La bottega del pittore a Venezia nel Rinascimento: un universo colorato da scoprire

STEFANIA MASON

La bottega del pittore a Venezia nel Rinascimento: un universo colorato da scoprire

Lunedì 2 agosto ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore  – Pieve di Cadore

Il mondo complesso di una bottega veneziana del Cinquecento, un microcosmo composto dal maestro (Tiziano, Tintoretto o il più giovane Palma) che ambisce sempre più a essere considerato artista e non artigiano, come emerge dagli autoritratti, ai giovani garzoni che si esercitano nella copia o macinano colori, ai fornitori di tele e di cornici, ai committenti che la visitano per ordinare quadri. Stefania Mason analizzerà la dotazione dello studio e l’organizzazione del lavoro con sullo sfondo, basilare, il commercio dei colori che contribuiscono a costruire la particolare alchimia della pittura veneziana.

Stefania Mason è stata professore ordinario di Storia dell’arte moderna e direttore della Scuola di specializzazione in Storia dell’arte all’Università di Udine.
Le sue ricerche si sono indirizzate soprattutto alla pittura e alla grafica veneta, tra Quattrocento e Seicento, dagli artisti forestieri a Venezia, allo studio sistematico di Palma il Giovane di cui ha pubblicato il catalogue raisonné e di cui ha esposto molti disegni al Museo Correr di Venezia (1990).
Si è dedicata anche alla pittura narrativa di Vittore Carpaccio, alla bottega di Jacopo Bassano, alle opere di Giorgione, Tiziano e Veronese nelle collezioni veneziane, alla pittura su pietra nera, a Tintoretto in occasione delle recenti mostre  di Colonia/Parigi e Venezia/Washington e  alla  pittura del Seicento a Venezia con la cura della mostra di Ajaccio nel 2018.
Ha ideato e diretto il progetto “Il collezionismo artistico a Venezia dalle origini al Settecento”, per la Fondazione Venezia, culminato nei tre volumi (2007, 2008, 2009) con gli esiti delle ricerche.Ha tenuto cicli di lezioni a Tokio e Kyoto, 1995; al Workshop  IT for Preservation and Dissemination of Cultural Heritage, a Hyderabad – Poone, 2005; nel 2006 ha tenuto il corso di dottorato presso l’Ecole Pratique des Hautes Etudes, Sorbonne, Parigi. Ha inoltre partecipato a numerosi convegni internazionali (Braunschweig, Parigi, Nantes, Bordeaux, Cambridge, Madrid, New York) oltre che presso università italiane.
Ha fatto parte dell’Advisory Committee del Getty Research Institute, di Los Angeles, ed è stata Chercheur invité all’Institut National d’Histoire de l’Art di Parigi nel 2011 per il programma RETIF (Répertoire des tableaux italiens des collections publiques françaises).Fa parte del comitato scientifico di « Arte Veneta », « ArtItalies », « Studi tizianeschi », ed è socia dell’Ateneo Veneto.
E’ presidente del Consiglio Scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.

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L'Annunciazione di Tiziano nella cappella Malchiostro del duomo di Treviso: storia e restauro

Evento Save Venice

MELISSA CONN, ENRICO MARIA DAL POZZOLO, STEFANA MASON E DON PAOLO BARBISAN

L’Annunciazione di Tiziano nella cappella Malchiostro del duomo di Treviso: storia e restauro

Sabato 31 luglio ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore  – Pieve di Cadore

Nel 1517 Tiziano Vecellio è a Treviso, chiamato a dipingere a fresco un Cristo risorto sulla facciata della Scuola del Santissimo Sacramento, adiacente al Battistero. Grazie a un recentissimo restauro la mano dell’artista è stata “risvelata” nella figura frammentaria che da secoli era illeggibile.

La committenza del dipinto spetta al canonico Broccardo Malchiostro, fedelissimo luogotenente e plenipotenziario in loco del vescovo Bernardo de’ Rossi, figure inserite nell’ambiente umanistico trevigiano e protagoniste di complessi rapporti con il potente Capitolo dei Canonici e la nobiltà locale. Nel 1519 il Malchiostro, ancora una volta a sue spese, portò a termine il rinnovamento rinascimentale dell’area presbiteriale e absidale del Duomo con la costruzione della cappella dell’Annunziata. L’anno seguente Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone (Pordenone, 1483 ca. – Ferrara, 1539) firma e data l’Adorazione dei Magi, una delle scene principali della decorazione pittorica ad affresco della cappella incentrata sul tema mariano. In quello stesso torno d’anni Tiziano completa questo prezioso scrigno d’arte con la pala dell’Annunciazione per l’altare attribuito a Lorenzo Bregno (Osteno, 1475/1485 circa – Venezia, 1523).

Il restauro della tavola tizianesca attualmente in corso, promosso da Save Venice, oltre a mettere in luce le vicende conservative dell’opera sta svelando delle importanti novità, per molti versi inedite, che collocano l’Annunciazione trevigiana, non sempre portata in primo piano dalla critica, tra i capolavori. dell’artista cadorino.

