Quando la fama di un pittore viene celebrata nello stemma di famiglia
Quando la fama di un pittore viene celebrata nello stemma di famiglia
Lo stemma, dal greco στέμμα cioè corona, ha sempre avuto nella storia grande importanza identitaria e simbolica. Attraverso di esso è infatti possibile riconoscere non solo una famiglia o un individuo ma, proprio grazie al linguaggio figurato utilizzato, ricavarne status o qualità morali del possessore.
Lo stemma della famiglia Vecellio nella sua versione originaria era troncato di nero e di argento, quest’ultimo caricato di uno scaglione alzato di colore nero. Questa versione era molto simile per struttura a quella di un’altra influente famiglia cadorina, i Genova, con la quale si ipotizza avesse una comune origine di casata.
L’importante cambiamento nello stemma e anche nello status della famiglia Vecellio si ha però proprio grazie a Tiziano. Il 10 maggio 1533 infatti con il diploma dell’imperatore Carlo V viene conferita a Tiziano Vecellio la nobiltà ereditaria e il grado di cavaliere e conte del Cesareo imperiale Concistoro (titolo di Conte Palatino). Questa carica denota l’eccezionalità dell’evento dal momento che fino ad allora nessuna famiglia cadorina aveva mai avuto, data la particolare presenza del sistema regoliero del Cadore, un così importante riconoscimento “privato”.
Lo stemma subisce dunque da quella data una decisiva modifica. Alla struttura originaria viene infatti inserita nel troncato superiore su un campo dorato l’aquila bicipite spiegata di nero, lampante richiamo proprio allo stemma asburgico di Carlo V. Una fascia di colore nero attraversa ora la partizione, mentre il troncato argento con scaglione rialzato nero permane identico all’originale. Lo stemma in pietra caratterizza la facciata della Casa di Tiziano detto l’Oratore, cugino del Maestro, a Pieve di Cadore, sede della Fondazione.
La nuova forma dello stemma araldico sarà di fatto quella utilizzata poi dai discendenti del pittore, una sorta di carta d’identità figurativo-simbolica ante litteram per ricordare l’importanza e la singolarità della propria famiglia sia nel contesto locale, ma anche in quello più ampio europeo.
Beffe e genio del falsario di Venezia
Beffe e genio del falsario di Venezia
Pietro della Vecchia, Immaginario Autoritratto di Tiziano
(1650 circa), Firenze, Galleria degli Uffizi
Nel supplemento culturale “Robinson”, allegato a “Repubblica” del 9 gennaio corrente, è apparso un articolo che può interessare molto i frequentatori di questo sito: Beffe e genio del falsario di Venezia di Enrico Maria Dal Pozzolo, membro del comitato scientifico della nostra Fondazione e presente con le sue conferenze nelle Estati Tizianesche.
Il tema affrontato, nell’imperversare attuale di fake news, è affascinante nell’illustrare l’attività di Pietro della Vecchia, un pittore/restauratore/periziatore/falsario vissuto nella Venezia della metà del Seicento, quando sul mercato scarseggiavano, o raggiungevano cifre esorbitanti, originali dei grandi maestri. Fake works dunque: della Vecchia si specializzò nell’imitazione di artisti del secolo precedente, Giorgione e Tiziano in particolare, ma anche Palma il Vecchio, Lotto, Bassano, Tintoretto per citarne alcuni, come pure qualche contemporaneo gradito ai potenziali clienti. Se, dal suo punto di vista, non si trattava di mere copie, ma piuttosto di opere “alla maniera di”, in realtà l’immissione sul mercato di questo tipo di produzione provocò non poca ambiguità, a cui contribuiva anche la sua fama di “esperto”, per cui era spesso chiamato a periziare i suoi “falsi”. Era destino che il gioco gli si ritorcesse contro e infatti nell’Accademia privata da lui fondata si produsse una grande quantità di opere “alla Vecchia”, che tuttora compaiono alle aste o nelle collezioni, sotto il suo nome. Si tratta in genere di soggetti misteriosi, da lui inventati, con messa in scena di stregonerie, cabale, sortilegi.
Molti suoi lavori appartengono alle raccolte medicee, attraverso il cardinal Leopoldo suo estimatore, e tra essi si stanno man mano scoprendo i suoi “falsi”. In chiusura Dal Pozzolo, con la sua caratteristica verve critica, elenca alcuni casi emblematici, dal Ritratto di donna già creduto di Bonifacio Veronese, un presunto Autoritratto di Tintoretto o un cosiddetto Autoritratto di Tiziano esposto nel 2019 a Pieve di Cadore e forse, in cauda venenum, il famosissimo Cavaliere di Malta di Tiziano che sarebbe invece uno dei migliori travestimenti di Pietro della Vecchia.
