Concerto “Romanticismo” - QUINTETTO DOLOMITI SYMPHONIA

QUINTETTO DOLOMITI SYMPHONIA

Concerto “Romanticismo”
Musiche di Schumann e Brahms

Sabato 14 agosto ore 21.00
Auditorium Cos.mo Pieve di Cadore

Un concerto assolutamente unico con l’esecuzione di due quintetti, uno di R. Schumann ed uno di J. Brahms, rari da ascoltarsi e che segnano il grande contributo alla musica romantica in una formazione complessa ma ideale per l’espressività di questo periodo stilistico.

Miriam Dal Don e Mattia Tonon, Violini
Luca Volpato, Viola
Andrea Bellato, Violoncello
Silvia Tessari, Pianoforte

Esecutori eccellenti, tutti attivi in campo concertistico internazionale da molti anni, docenti di Conservatorio e Liceo Musicale, titolari di Masterclass e prime parti in orchestre importanti.

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Stabat Mater - Concerto di DOLOMITI SYMPHONIA ORCHESTRA

DOLOMITI SYMPHONIA ORCHESTRA

G.B. Pergolesi, Stabat Mater
Concerto per soprano, contralto e orchestra

Giovedì 12 agosto ore 21.00
Chiesa parrocchiale – San Pietro di Cadore

Lo Stabat Mater di G. B. Pergolesi è uno dei più conosciuti ed eseguiti brani di musica sacra. Scritto da Giovan Battista Pergolesi, attivo a Napoli nel 1700 e morto alla sola età di 26 anni, lo Stabat Mater è pieno di una intensa spiritualità dovuta al testo che è sottolineato in modo originale ed unico dalla musica del compositore.

DOLOMITI SYMPHONIA nasce nel 1985, in occasione dell’anno Europeo della Musica. Ha al suo attivo più di 500 concerti eseguiti in Italia, Ungheria, Slovenia, Spagna, Germania, Austria, Svizzera. Ha collaborato con solisti quali A. Dell’Oste, E. Caroli, C. Mansutti, G. Stevanato, M. G. Ferrari, P. N. Masi, G. Carmignola ed è stata diretta da maestri come M. Pradella, K. Topilow, U. Benedetti Michelangeli, R. Selitrenny. Alcuni appuntamenti di particolare interesse caratterizzano la sua attività: la stagioni concertistiche in provincia, il concerto a Belluno per S. Martino in Cattedrale (giunto alla XXIIa edizione) ed i concerti nei luoghi più suggestivi delle Dolomiti. Ha eseguito al Festival Niederosterreich in Austria prime esecuzioni di compositori moderni e più recentemente le prime esecuzioni di alcune composizioni sacre del boemo Faulhaber.

ROBERTA MAJONI, Soprano.
Diplomatasi brillantemente presso il Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto sotto la guida del M° Adriano Tomaello, ha svolto attività concertistica collaborando con diversi cori del Veneto, in particolare con l’Athestis Chorus in numerosi produzioni e con importanti orchestre quali la Rai di Torino, l’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini di Parma, l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, la Mahler Chamber Orchestra, i Munkner Philarmoniker, sotto la direzione di F.M. Bressan, P. Maag, J. Tate, E. Inbal, C. Abbado, C. Tielemann, C. Hogwood.
In qualità di solista ha cantato in Italia e all’estero nella Grande Messa KV 427, nella Spatzen Messe e nel Requiem di Mozart, nel Gloria e nel Magnificat di Vivaldi, nel Te Deum di Charpentier, nello Stabat Mater di Pergolesi, nella Messa in Sol maggiore di Schubert e in prime esecuzioni di compositori contemporanei.
Ha eseguito cantate del ‘700 in trio con Sergio Balestracci e sotto la sua direzione lo Stabat Mater di Pergolesi. Ha partecipato a diversi concerti in Carinzia. In campo operistico ha debuttato al Teatro Comunale di Belluno nell’opera “Così fan tutte” di Mozart (Fiordiligi), Flaminia ne “Il mondo della luna” di Galuppi nell’omonimo Festival a Venezia, Eugenia nel “Filosofo di campagna “ dello stesso compositore, Berta nel “Barbiere di Siviglia” di Rossini a Belluno, Udine e Prato, Giannetta nell’Elisir d’amore” di Donizetti al Teatro Metastasio di Prato. Nel 2006 ha inciso come solista il Magnificat in Re Maggiore di J.S. Bach e il Lauda Sion di F.Mendelsshon. E’ docente di Canto presso il Liceo Musicale di Belluno