Don Paolo Barbisan ha conseguito la Laurea in Conservazione dei beni Culturali presso l’Università degli Studi di Udine con la tesi: “La quadreria degli Azzoni Avogadro di Sant’Andrea nel collezionismo trevigiano del XVII secolo” (relatrice: prof.ssa Stefania Mason), nell’Anno Accademico 2001-2002 e il Baccalaureato in Teologia presso l’Istituto Teologico interdiocesano di Treviso e di Vittorio Veneto nel 2007 con la tesi: “Chiesa e architettura: espressioni di Ecclesìa nell’architettura del Dopo Concilio” nell’Anno Accademico 2006-2007.
Incarichi
Oltre a svolgere l’attività pastorale, dal 2014 è docente incaricato di Storia dell’Arte Sacra e Tutela dei Beni Culturali Ecclesiastici presso lo Studio teologico di Treviso-Vittorio Veneto affiliato alla Facoltà Teologica del Triveneto; Dal 2017 insegna Storia dell’Arte e del Cristianesimo presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose del Veneto Orientale “Giovanni Paolo I”, affiliato alla Facoltà Teologica del Triveneto.
E’ direttore dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali della Diocesi di Treviso dal 2016, nonché incaricato Triveneto per i Beni Culturali e membro della Consulta presso L’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali e dell’Edilizia di Culto della CEI (dal 2020).
Ha redatto pubblicazioni e collaborato all’esposizione Fili d’oro e dipinti di seta. Velluti e ricami tra Gotico e Rinascimento, Trento, Castello del Buonconsiglio (2019) ed alla realizzazione, della mostra “Treviso cristiana. Duemila anni di fede” (Museo Diocesano e le Canoniche Nuove del Duomo di Treviso, 2000).

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Tiziano e «il mestiere delle armi»

MARSEL GROSSO

 Tiziano e «il mestiere delle armi»

Venerdì 30 luglio ore 18.00
Sala polifunzionale – Valle di Cadore

Il perduto «quadro della battaglia» (Dolce 1557), realizzato da Tiziano per la Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale e noto attraverso stampe e la copia conservata nelle Gallerie degli Uffizi, giunge a conclusione di un decennio importantissimo per il maestro, non solo dal punto di vista della sua evoluzione stilistica, ma anche della committenza. La lunga gestazione del telero, conclusasi nel 1538, si incrocia, infatti, con l’affermazione di Tiziano nell’ambito delle corti dell’Italia centrale e con la nomina a conte palatino conferitagli da Carlo V nel 1533.

L’impegno nel campo della ritrattistica è in questo momento straordinario, con un accento particolare sull’elaborazione di un nuovo modello di ritratto di stato, o State Portrait – come è stato indicato nella letteratura anglosassone –, in cui la rappresentazione del potere si somma a una capacità non comune di restituire la psicologia dell’effigiato e il prestigio del rango, uniti a una straordinaria fedeltà fisiognomica. Il celebre passo tratto dalla biografia Giuntina (1568) di Giorgio Vasari dedicata al Vecellio rende bene l’idea delle proporzioni immense del tema e di come debba necessariamente essere affrontato con uno sguardo di apertura al contesto politico e culturale internazionale: «Non è stato quasi alcun signore di gran nome, né principe, né gran donna, che non sia stata ritratta da Tiziano». Grazie a Tiziano, l’arte del ritratto divenne un segno di distinzione sociale, parte essenziale della comune cultura occidentale, succedendo ad altre forze spirituali in via di scomparire; gli stessi storici non potranno fare a meno di riferirsi alle trame tessute dai protagonisti di questa epoca, papi, imperatori e condottieri, senza poter fare a meno di citare le interpretazioni datene dal Vecellio nei suoi dipinti.

L’incontro di Valle di Cadore sarà l’occasione per analizzare alcuni esempi di notevole importanza per lo sviluppo del ritratto ufficiale in armatura tra il quarto e il quinto decennio del Cinquecento, una tipologia connessa con l’idea stessa della rinascita del Sacro Romano Impero incarnata da Carlo V all’indomani dell’incoronazione imperiale, avvenuta a Bologna nel febbraio del 1530. Il perduto ritratto dell’imperatore in armatura, realizzato da Tiziano per celebrare questo evento, rappresentò immediatamente un modello di riferimento per tutti quei capitani e professionisti dell’arte della guerra che, attraverso la propria immagine, vollero tramandare ai posteri gli stessi ideali cavallereschi: dal futuro governatore di Milano, il marchese del Vasto Alfonso d’Avalos, al duca d’Urbino Francesco Maria I Della Rovere. Lo stupendo ritratto del duca (1536-1538, Firenze, Gallerie degli Uffizi), oltre ad essere uno dei vertici della ritrattistica tizianesca, rappresenta anche l’opera più vicina a quell’esercizio di ricostruzione all’antica che furono la serie dei ritratti dei Dodici Cesari, richiesti al maestro nel 1536 dal duca di Mantova Federico II Gonzaga per il suo Camerino dei Cesari, e la stessa Battaglia di Cadore per la Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale.

