e Washington su questo protagonista della pittura veneziana del Cinquecento, della sua formazione e affermazione in un panorama pittorico affollato e dove fortissima era la concorrenza, con approfondimenti di alcuni aspetti della sua personalità, delle sue relazioni, delle sue sfide.
La bottega di Tintoretto diventerà con il tempo una delle principali della città attraverso la tradizionale struttura familiare, i figli, ma anche giovani artisti locali o forestieri, che collaboravano con le loro specificità, permettendogli di assumere diversi incarichi contemporaneamente e di praticare prezzi bassi in casi particolari. Alla sua morte, il passaggio del testimone al figlio Domenico che eredita assieme agli arnesi della professione, fama e incarichi, in cambio però della fedeltà al marchio di fabbrica.

Stefania Mason, professoressa emerita di Storia dell’arte all’Università di Udine, le sue ricerche si sono indirizzate soprattutto alla pittura veneta, tra Quattrocento e Settecento, dagli artisti forestieri attivi a Venezia, come Paolo Fiammingo e Ludovico Pozzoserrato, allo studio sistematico di Palma il Giovane, a Vittore Carpaccio, alla bottega di Jacopo Bassano. Le sue indagini più recenti si sono volte al collezionismo di dipinti a Venezia, in particolare sulla fortuna dei dipinti di Giorgione, Veronese, Tiziano e Bernardo Strozzi. Ha partecipato a numerosi convegni internazionali e collaborato all’organizzazione scientifica e al catalogo di mostre sulla pittura veneziana.
Ha ideato e diretto il progetto Il collezionismo artistico a Venezia dalle origini al Settecento, curando i tre volumi (Fondazione di Venezia/Marsilio, 2007, 2008, 2009) che danno conto degli esiti delle ricerche. Al suo attivo ha un centinaio di pubblicazioni in riviste italiane ed estere, atti di convegni, cataloghi di mostre e diverse opere monografiche. E’ membro del Consiglio scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.

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Jacopo Bassano. Naturalismo e religione nel 500

Jacopo Bassano. Naturalismo e religione nel 500

BERNARD AIKEMA

Domenica 19 agosto 2018 ore 18.00

Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore  


Tra i quattro grandi pittori veneziani del 500, vale a dire Tiziano, Veronese, Tintoretto e Bassano, l’ultimo viene spesso trascurato dalla critica e dal pubblico in generale; a torto perché Jacopo Bassano in una parabola di più di sessant’anni ha creato un corpus di opere di estremo interesse e di grande qualità artistica.
Nella conferenza si spiega l’importanza dell’artista soprattutto in rapporto alla situazione religiosa dell’epoca.

Bernard Aikema, laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricercano spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. E’ stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Nel 2017 ha curato la mostra per Palazzo Ducale “Jheronimus Bosch e Venezia” ed è stato supervisore dell’esposizione “Tiziano, Tintoretto, Veronese”, allestita al Museo Puskin di Mosca. Nel 2018 ha curato a Palazzo Reale di Milano “Albrecht Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”. Dirige progetti di ricerca internazionali ed è membro dell’Ateneo Veneto e dell’Accademia Europea; è Cavaliere all’Ordine del merito della Repubblica Italiana.

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I 500 anni dell’Assunta di Tiziano

I 500 anni dell’Assunta di Tiziano

PAOLA MARINI

Sabato 18 agosto 2018 ore 18.00

Sala Magnifica Comunità – Pieve di Cadore 


L’Assunta dipinta da Tiziano per l’altar maggiore della chiesa veneziana dei Frari è un’opera capitale, che segna uno spartiacque nella pittura veneta e non solo. Commissionata a Tiziano nel 1516 dal superiore del Convento dei Frari, l’Assunta – o anche Assunzione della Vergine – è il dipinto su tavola più grande al mondo, con un’altezza di quasi 7 metri. L’imponente pala d’altare è composta da 22 tavole di pioppo, ed è ospitata in una struttura in pietra istriana decorata, attribuita a Lorenzo e Giambattista Bregno e progettata in collaborazione con Tiziano.
Nel quinto centenario della sua collocazione sull’altare maggiore della Basilica dei Frari, Paola Marini ne ripercorre vicende e significati nel quadro della cultura del tempo, rileggendone i valori artistici e spirituali, la controversa accoglienza dei contemporanei, il trionfo e l’incuria dei secoli, lo spostamento alle Gallerie dell’Accademia i suoi viaggi durante la prima e la seconda guerra mondiale ed il restauro che verrà supportato da Save Venice – organizzazione statunitense non profit fondata nel 1971 con la missione di preservare il patrimonio artistico di Venezia.
Una storia appassionante per uno dei dipinti più famosi al mondo.