Il contributo si deve a Stefania Mason.
Appello in difesa dei musei civici veneziani
Appello in difesa dei musei civici veneziani
In seguito a una grande mobilitazione cittadina, una petizione che ha raggiunto in poche ore le 5000 firme da parte di istituzioni e personalità del mondo della cultura, con vasta eco negli organi di stampa internazionali, ha rivolto un appello al sindaco di Venezia: riaprire i musei civici della città!
Con la motivazione che non ci sono turisti (leggi biglietti venduti), nonostante gli 8 milioni appena ricevuti dal governo proprio per supplire ai mancati introiti nei mesi del lockdown, il sindaco Brugnaro, che è di diritto vicepresidente della Fondazione Musei Civici, ha imposto la chiusura almeno fino all’1 aprile di Palazzo Ducale, Ca’Rezzonico, Ca’ Pesaro, Museo Vetrario, Museo Correr ecc., con il blocco delle attività scientifiche e di conservazione oltre che la cassa integrazione per tutti i dipendenti.
Una decisione che purtroppo è anche un triste segnale della considerazione in cui viene tenuta la cultura a Venezia e insieme una mancanza di rispetto verso i suoi abitanti, disattendendo la missione stessa dei musei: senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperti al pubblico. Un’ulteriore conferma, infine, della scarsità di idee su un futuro della città che vada al di là del turismo d’assalto.
Il contributo si deve a Stefania Mason.
Tiziano tra Cina e Cadore
Tiziano tra Cina e Cadore
Come è noto, la fama di Tiziano ha raggiunto oggi tutto il mondo. Ne è una dimostrazione la collaborazione tra la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e l’Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino avviata tramite l’Associazione Culturale per gli Scambi Artistici.
Il progetto è stato creato per far conoscere non solo l’opera di Tiziano, ma anche per promuovere la sua terra in Cina e la prima fase ha previsto un concorso di pittura riservato ad artisti residenti in Cina con l’obiettivo di creare delle opere che riconducano al mondo tizianesco.
A due prestigiose riviste d’arte, Clatia e Collections, è stato affidato il compito di comunicare l’iniziativa per attirare artisti interessati a partecipare. Ben settecentosessanta pittori hanno inviato le loro opere. Grazie all’intenso lavoro di una giuria mista cino-cadorina che ha selezionato i quadri, saranno esposti al pubblico per un mese, a partire proprio da gennaio 2021, negli spazi espositivi dell’Accademia di Belle Arti di Pechino – International College. L’inaugurazione sarà accompagnata dal saluto istituzionale in video della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.
Quando sarà possibile, le cinquanta opere selezionate giungeranno a Pieve di Cadore per essere esposte al Forte di Monte Ricco e quello sarà il momento più emozionante per la delegazione cinese, che salirà quella che definisce la “montagna di Tiziano” sulle orme del Maestro, segnando così l’inizio di una collaborazione culturale, ma anche di una promozione turistica.
La Regione del Veneto ha condiviso il progetto e concesso il patrocinio.
Le opere degli artisti possono essere visionate nel sito internet dedicato al concorso al seguente link http://www.cafaic.com/#/works
CONFERENZA CONCLUSIVA DEL PROGETTO S.T.R.E.A.M.
CONFERENZA CONCLUSIVA DEL PROGETTO S.T.R.E.A.M. NELL’AMBITO DEL PROGETTO INTERREG V-A ITALIA-AUSTRIA 2014-2020
Giovedì 17 dicembre 2020 ore 16.30 – 19.00
Diretta Youtube e Facebook
Con il mese di dicembre 2020 giunge a completa realizzazione il progetto S.T.R.E.A.M., finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale nell’ambito del Programma di cooperazione Interreg V-A Italia – Austria 2014-2020. Nello specifico il progetto S.T.R.E.A.M (acronimo di Sostenere il Turismo sostenibile, la Rigenerazione urbana e la promozione delle Arti in aree Montane) ha come obiettivo lo sviluppo sostenibile e inclusivo dell’area transfrontaliera grazie alla valorizzazione dei siti di interesse culturale per mezzo di prodotti innovativi, così da aumentare la fruibilità e il potenziale attrattivo turistico del patrimonio culturale.
Alla Fondazione Tiziano, partner nel progetto, è spettata l’organizzazione dell’incontro conclusivo, che si terrà in modalità a distanza giovedì 17 dicembre 2020 dalle ore 16.30 dal titolo “Arte e cultura come volano per i territori montani: una sfida possibile?”.