Marsel Grosso
Si laurea in DAMS nel 2002 presso l’Università degli Studi della Calabria, e consegue il titolo di Dottore di ricerca in Storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Udine nel 2008. Ottiene quindi una serie di assegni di ricerca presso l’Università degli Studi di Padova, per lo svolgimento del progetto strategico EVERE – European and Venetian Renaissance (2015 e 2017), e un progetto di ricerca biennale dedicato a Francesco Sansovino e le arti figurative (2018-2019). Nel 2018 consegue l’abilitazione a ruolo di professore universitario di seconda fascia in Storia dell’arte, e attualmente è Ricercatore presso l’Università degli Studi di Padova. Ha partecipato come relatore e curatore a numerosi convegni nazionali e internazionali, e ha contribuito con la stesura di schede alla realizzazione dei cataloghi di diverse mostre. Insieme ad Helmut Friedel e Giovanni Iovene ha curato la mostra Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra, tenutasi a Palazzo Te tra il 2018 e il 2019. Si è occupato principalmente di pittura veneta del Cinquecento e in particolare di Tiziano di cui ha ricostruito la fortuna critica nell’Italia meridionale, un episodio trascurato dagli studi attorno al quale ha ricostruito un contesto di scambi tra letterati e uomini di scienza, tra Cosenza, Napoli, Padova e Milano, non perdendo di vista la specificità della ricerca stilistica dell’artista e il problema della verifica sulle fonti coeve. La lettura intrecciata di documenti figurativi, voci letterarie e problemi cronologici che il tema impone, gli ha permesso di mettere in luce nuovi episodi che riguardano i rapporti del maestro con la committenza filoimperiale a Sud e a Nord dell’Italia spagnola. Spostando l’analisi a privilegiare il versante letterario, al di là dei protagonisti dichiarati quali Pietro Aretino e la complessa vicenda dei suoi ritratti, nuova luce hanno ricevuto la produzione tarda del Vecellio a carattere allegorico per Filippo II e il profilo di Nicolò Franco. Si è occupato, inoltre, del rapporto di Vasari con la cultura figurativa veneziana, di Battista Franco e di Tintoretto nel passaggio tra quarto e sesto decennio del Cinquecento, in cui si compie anche l’incontro del pittore con la letteratura contemporanea (Aretino, Pino, Calmo, Doni, Sansovino).

Tra le sue pubblicazioni: Per la fama di Tiziano nella cultura artistica dell’Italia spagnola. Da Milano al viceregno, Udine, Forum, 2010), e insieme a Gianmario Guidarelli, Tintoretto e l’architettura, Venezia, Marsilio, 2018.

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Consegna Premio in memoria di Gemma Donata Nicolosi Dal Pozzolo

Consegna Premio annuale intitolato alla memoria di Gemma Donata Nicolosi Dal Pozzolo

Giovedì 29 luglio ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore

La Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore ha promosso lo scorso giugno un premio annuale intitolato alla memoria di Gemma Donata Nicolosi Dal Pozzolo.

Il bando era rivolto ai giovani studiosi italiani e stranieri (di età non superiore ai 35 anni compiuti) e chiedeva un saggio inedito su Tiziano, in italiano e inglese, relativo ad aspetti legati alla biografia, alla produzione, alla committenza, al collezionismo, alla ricezione critica, al restauro e alla diagnostica, ammettendo pure contributi relativi alla famiglia Vecellio, alla bottega, alla stretta cerchia, alle derivazioni, alle copie e alle falsificazioni.

I dieci saggi pervenuti al Centro Studi sono stati valutati dal Consiglio Scientifico della Fondazione Tiziano e Cadore (costituito da Stefania Mason, presidente, Bernard Aikema, Enrico Maria Dal Pozzolo, Miguel Falomir, Sylvia Ferino-Pagden, Augusto Gentili, Frederick Ilchman) ed il primo luglio è stata data la comunicazione alla vincitrice, Ilenia Pittui, con il saggio intitolato TIZIANO. Ritratti d’Islam, e resa pubblica nel sito della Fondazione.

Nell’ambito della rassegna giovani dell’Estate tizianesca, Maria Giovanna Coletti, Presidente della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e Stefania Mason, Presidente del Consiglio Scientifico, consegneranno il premio alla vincitrice che, oltre al premio in denaro, potrà contare nella pubblicazione del suo scritto nella rivista Studi tizianeschi.

Gemma Donata Nicolosi Dal Pozzolo è nata a Gorizia il 10 agosto del 1940. Appassionata d’arte, si è formata all’Università Internazionale dell’Arte di Venezia, specializzandosi in restauro di dipinti antichi, sotto la guida del prof. Clauco Benito Tiozzo. Per anni ha lavorato come restauratrice per collezionisti privati, ma si è soprattutto dedicata alla sua famiglia, con cui ha condiviso l’amore per la pittura, la natura, gli animali e la verità. È scomparsa a Padova l’8 gennaio del 2021.