Paola Marini, direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia e già Direttore dei Musei Civici del Comune di Verona. Ha concepito e curato centinaia di restauri, più di trenta mostre – ad esempio Jacopo Bassano (1992), Disegni veronesi al Louvre (1994), Pisanello (1996), Alessandro Turchi detto l’Orbetto (1999), Mantegna e le Arti a Verona 1450-1500 (2006-2007), Corot e l’Arte Moderna (2009-2010), Paolo Veronese, l’illusione della realtà (2014)- e convegni, progetti di ricerca, anche europei, ed editoriali con importanti collaborazioni nazionali e internazionali. E’ autrice di oltre 100 fra saggi, schede scientifiche, recensioni. E’ membro del C.I.S.A. “A. Palladio”, dell’Edizione Nazionale degli scritti di Antonio Canova, del Direttivo di ANMLI, della Commissione Musei della Regione del Veneto, del Comitato Paritetico Stato-Regione del Veneto per la conoscenza e valorizzazione dell’opera di Carlo Scarpa, dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona. E’ membro del direttivo di ICOM Italia.

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Tintoretto: l'uomo, l'artista e il suo pubblico nella Venezia del Cinquecento

Tintoretto: l’uomo, l’artista e il suo pubblico nella Venezia del Cinquecento

STEFANIA MASON

Venerdì 17 agosto 2018 ore 18.00

Sala Magnifica Comunità – Pieve di Cadore 


Nel V° centenario della nascita dell’artista e in vista delle grandi mostre su Tintoretto che apriranno a settembre, Stefania Mason intende ripercorrere la biografia del grande protagonista della pittura veneziana nel vivace contesto sociale, economico e culturale in cui si trova a operare. Seguirà così la sfida continua del figlio del tintore, orgoglioso di tale origine, unico autentico veneziano tra i pittori del suo tempo, intimamente connesso al suo luogo di nascita, dove è concentrata la maggior parte della sua produzione, con le facciate dei palazzi da affrescare, le chiese e le Scuole grandi e piccole da ornare con le sue tele. Ricostruirà la sua fisionomia di uomo: il padre di una numerosa famiglia da mantenere, l’artista con la sua grande ambizione, la politica disinvolta dei prezzi e la creazione di una grande bottega.

Stefania Mason, professoressa emerita di Storia dell’arte all’Università di Udine, le sue ricerche si sono indirizzate soprattutto alla pittura veneta, tra Quattrocento e Settecento, dagli artisti forestieri attivi a Venezia, come Paolo Fiammingo e Ludovico Pozzoserrato, allo studio sistematico di Palma il Giovane, a Vittore Carpaccio, alla bottega di Jacopo Bassano. Le sue indagini più recenti si sono volte al collezionismo di dipinti a Venezia, in particolare sulla fortuna dei dipinti di Giorgione, Veronese, Tiziano e Bernardo Strozzi. Ha partecipato a numerosi convegni internazionali e collaborato all’organizzazione scientifica e al catalogo di mostre sulla pittura veneziana.
Ha ideato e diretto il progetto Il collezionismo artistico a Venezia dalle origini al Settecento, curando i tre volumi (Fondazione di Venezia/Marsilio, 2007, 2008, 2009) che danno conto degli esiti delle ricerche. Al suo attivo ha un centinaio di pubblicazioni in riviste italiane ed estere, atti di convegni, cataloghi di mostre e diverse opere monografiche. E’ membro del Consiglio scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.