All’evento prenderanno parte tutti i rappresentanti istituzionali e nella tavola rotonda verranno narrate le esperienze condotte dai partner, dal Comune capofila di Sarmede, da quelli di Tramonti e di St. Veit in Carinzia e dal Comitato Provinciale Unpli di Treviso. La Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore racconterà le esperienze di valorizzazione condotte a Pieve di Cadore in collaborazione con Dolomiti Contemporanee e degli itinerari turistici.
Verrà presentato il modello di funzionamento della residenza d’artista fondamentale per la realizzazione dei laboratori e workshop destinati alla formazione di giovani artisti e musicisti, come esempio di buona pratica tra pubblico e privato.
Interverranno i rappresentanti delle Regioni Veneto e Carinzia, nonché il presidente delle Pro Loco del Veneto.
Sarà possibile partecipare all’incontro attraverso Facebook e Youtube sui link riportati nella locandina allegata. Un servizio di traduzione simultanea faciliterà l’ascolto da parte del pubblico.
Alle 16.30 di giovedì 17 dicembre, quindi! L’appuntamento sarà anche l’occasione per ascoltare alcuni brani musicali del gruppo Tramandi, il laboratorio nato dal progetto al quale ha partecipato il compositore cadorino Andrea Da Cortà. Un intermezzo musicale con il violino sarà eseguito da Corinna Canzian, che presenterà le esperienze passate e i progetti futuri con progetti di formazione tutti musica e paesaggio e non solo per ragazzi.
Non ci resta che dare appuntamento online per giovedì 17 dicembre dalle ore 16.30!
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DALLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA A PIEVE DI CADORE
Dalla National Gallery di Londra a Pieve di Cadore
Tiziano, Diana e Atteone, 1556-1559, National Gallery, Londra
Il 17 novembre si è concluso il ciclo di giornate di studio promosse dalla National Gallery di Londra e dedicate a Tiziano dal titolo Poetry in paint: Titian’s late mythologies. Le tre giornate (3, 10, 17 novembre) hanno visto riunirsi, intorno ad una tavola rotonda virtuale, importanti studiosi per conversare sulla storia, il contesto in cui sono stati creati i dipinti a soggetto mitologico – anche conosciuti come Poesie – che Tiziano ha realizzato per Filippo II a partire dal 1551. La serie di conferenze si inserisce nell’ambito della mostra organizzata dalla National dal titolo Titian: Love Desire Death, temporaneamente chiusa al pubblico a causa del Covid-19, ma prorogata fino al 17 gennaio 2021, nella quale vengono riuniti per la prima volta in oltre quattrocento anni i sei dipinti commissionati al Cadorinus da Filippo II di Spagna che rappresentano i miti classici di derivazione ovidiana. I dipinti provenienti da Boston, Edimburgo, Madrid e Londra così riuniti offrono una rara occasione per i visitatori di immergersi completamente nella grande abilità, sensibilità e drammaticità proprie di Tiziano.
Le giornate di studio sono state un’importante occasione per approfondire alcune tematiche tizianesche: dalle tecniche pittoriche ai processi creativi, passando per le influenze letterarie, fino ad arrivare all’influenza dei dipinti tizianeschi in artisti dell’epoca, come quelli attivi nelle Fiandre (alla corte di Bruxelles ad esempio) e immediatamente successivi (si veda il caso di Velázquez).
Thomas Dalla Costa, autore del saggio Venere e Adone di Tiziano. Arte, cultura e società tra Venezia e l’Europa, ha partecipato alle giornate e ha coordinato brillantemente gli interventi che si sono succeduti. Bernard Aikema, presidente del Consiglio scientifico della Fondazione Tiziano, ha partecipato portando il saluto della Fondazione e del Cadore a tutti gli studiosi riuniti, che hanno espresso il desiderio di visitare e di condividere i paesaggi dei luoghi natali del grande pittore.
Ora la Fondazione e Pieve di Cadore attendono gli studiosi per condurli nella natura che Tiziano ha più volte richiamato nei suoi dipinti.
L'IMPORTANZA DI TENERE APERTI I MUSEI
L’importanza di tenere aperti i musei
Tiziano, Omaggio a Venere, 1518-1519, Museo del Prado, Madrid
L’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis ha recentemente proposto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con un appello pubblicato sul Corriere della Sera, di riaprire i musei e riaprirli gratis. Secondo lo studioso la scelta del Governo di chiudere i musei ignora il grande bisogno dei cittadini di avvicinarsi alla cultura. “La memoria culturale”, scrive Settis, “ci ricorda quel che eravamo e ci proietta verso il futuro. Ci dona ricchezza interiore, speranza, creatività. Non sana le ferite, ma le cura e le allevia”.