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Tiziano e i suoi: costruzione di una mostra

ENRICO MARIA DAL POZZOLO

Tiziano e i suoi: costruzione di una mostra (Belluno dicembre 2021 – aprile 2022): Parte II 

Martedì 27 luglio ore 18.00
Sala Cultura Don Pietro AlveràCortina d’Ampezzo

A metà dicembre aprirà a Belluno, in Palazzo Bembo, una grande mostra dal titolo Tiziano e i suoi, a cura di Enrico Maria Dal Pozzolo. Organizzata dal Comune di Belluno, si avvale del supporto di un Comitato scientifico internazionale di altissimo livello e si collega a una serie di iniziative di ricerca svolte negli ultimi anni dalla Fondazione Tiziano e Cadore. Nella conferenza a Cortina il curatore entrerà più concretamente nel tema di come si costruisce un evento di questo genere, che nasce per illustrare al grande pubblico le invenzioni del Vecellio e la loro ricezione, ma che nel contempo è pure occasione di verifica e ricerca storica, con la presentazione di numerose novità e di opere mai fino ad ora mai esposte in Italia e nel mondo.

Enrico Maria Dal Pozzolo
Nato a Padova nel 1963, è professore associato, idoneato, di Storia dell’Arte Moderna, lavora dal 1999 all’Università di Verona. É specializzato in pittura veneta del Rinascimento e del Barocco. Ha al suo attivo più di quattrocento pubblicazioni scientifiche, tra volumi monografici (su artisti quali Lorenzo Lotto, Giovanni Bonconsiglio, Giorgione, Simone Peterzano, El Greco – ma anche su temi iconografici, di storia del mercato artistico e della falsificazione), articoli e saggi, curatela di convegni internazionali e di cataloghi di mostre, schede e recensioni. Ha curato mostre scientifiche a Venezia (Palazzo Ducale, Museo Correr), Roma (Palazzo Venezia, Castel Sant’Angelo), Madrid (Prado) e Londra (National Gallery of Art). All’attività di ricerca accademica, accompagna anche un aspetto di divulgazione, con conferenze e lezioni, due film-documentari (su Giorgione e Lorenzo Lotto), partecipazione a inchieste televisive (BBC1) e radiofoniche, e articoli su riviste e quotidiani (collabora alla pagina culturale de “La Repubblica”).

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Vestigia della Grande Guerra in Comelico

FONDAZIONE COMELICO DOLOMITI

Vestigia della Grande Guerra in Comelico nel nuovo Catalogo Generale dei Beni Culturali.
Campagna di catalogazione di monumenti, infrastrutture e opere campali


Domenica 25 luglio ore 17.00

Museo Algudnei – Dosoledo di Comelico Superiore

L’ incontro organizzato in collaborazione con la Fondazione Comelico Dolomiti, presieduta da Viviana Ferrario, ha l’obiettivo è presentare i risultati del progetto “VestigiaGG Comelico”, finanziato dal Ministero dei Beni e delle attività culturali per l’inserimento nel Catalogo Nazionale dei BBCC delle vestigia della Grande Guerra del Comelico, che si sta avviando a conclusione.

Oggetto di intervento del progetto è la ricognizione, il censimento, la catalogazione e la valorizzazione del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale, classificabile come vestigia della Grande Guerra nell’area geografica del Comelico, di concerto con la competente Soprintendenza e con il coinvolgimento di associazioni e pubbliche amministrazioni del territorio, allo scopo di attivare un processo corale di recupero, conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico e culturale della Grande Guerra.

Interverranno i funzionari del MIBAC: il soprintendente arch. Magani, il funzionario di zona arch. Fornasiero, il dott. Majoli ed altri professionisti in collegamento da Roma.
Vi sarà una testimonianza da parte degli esperti locali che sono stati coinvolti e una presentazione del lavoro svolto da parte del neolaureato che ha materialmente redatto le schede.

Fondazione Comelico Dolomiti Centro Studi Transfrontaliero
E’ una fondazione di diritto privato in controllo pubblico, con scopi statutari di sviluppo locale e valorizzazione delle culture di minoranza, studio, contatti e conoscenza degli antichi rapporti e dei valori culturali e sociali presenti nei territori delle rispettive Comunità Transfrontaliere del Veneto, Osttirol e Carinzia. Tra i fondatori la Regione del Veneto, la Provincia di Belluno, l’Unione Montana Comelico.