EUGENIA ZUIN, Contralto
Consegue il Diploma di canto presso il Conservatorio di musica ‘Benedetto Marcello’ di Venezia nel 2005 sotto la guida della M° Elena De Martin.
Prosegue la sua formazione con Sherman Lowe, Francesca Scaini, Gianluca Belfiori Doro, Daniela Battaglia, Camelia Voin.
In qualità di corista, collabora con varie formazioni del Veneto, tra cui il coro Reale corte armonica Caterina Cornaro, (M° R. Zarpellon), I Solisti della Cappella Marciana della Basilica di San Marco di Venezia, (M° M. Gemmani), e il Coro Città di Padova (M° D. Zambello).
Fa parte del coro diretto dalla M° Marina Malavasi nell’Ifigenia in Tauride di Galuppi diretta dal M° F. M. Bressan, in prima esecuzione moderna, presso il Teatro Goldoni a Venezia nel settembre 2006, all’interno del Festival galuppiano, I luoghi di Baldassarre.
Con il coro La Stagione Armonica diretto dal M° S. Balestracci collabora frequentemente dal 2006. Con questa formazione partecipa alla Missa Defunctorum di Paisiello diretta dal M° R. Muti presso la Festspielhaus di Salisburgo in occasione della festa della Pentecoste del 2009.
Dal novembre ’06 all’agosto ’07 presta servizio come contralto aggiunto presso il coro del Teatro Lirico di Cagliari, partecipando a tutte le produzioni previste dalla programmazione dell’Ente lirico.
Qui ha modo di lavorare con Maestri come Hogwood (Haydn, Nelson Messe), Anissimov (Poulenc, Secheresses), Bramall (Verdi, Messa da requiem), R. Abbado (Braumfels, Die Vögel), Fagen (Verdi, Un ballo in maschera), Auguin (Puccini, Manon Lescaut).
In qualità di solista, dal 2005 partecipa a numerosi concerti di musica sacra.
Dal settembre 2009 canta come contralto solista presso la Cappella musicale della Basilica del Santo di Padova, diretto dal M° V. Casarin.

DELIO CASSETTA, Direttore
Dopo il diploma in flauto traverso e una intensa attività concertistica si è dedicato alla prassi esecutiva della musica antica frequentando la Schola Cantorum di Basilea e collaborando con musicisti specializzati in questo campo. Successivamente si diploma in direzione d’orchestra perfezionandosi in Italia e a Vienna con Carl Österreicher. Ha seguito inoltre i corsi di fenomenologia musicale con S. Celebidache. Attivo da oltre 30 anni, ha al suo attivo oltre mille concerti come flautista e direttore d’orchestra, oltre che in tutta Italia, in Europa, Stati Uniti, Messico. E’ direttore principale di Dolomiti Symphonia Orchestra di Belluno e ha diretto inoltre la Filarmonia Veneta, L’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra Città di Ferrara, l’Orchestra Sinfonica di Pescara, l’Orchestra da Camera del Lazio, l’Orchestra Benedetto Marcello di Teramo, l’Orchestra Sinfonica di Grosseto, la Filarmonica di Minsk, l’Orchestra e il Coro della Filarmonica di Iasi, l’Orchestra e il Coro della Filarmonica di Timisoara, l’Orchestra Sinfonica di Craiova, l’Orchestra Sinfonica di Pecs, la Budapest Chamber Symphony, l’Orchestra Sinfonica di Pazardjik Bulgaria, l’Orchestra Sinfonica del Festival di Brekenridge in Colorado (USA), l’Orchestra di Opera Altra Prato, l’Orchestra Sinfonica dello Stato del Messico, l’Orchestra Classic Chamber Players di New York.

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Venezia e Anversa. Due metropoli artistiche a confronto

BERNARD AIKEMA

Venezia e Anversa. Due metropoli artistiche a confronto

Giovedì 12 agosto ore 17.30
Hotel Victoria – Cortina d’Ampezzo

Una delle questioni fondamentali che torna sempre nella storia delle arti riguarda il modo nel quale uno stile artistico esprime o meno l’identità “nazionale” di un territorio. Limitandoci all’arte della pittura, analizziamo questo problema tramite un confronto delle due metropoli più importanti per l’arte dell’Europa cinquecentesca: Venezia e Anversa. Vedremo come le maniere artistiche dei due centri hanno delle radici formali complesse e che all’epoca l’idea di una scuola pittorica “nazionale” o “regionale” praticamente non esisteva. Il concetto della “scuola pittorica” ha origine nel Seicento, ma senza quelle connotazioni “nazionalistiche”, che diventavano qualificanti solo nella storiografia ottocentesca, per diventare altamente problematiche nel secolo scorso. Illustriamo questo percorso con opere dei massimi pittori di Venezia ed Anversa dell’epoca, fra cui Tiziano, Lorenzo Lotto, Pieter Brueghel, Rubens, Rembrandt ed altri.

Bernard Aikema
Laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricerca spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. E’ stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Nel 2017  ha curato la mostra per Palazzo Ducale “Jheronimus Bosch e Venezia” ed è stato supervisore  dell’esposizione “Tiziano, Tintoretto, Veronese”, allestita al  Museo Puskin di Mosca. Nel 2018 ha curato a Palazzo Reale di Milano “Albrecht Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”. Dirige progetti di ricerca internazionali ed è membro dell’Ateneo Veneto e dell’Accademia Europea; è Cavaliere all’Ordine del merito della Repubblica Italiana.