Chiudere le istituzioni museali significa “confinare” e costringere le opere ad una vita solitaria tra le mura dei musei. Qualche eccezione alla chiusura nel panorama europeo esiste: rimane aperto il Museo del Prado, come altri musei spagnoli, che nel rispetto della sicurezza sanitaria consente ai visitatori di apprezzare e trovare “conforto” tra le proprie sale espositive. Tra i numerosi capolavori che i visitatori possono ammirare, vi sono le opere di Tiziano Vecellio, che sono circa una quarantina. Ricordiamo il celeberrimo ritratto di Carlo V a cavallo (1548), Venere e Adone (1554) la prima delle Poesie tizianesche realizzata per il re di Spagna, Filippo II, o ancora Danae e la pioggia d’oro (1560-1565).
Tra le opere custodite c’è L’omaggio a Venere, dove una moltitudine di amorini si raduna intorno alla statua della dea per fare delle offerte di frutta. Il dipinto iniziato nel 1518 rappresenta il primo contributo di Tiziano per il Camerino d’Alabastro di Alfonso I d’Este, duca di Ferrara e successivamente finito nelle collezioni della casa reale spagnola. Ispirato al sesto libro delle Immagini di Filostrato, l’Omaggio a Venere rappresenta il primo tentativo del pittore ispirato all’antico.
L’attenzione è tutta concentrata sulla folta schiera di amorini che occupano gran parte della metà inferiore della tela, ma anche il paesaggio sullo sfondo, grazie alle grandi abilità di Tiziano, non rimane un elemento di secondaria importanza. Un capolavoro che il visitatore potrà ammirare quasi in solitudine così da lasciarsi trasportare dall’atmosfera di festa e dalla vitalità degli amorini.
Il rapporto che si crea tra il visitatore e l’opera d’arte diviene oggi importante, quindi mantenere aperto un museo in tempo di pandemia significa offrire un’occasione creativa, nonché una chiave per comprendere culture, origini, evoluzione sociale e il mondo che ci circonda. Così il Museo del Prado con la sua apertura sembra voglia inviare un forte monito: l’arte è stata, è e sarà in grado sempre di curare l’anima e la mente e potrà aiutare il mondo a mantenere accesa la fiducia nel futuro.
Tiziano a Treviso: il restauro del Cristo Risorto
Tiziano a Treviso: il restauro del Cristo Risorto
“Per il fianco del Duomo sopra la Scala del Sacramento è il Salvatore risorgente con cherubinetti sotto a’ piedi”.
Così affermava, nel 1648, il trattatista Carlo Ridolfi autore delle Meraviglie dell’arte ricordando le prime opere attribuibili a Tiziano Vecellio. La facciata interessata dall’affresco affidato a Tiziano nel 1516-1517, è quella di un piccolo edificio posto tra l’abside del Battistero di San Giovanni e il campanile del Duomo di Treviso.
Purtroppo oggi restano poche tracce della decorazione che, già nel 1935, Luigi Coletti definì “pressoché indecifrabile”. Eruditi trevigiani, soprattutto dell’Ottocento, hanno lasciato alcune testimonianze scritte a cui si aggiunge uno schizzo a penna, pur molto sommario, di Giovan Battista Cavalcaselle – conservato presso la Biblioteca Marciana a Venezia – che abbozza la figura e la composizione.
Sulla parete si intravedono il torso, le gambe e il braccio destro. Si può leggere il costato, il perizoma bianco con un piccolo panneggio leggermente svolazzante verso destra e tracce dell’azzurro chiaro del cielo.
Il Cristo Risorto, in piedi forse sul coperchio della sua tomba, doveva apparire come una figura monumentale, presentato in atteggiamento di “eroica maestà”, trionfante sulla morte. La mano sinistra reggeva l’asta con il vessillo crociato, mentre il braccio destro era alzato in segno di benedizione.
Nel 2018 l’Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti di Treviso ha incaricato l’arch. Rossella Riscica, il restauratore Antonio Bigolin e la storica dell’arte Chiara Voltarel di realizzare il progetto di restauro che è stato successivamente approvato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso ed oggi, grazie a un contributo comunale, al supporto di CentroMarca Banca e a CEV Spa, Impresa di Costruzioni Edili di Treviso, partner tecnico che mette a disposizione i ponteggi ed eseguirà gratuitamente gli interventi edili, è possibile aprire il cantiere di restauro affidato alla restauratrice Francesca Faleschini.