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TITIANUS. Storia di un film non-finito

TOMMASO BRUGIN

Proiezione Film “TITIANUS. Storia di un film non-finito” 

Sabato 24 luglio ore 21.00
Auditorium Cos.Mo – Pieve di Cadore 

 

Nel 2016 la Regione Veneto indice il bando giovani Fotogrammi Veneti: i giovani raccontano per valorizzare la creatività e i talenti dei giovani in relazione alle professioni legate alle arti visive, alla musica e alla multimedialità, come risposta allo spettro della disoccupazione e per la costruzione di percorsi di autonomi.
Il bando mira a selezionare progetti rivolti ai giovani e costruiti attraverso una rete attiva di partner avente come capofila un comune, un istituto scolastico superiore, o una università del Veneto. Il Comune di Pieve di Cadore, attraverso l’allora Assessore alla Cultura, Maria Giovanna Coletti – su invito del giovane regista Tommaso Brugin – accetta di divenire partner capofila del suo progetto.
Usando lo strumento multimediale come “voce narrante”, il progetto deve rappresentare dei laboratori dove sviluppare competenze specifiche e professionalizzanti (musica, arti visive, fotografia, arti e mestieri della tradizione locale, etc.), far emergere il talento artistico, creare opportunità occupazionali, educare al volontariato e alla cittadinanza attiva, salvaguardare l’ambiente, tenere vive le tradizioni storico-culturali, promuovere le bellezze paesaggistiche della Regione del Veneto.
Tommaso Brugin realizza con la sua troupe il docu-film Proiezione Film “TITIANUS. Storia di un film non-finito, un film documentario sul pittore Tiziano Vecellio, con particolare attenzione alla sua giovinezza e alle sue origini cadorine. Un racconto della vita di Tiziano con uno sguardo volto anche alla sua sfera più privata. Un’indagine dei legami profondi che questo veneziano d’adozione ha avuto per tutta la sua esistenza con la sua terra d’origine. Una delicata suggestione che mette in relazione la sorprendente capacità di plasmare la luce nei suoi dipinti e gli straordinari paesaggi che fin dall’infanzia egli teneva nel cuore.
Trama: Matteo Tremon, regista di una televisione locale, scompare mentre sta preparando il suo film di debutto su Tiziano Vecellio.  Interviste, materiali d’archivio, fuori-onda rubati, tutto serve a comporre il mosaico della storia di Matteo Tremon, regista al debutto che, inspiegabilmente, abbandona il film d’esordio sul pittore Tiziano Vecellio. Lo spettatore, tramite la telecamera di Emme, uno stagista messo dalla produzione per realizzare il making off del film, scoprirà come lo studio dell’artista veneziano per la preparazione del film sarà di ispirazione per una svolta decisiva della vita di Matteo.
Attraverso interviste a docenti ed esperti, ricostruzioni storiche di alcuni episodi della vita di Tiziano e con un ricco contributo evocativo e iconografico dei luoghi in cui ha vissuto, viene offerto un fresco ritratto di uno tra i più significativi artisti rinascimentali.
Grande rilievo è dato alla ricerca filologica, che si è tradotto in una cura minuziosa degli ambienti, delle musiche e dei costumi veneti dell’epoca per gli episodi di finzione.
I contributi sono stati affidati ai massimi esperti di differenti ambiti culturali. Con ognuno di loro è stata prodotta una video-intervista volta ad analizzare la figura di Tiziano sotto gli aspetti biografici ed artistici.
La ricerca storica si è sviluppata attraverso la ricerca e censimento bibliografico di documenti su Tiziano costituiti da libri, saggi, raccolte e articoli; di materiale di ricostruzione storica del Rinascimento, ovvero costumi e oggetti di scenografia.
Infine sono state realizzate interviste ad esperti della storia e della pittura veneta del XVI secolo.
Il regista ha scelto la forma del mockumentary attingendo alla sua ricerca sulla sottile linea tra realtà e finzione tipica del grottesco, raccontando i preparativi per un film in costume mettendo in scena un finto backstage e immaginando uno stile un po’ “sporco” e alcune scene di improvvisazione per aumentare la sensazione di realismo.
Questa scelta ha permesso di incuriosire lo spettatore, ma soprattutto di soddisfarlo visivamente offrendogli un “puzzle” sparso del film costituito da ricerche in loco, interviste agli attori, laboratori di costumi e location suggestive.
Infine permette di raccontare una storia, quella di Matteo, grazie alla quale posso dare un’interpretazione personale alla vita e alla carriera di Tiziano.
Il film non vuole raccontare la storia del pittore veneziano in modo esaustivo e nozionistico, ma vuole incoraggiare il pubblico ad approfondire la conoscenza di libri e gallerie d’arte, mostrando come anche lo studio dell’antichità possa riservare sorprese e aiutare a conoscere se stessi.