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L’eredità del Cadorino: Tiziano nei taccuini di Anton van Dyck

L’eredità del Cadorino: Tiziano nei taccuini di Anton van Dyck

BERNARD AIKEMA E CARLOTTA STRIOLO

Martedì 14 agosto 2018 ore 18.00

Chiesa di San Giovanni Battista  – Vinigo di Cadore  


Nel corso della sua permanenza in Italia, fra 1621 e 1627, il pittore anversese Anton van Dyck realizza il cosiddetto Italian sketchbook, un taccuino formato da centoventuno fogli, riempito con una serie di disegni per la maggior parte eseguiti a penna e bistro, ora conservato al British Museum di Londra. Questo libretto comprende copie tratte da opere di artisti italiani del XVI secolo, riflessioni, disegni dal vero e appunti. La scelta di utilizzare questo mezzo per raccogliere ed organizzare le fonti visive è stata messa in relazione al modello fornito al giovane van Dyck dal suo maestro Rubens, che compila a sua volta un libro di disegni durante il viaggio in Italia fra 1600 e 1608. Come Rubens, van Dyck copia e colleziona opere di Tiziano e, al momento della sua morte, possiede quattro copie e diciannove dipinti originali dell’artista. Questo interesse per i lavori del Cadorino è evidente sin dal giovanile taccuino italiano di van Dyck, documento strabiliante in quanto contenete circa duecento disegni, due terzi dei quali tratti proprio da dipinti di Tiziano.
A partire da questo taccuino si cercherà di definire quali scelte l’artista abbia compiuto all’interno della vasta produzione tizianesca, quali ragioni abbiano guidato la sua selezione e in che modo abbia elaborato i modelli all’interno della sua opera pittorica.

Bernard Aikema, laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricercano spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. E’ stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Dirige progetti di ricerca internazionali ed è membro dell’Ateneo Veneto e dell’Accademia Europea; è Cavaliere all’Ordine del merito della Repubblica Italiana.

Carlotta Striolo, si è laureata in Discipline Artistiche all’Università degli Studi di Verona con una tesi relativa agli scambi iconografici fra l’ambito veneto e il nord delle Alpi. Ha in seguito collaborato a un progetto di Digital Humanities con l’École polytechnique fédérale di Losanna (EPFL) volto allo sviluppo di un software per il riconoscimento di pattern nelle opere d’arte, con un focus sulla diffusione dei modelli di Tiziano a livello europeo. Nel 2017 ha iniziato il dottorato in Arte in cotutela fra l’Università di Verona e la Ghent University, focalizzato sul taccuino italiano di Anton van Dyck e gli sketchbook di Rubens.

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Concerto finale al Forte di Monte Ricco - Workshop "Dentro al violino"

Concerto finale al Forte di Monte Ricco con i giovani partecipanti del Workshop “Dentro al violino”

DOCENTI: CORINNA CANZIAN  E MATTIA TONON

Domenica 12 agosto 2018 ore 18.00
Forte di Monte Ricco- Pieve di Cadore 


Dal 4 agosto ha avuto inizio il work shop di violino destinato ai giovani che soggiornano nella residenza d’artista di Pieve di Cadore per seguire le lezioni di Corinna Canzian e di Mattia Tonon. I violinisti saranno impegnati nei diversi luoghi del centro storico, così da inondare di note per una intera settimana diversi musei con lezioni collettive e individuali, come già sperimentato con successo lo scorso anno. L’edizione presente si presenta con alcune novità: i ragazzi saranno impegnati in un training su come affrontare la paura da palcoscenico; un laboratorio avrà come oggetto di analisi l’arte della liuteria e il riciclo creativo- musicale attraverso oggetti da recupero. Tali attività saranno possibili grazie alla collaborazione di Ecomont, di Roberto Menardi e di Cesare Tabacchi. Al termine del corso, il 12 agosto dalle ore 18.00, si terrà il tradizionale concerto finale al Forte di Monte Ricco, nei cui spazi si terranno anche le prove aperte al pubblico, così come il Museo dell’Occhiale. Quindi la seconda edizione del work shop si arricchisce di performance, di momenti di socializzazione e di conoscenza delle istituzioni culturali di Pieve. L’iniziativa, trova il sostegno della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, di Dolomiti Symphonia e della Cassa Rurale e Artigiana di Cortina d’Ampezzo, e la collaborazione del Forte di Monte Ricco. Inoltre conferma come corso di formazione giovanile possano divenire un arricchimento per la comunità e promuovere il turismo culturale.

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