Il contributo si deve a Letizia Lonzi
UN CONCORSO DI PITTURA SU TIZIANO VECELLIO IN CINA
Un concorso di pittura su Tiziano Vecellio in Cina
Promuovere il Cadore in Cina attraverso Tiziano Vecellio: questa è la finalità di una collaborazione che vede come promotrici la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e l’International College dell’Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino. L’iniziativa gode del patrocinio della Regione del Veneto, della Magnifica Comunità di Cadore e del Magnifico Comune di Pieve di Cadore.
Il progetto prevede di far conoscere l’opera del grande pittore in Cina, nell’ambito di uno scambio culturale tra Italia e Cina, nonché di promuovere la terra natale del pittore insieme al paesaggio delle Dolomiti.
L’iniziativa si attua mediante un concorso di pittura riservato ai soli artisti residenti in Cina con il vincolo di partecipare mediante opere riconducibili al mondo tizianesco.
La giuria è composta in parte da membri dell’Accademia di Belle Arti pechinese, come il Direttore, Liu Gang e in parte da membri espressi dalle istituzioni cadorine: per la Fondazione tizianesca, Maria Giovanna Coletti e Bernard Aikema; per la Magnifica Comunità, Matteo Da Deppo; per il Comune di Pieve, Laura Zandonella.
Entro il mese di ottobre la giuria dovrà selezionare in modalità remota le opere vincitrici, che saranno pubblicizzate attraverso i siti della Fondazione e dell’Accademia pechinese.
Appena la situazione sanitaria lo permetterà, si spera entro il 2021, il progetto assumerà la sua forma fisica con il trasferimento delle opere vincitrici a Pieve di Cadore per essere esposte negli spazi del Forte di Monte Ricco. Nell’occasione, insieme alla delegazione cinese, si procederà alla cerimonia di premiazione degli artisti.
All’Associazione Culturale per gli Scambi Artistici, diretta da Giandomenico Padovan, si deve la creazione dei rapporti tra i partner e la collaborazione di importanti media partner, come quella delle due riviste d’arte Clatia e Collections, con il compito di divulgare i diversi momenti della collaborazione.
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QUARTETTO D'ARCHI “MOODY” - CONCERTO CON MUSICHE DI HAYDN E BEETHOVEN
QUARTETTO D’ARCHI “MOODY”
Concerto con musiche di Haydn e Beethoven
Domenica 23 agosto ore 21.00
Forte di Monte Ricco – Pieve di Cadore
Il quartetto d’archi Moody nasce nel 2012 dall’incontro di quattro colleghi e amici che si sono conosciuti durante gli studi e che si sono ritrovati, a distanza di anni, quasi per caso. E’ composto da Mattia Tonon (violino primo), Ilaria Zanella (violino secondo), Lucia Zigoni (viola) ed Erica Scapin (violoncello), tutti musicisti diplomati brillantemente presso i Conservatori “A. Steffani” di Castelfranco Veneto e “G. Tartini” di Trieste che nel corso degli anni hanno avuto modo di sperimentarsi, anche individualmente, in diversi contesti cameristici e sinfonici ed in palcoscenici prestigiosi fra cui il “Teatro Alla Scala” di Milano ed il Teatro “G. Verdi” di Trieste.
Eseguiranno:
Il quartetto per archi in Do maggiore n.3 op.76 Hob.III:77 detto “Kaiserquartett” di F. J. Haydn
Scritto nel 1797, in una raccolta di sei quartetti, è diventato celebre per l’utilizzazione come tema del secondo movimento della melodia dell’inno austriaco (poi tedesco) “Gott erhalte den Kaiser”, composto da Haydn su un testo del poeta L. Haschka ed eseguito per la prima volta il 12 Febbraio del 1797, in occasione del compleanno dell’imperatore Francesco II, il primo degli Asburgo ad apprezzare la musica di Haydn.
Quartetto per archi n. 4 in Do minore, op. 18 n. 4 di L.v. Beethoven (omaggio per il 250° della nascita)
Scritto nel 1800, all’età di trent’anni, è scritto nella tonalità preferita da Beethoven. Infatti sono in do minore il primo Trio dell’op. 1, il Trio per archi op. 9 n. 3, la Sonata per pianoforte op. 10 n. 1, la Sonata per pianoforte op. 13, conosciuta universalmente come “Patetica” e la 5 Sinfonia.
Su prenotazione telefonare a 3331542749 orchdolom.bl@virgilio.it
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