Premi e festival:
Miglior Documentario/Mocumentary – Oniros Film Awards® – New York (USA)
Miglior commedia – RAGFF Venezia
In concorso – White Deer International Film Festival (UK)
Semifinalista – FilmArte Festival – Madrid (SPAGNA)

TOMMASO BRUGIN
Nato a Venezia, dopo gli studi di cinema tra Padova e Parigi, nel 2007 si laurea con una tesi su Tim Burton e il potere dell’immaginazione.
Inizia subito a lavorare come filmmaker per progetti artistici e commerciali, come videoinstallazioni, cortometraggi, spot e documentari, mantenendo aggiornata la sua formazione pratica con diversi corsi e workshop in tutto il paese. Partecipa a produzioni internazionali ed è responsabile delle relazioni estere per AviLab. E’ membro di Associazione Settimo binario.
Affascinato dalla sottile distanza tra fantasia e realtà, cerca di tradurre questa passione nelle sue opere creative e nel linguaggio audiovisivo, scrivendo e filmando storie legate alla sua città natale.
Organizzatore del Dolomiti Film Festival, progetto vincitore del Bando Miur Mic «Buone Pratiche, Rassegne e Festival», nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola 2019/2020. L’iniziativa si è avvalsa in particolare della collaborazione di Aku, Asi, Avilab, Unione Montana Agordina, Comune di Agordo, Comune di Alleghe, Comune di Falcade, PromoFalcade Dolomiti, Istituto Comprensivo di Cencenighe Agordino e Rete eventi – Provincia di Belluno. Vanta inoltre il patrocinio di Ministero della transizione ecologica, Regione Veneto, Arpav, Fondazione Dolomiti Unesco e Cai di Agordo.

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Tiziano e i suoi: premesse di una mostra

ENRICO MARIA DAL POZZOLO

Tiziano e i suoi: premesse di una mostra (Belluno dicembre 2021 – aprile 2022): Parte I

Giovedì 22 luglio ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore

A metà dicembre aprirà a Belluno, in Palazzo Bembo, una grande mostra dal titolo Tiziano e i suoi, a cura di Enrico Maria Dal Pozzolo. Organizzata dal Comune di Belluno, si avvale del supporto di un Comitato scientifico internazionale di altissimo livello e si collega a una serie di iniziative di ricerca svolte negli ultimi anni dalla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore. Nella conferenza a Pieve di Cadore si illustrano le ragioni storiche e culturali che hanno legittimato la proposta di un evento espositivo imperniato sì sulla figura del grande maestro, ma con uno sguardo rivolto anche ai suoi più fedeli collaboratori (alcuni dei quali familiari stretti) e seguaci.

Enrico Maria Dal Pozzolo
Nato a Padova nel 1963, è professore associato, idoneato, di Storia dell’Arte Moderna, lavora dal 1999 all’Università di Verona. É specializzato in pittura veneta del Rinascimento e del Barocco. Ha al suo attivo più di quattrocento pubblicazioni scientifiche, tra volumi monografici (su artisti quali Lorenzo Lotto, Giovanni Bonconsiglio, Giorgione, Simone Peterzano, El Greco – ma anche su temi iconografici, di storia del mercato artistico e della falsificazione), articoli e saggi, curatela di convegni internazionali e di cataloghi di mostre, schede e recensioni. Ha curato mostre scientifiche a Venezia (Palazzo Ducale, Museo Correr), Roma (Palazzo Venezia, Castel Sant’Angelo), Madrid (Prado) e Londra (National Gallery of Art). All’attività di ricerca accademica, accompagna anche un aspetto di divulgazione, con conferenze e lezioni, due film-documentari (su Giorgione e Lorenzo Lotto), partecipazione a inchieste televisive (BBC1) e radiofoniche, e articoli su riviste e quotidiani (collabora alla pagina culturale de “La Repubblica”).

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TRIO VIVALDI - Concerto per flauti traversi e violoncello

TRIO VIVALDI

Enzo Caroli e Fabiola Braconi, Flauti traversi
Alvise Stiffoni, Violoncello

Concerto per flauti traversi e violoncello

Musiche di Vivaldi, Bach, Haydn, Mozart

Mercoledì 21 luglio ore 21.00
Chiesa di S. Bartolomeo – Nebbiu’ di Cadore

Un programma incentrato sul virtuosismo strumentale con l’esecuzione di concerti e sonate barocche e classiche, ospite d’onore il flautista Enzo Caroli, festeggiato nel 2010 al Teatro Olimpico di Vicenza per 50 di attività internazionale e premiato per il suo “prezioso contributo alla scuola italiana del flauto”. Insieme al M° Caroli, vi saranno Fabiola Braconi, insegnante a Jesi e primo flauto dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana e Alvise Stiffoni, violoncellista attivo in campo internazionale che collabora stabilmente con l’Orchestra I Virtuosi di Venezia.

 

ENZO CAROLI – Flauto
Enzo Caroli dopo il diploma con Pasquale Rispoli a Venezia, ha proseguito gli studi all’Accademia Chigiana con Severino Gazzelloni, ottenendo il “diploma d’onore”, poi in Francia con Roger Bourdin e a Roma con Conrad Klemm.
Ha vinto vari concorsi come flautista tra i quali quelli presso il Teatro La Fenice di Venezia e l’orchestra sinfonica della RAI di Roma, inoltre il “Il Cilea di Palmi”, “Briccialdi di Terni”. In duo con il pianista R.Maioli “Il Cilea per musica da camera”, e il premio internazionale di musica da camera di Trapani.
Da allora ha intrapreso una carriera internazionale che lo ho portato in prestigiosi festival in Brasile, ad Osaka, a Santander, a New York, al festival Gaulitiana di Malta, e in Corea.
Con Giuseppe Sinopoli ha fondato negli anni ’70 l’Ensemble Internazionale con cui ha eseguito prime composizioni di musicisti contemporanei, trasmessi dalla Rai e dalla Radio Tedesca.
Ha inoltre studiato direzione d’orchestra, diplomandosi con Donato Renzetti all’Accademia Pescarese, sotto la cui direzione in prima esecuzione italiana, ha eseguito numerose volte il concerto per flauto e orchestra di L. Lieberman.
E’ stato direttore della Piccola Orchestra da Camera di Bologna e dell’Amadeus Sinfonietta in programmi sinfonici e operistici.
Ha insegnato flauto nei Conservatori di Padova e Vicenza e oggi tiene corsi di perfezionamento sia in Italia che all’estero.
Nel 2010 è stato festeggiato al Teatro Olimpico di Vicenza per i 50 anni di attività, ricevendo il premio alla carriera dalla rivista flautistica Falaut “per il suo prezioso contributo alla scuola italiana del flauto”, inoltre nel 2012 ha ricevuto il premio L. Spezzaferri per meriti artistici.
Intensa la sua produzione discografica per le etichette Sipario Dischi, Rivoalto, Velut Luna e Dynamic e, per il 250esimo anniversario della nascita di L.W.Beethoven, per la rivista musicale Suonare news (marzo 2020) ha inciso un disco con musiche beethoveniane.

FABIOLA BRACONI – Flauto
Fabiola Braconi ha iniziato lo studio del Flauto col M° Francesco Chirivì, proseguendo col M° Santa Pirruccio con la quale, presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, si è diplomata con il massimo dei voti e la lode.
Si è perfezionata col M° Enzo Caroli e ha frequentato seminari di interpretazione musicale tenuti da Maestri quali M° Maxence Larrieu e Jean-Claude Gerard.
Ha inoltre frequentato il Seminario internazionale sul Metodo Kodaly nell’educazione musicale tenuto dal M° Klara Nemes e Seminari-laboratori di didattica strumentale e vocale tenuti dai Maestri Sabine Oetterli, Enrico Strobino, Pedro Mena Peraza, Monica Miniucchi, Maurizio Vitali, Pierluigi Postacchini.
Ha collaborato, in qualità di primo Flauto, con varie orchestre da Camera e Sinfoniche delle Marche, tra cui l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Con quest’ultima ha partecipato a numerose stagioni liriche e sinfoniche ed ha eseguito varie opere in prima mondiale, collaborando con solisti e compositori di chiara fama.
Ha realizzato varie incisioni discografiche e da anni svolge attività concertistica in varie formazioni cameristiche.
Ha svolto attività didattica come insegnante di Flauto in vari Istituti Musicali e, dal 2012 è titolare della cattedra di Flauto presso la Scuola Media ad Indirizzo Musicale “Federico II” di Jesi.

ALVISE STIFFONI – Violoncello
Alvise Stiffoni si è diplomato in violoncello nel 1990 e in strumenti a percussione nel 1992 con il massimo dei voti presso il conservatorio B. Marcello di Venezia.
Dal 1987 è fondatore del quartetto Nuova Arcadia, ensemble con strumenti d’epoca con il quale nel 1998 ha registrato Sonate di scuola veneziana. Nel 1988 inizia la sua attività professionale frequentando i corsi di musica antica di Venezia con i maestri A. Bova, E. Smith e A. Marcon; contemporaneamente inizia la sua collaborazione con l’Orchestra da Camera L’Offerta Musicale in qualità sia di violoncellista che di percussionista incidendo per le case italiane Nuova Era, Bongiovanni, Tactus.
Seguono numerose tournée in festival internazionali in Germania, Belgio, Spagna, Tunisia e registrazioni radiofoniche in Francia, Austria, Spagna e Croazia sempre con notevole successi di pubblico e critica.
In questi anni di intensa attività ha fatto parte dei Quartetti Aura e Palladio collaborando anche in orchestre lirico-sinfoniche quali: Città di Verona, Orchestra Filarmonia Veneta di Treviso e orchestre da camera quali: Orchestra di Bergamo, interpreti Veneziani, La Concertante, Accademia Vivaldiana, Gruppo Strumentale Vento Malipero, Camerata Marciana, Orchestra Toti dal Monte.
Dal 1998 AL 2000 è stato parte stabile dell’Ensemble di Venezia nel quale ha svolta anche ruolo di solista.
Nel 1999 con l’Ensemble Zauberflöte ha inciso l’integrale dei concerti per flauto di Vivaldi; nel 2000 le Sonate di Bach per flauto e basso continuo con E. Caroli per la Sipario Dischi.
Dal 2001è primo violoncello dell’Orchestra Dolimiti Symphonia di Belluno.
Dal 2002 suona con il Quartettopera (con accompagnamento del pianoforte) eseguendo alcune repliche dell’elisir d’Amore di Donizetti.
Dal 2003 collabora stabilmente con l’Orchestra I Virtuosi di Venezia.
E’ docente di violoncello, strumenti a percussione e teoria e solfeggio presso la scuola di musica G. Verdi di Venezia.

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BOSCHI DI CARTA 2021 – Festival di editoria in montagna

BOSCHI DI CARTA 2021 – Festival di editoria in montagna

Venerdì 16 – Domenica 18 luglio 2021
Piazza Tiziano – Pieve di Cadore

La quinta edizione di “Boschi di Carta” prenderà avvio a Pieve di Cadore nella giornata di venerdì 16 luglio 2021 e si concluderà domenica 18 luglio 2021. Il Festival di editoria in montagna, è promosso dalla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, insieme alla Magnifica Comunità di Cadore e al Comune di Pieve di Cadore. L’iniziativa, patrocinata dalla Regione Veneto e dagli Editori Veneti, condensa in tre giornate un ricco programma di interventi e di eventi collaterali curati da Roberto Da Re Giustiniani, suo direttore artistico, che attraggono i cultori della letteratura di montagna, nonché appassionati della sua vita lenta a contatto con la natura delle alte quote.

L’edizione di quest’anno intende porre l’attenzione sul tema del paesaggio e del lavoro in montagna, con l’obiettivo di recuperare gli antichi saperi, che rendono possibili nuovi modelli di vita ecosostenibile, il tutto con occhio attento sempre alla valorizzazione del territorio e della comunità che lo abita.

Nella prima giornata di Boschi di Carta a partire dalle 14.30 presso il Palazzo della Magnifica Comunità di Pieve di Cadore si terrà l’inaugurazione del festival, accompagnato dal segno della creatività di giovani dei Licei artistici di Cortina e di Nove che presenteranno l’opera lunga otto metri realizzata a più mani esito del laboratorio “In fieri, metamorfosi territoriali: workshop sulle pratiche sociali del disegno” a cura di Cristiano Focacci Menchini e Sonia Solagna.

A seguire quattro conferenze tra le quali si ricorda “Vivere e lavorare in montagna” con Ermanno Bressy, ideatore dei Percorsi Occitani, e i rappresentanti della Valle Maira che racconteranno la loro esperienza turistica e il loro modello di promozione, trovando connessioni e confronto con alcuni artigiani del Cadore e della montagna veneta che stanno riscoprendo i mestieri tradizionali.

Nella seconda giornata ci sarà la possibilità di partecipare a numerosi incontri ed attività:  in particolare alle ore 11.00 verrà presentata la mostra “Vedute, il paesaggio e la montagna” a cura del Gruppo Camosci, del Comune di Sappada e della Magnifica Comunità di Cadore; alle ore 12.00 l’attore Mirko Artuso  racconterà con un video il suo cammino lungo il Piave; alle 18.00 un appuntamento importante sarà quello con l’alpinista e scrittore Manolo (Maurizio Zanolla) che verrà intervistato e si racconterà. La Fondazione Benetton rinnova la tradizione di presenza al festival presentando il vincitore del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2020/2021 assegnato alla Valle delle Rose e alla Valle Rossa in Cappadocia introdotto da Patrizia Boschiero e Luigi Latini. (https://www.archiportale.com/news/2020/08/eventi/premio-carlo-scarpa-per-il-giardino-2020-21-dedicato-alla-cappadocia_77930_32.html).
Concluderà la serata la proiezione del documentario di Patagonia “Jumbo Wild” per salvare la valle degli orsi selvaggi.

Nella giornata conclusiva alle 9.30 ci sarà una visita itinerante che partirà dalla casa natale di Tiziano Vecellio e arriverà al Forte Monte Ricco alla scoperta della Battaglia di Rusecco del 2 marzo 1508. Alle 17.00 l’appuntamento con Enzo Bozza, medico di base in Cadore, nel quale si parlerà di come la medicina del territorio sia la chiave di volta del sistema sanitari, soprattutto dopo la tragica epidemia da Covid-19.

Durante tutta la manifestazione ci sarà spazio per dei laboratori artistici con gli illustratori, grafici e fumettisti dell’Associazione La Torre Disegnata presso il Gran Caffè Tiziano, oltre a momenti di musica per le strade con il cantastorie Eros Viel e il suo organetto di Barberia e percorsi musicali con l’arpa di Giacomo Li Volsi. Sarà inoltre possibile vedere gli stand espostivi dei circa 20 editori  presenti presso la tensostruttura allestita in piazza Tiziano per l’occasione.

La manifestazione avrà i seguenti orari: venerdì 16 luglio dalle 15.00 alle 20.00, sabato 17 luglio dalle 10.00 alle 20.00, domenica 18 luglio dalle 10.00 alle 19.00. L’intero evento si svolgerà in ottemperanza alla normativa Anti-Covid 2019. Per informazioni o eventuali prenotazioni fare riferimento a boschidicarta@tizianovecellio.it, www.tizianovecellio.it, o telefonare al numero 0435.501674.

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