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Stabat Mater - Concerto di DOLOMITI SYMPHONIA ORCHESTRA

DOLOMITI SYMPHONIA ORCHESTRA

G.B. Pergolesi, Stabat Mater
Concerto per soprano, contralto e orchestra

Mercoledì 11 agosto ore 21.00
Chiesa di S. Luca Evangelista – Padola di Comelico Superiore

Lo Stabat Mater di G. B. Pergolesi è uno dei più conosciuti ed eseguiti brani di musica sacra. Scritto da Giovan Battista Pergolesi, attivo a Napoli nel 1700 e morto alla sola età di 26 anni, lo Stabat Mater è pieno di una intensa spiritualità dovuta al testo che è sottolineato in modo originale ed unico dalla musica del compositore.

DOLOMITI SYMPHONIA nasce nel 1985, in occasione dell’anno Europeo della Musica. Ha al suo attivo più di 500 concerti eseguiti in Italia, Ungheria, Slovenia, Spagna, Germania, Austria, Svizzera. Ha collaborato con solisti quali A. Dell’Oste, E. Caroli, C. Mansutti, G. Stevanato, M. G. Ferrari, P. N. Masi, G. Carmignola ed è stata diretta da maestri come M. Pradella, K. Topilow, U. Benedetti Michelangeli, R. Selitrenny. Alcuni appuntamenti di particolare interesse caratterizzano la sua attività: la stagioni concertistiche in provincia, il concerto a Belluno per S. Martino in Cattedrale (giunto alla XXIIa edizione) ed i concerti nei luoghi più suggestivi delle Dolomiti. Ha eseguito al Festival Niederosterreich in Austria prime esecuzioni di compositori moderni e più recentemente le prime esecuzioni di alcune composizioni sacre del boemo Faulhaber.

ROBERTA MAJONI, Soprano.
Diplomatasi brillantemente presso il Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto sotto la guida del M° Adriano Tomaello, ha svolto attività concertistica collaborando con diversi cori del Veneto, in particolare con l’Athestis Chorus in numerosi produzioni e con importanti orchestre quali la Rai di Torino, l’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini di Parma, l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, la Mahler Chamber Orchestra, i Munkner Philarmoniker, sotto la direzione di F.M. Bressan, P. Maag, J. Tate, E. Inbal, C. Abbado, C. Tielemann, C. Hogwood.
In qualità di solista ha cantato in Italia e all’estero nella Grande Messa KV 427, nella Spatzen Messe e nel Requiem di Mozart, nel Gloria e nel Magnificat di Vivaldi, nel Te Deum di Charpentier, nello Stabat Mater di Pergolesi, nella Messa in Sol maggiore di Schubert e in prime esecuzioni di compositori contemporanei.
Ha eseguito cantate del ‘700 in trio con Sergio Balestracci e sotto la sua direzione lo Stabat Mater di Pergolesi. Ha partecipato a diversi concerti in Carinzia. In campo operistico ha debuttato al Teatro Comunale di Belluno nell’opera “Così fan tutte” di Mozart (Fiordiligi), Flaminia ne “Il mondo della luna” di Galuppi nell’omonimo Festival a Venezia, Eugenia nel “Filosofo di campagna “ dello stesso compositore, Berta nel “Barbiere di Siviglia” di Rossini a Belluno, Udine e Prato, Giannetta nell’Elisir d’amore” di Donizetti al Teatro Metastasio di Prato. Nel 2006 ha inciso come solista il Magnificat in Re Maggiore di J.S. Bach e il Lauda Sion di F.Mendelsshon. E’ docente di Canto presso il Liceo Musicale di Belluno

EUGENIA ZUIN, Contralto
Consegue il Diploma di canto presso il Conservatorio di musica ‘Benedetto Marcello’ di Venezia nel 2005 sotto la guida della M° Elena De Martin.
Prosegue la sua formazione con Sherman Lowe, Francesca Scaini, Gianluca Belfiori Doro, Daniela Battaglia, Camelia Voin.
In qualità di corista, collabora con varie formazioni del Veneto, tra cui il coro Reale corte armonica Caterina Cornaro, (M° R. Zarpellon), I Solisti della Cappella Marciana della Basilica di San Marco di Venezia, (M° M. Gemmani), e il Coro Città di Padova (M° D. Zambello).
Fa parte del coro diretto dalla M° Marina Malavasi nell’Ifigenia in Tauride di Galuppi diretta dal M° F. M. Bressan, in prima esecuzione moderna, presso il Teatro Goldoni a Venezia nel settembre 2006, all’interno del Festival galuppiano, I luoghi di Baldassarre.
Con il coro La Stagione Armonica diretto dal M° S. Balestracci collabora frequentemente dal 2006. Con questa formazione partecipa alla Missa Defunctorum di Paisiello diretta dal M° R. Muti presso la Festspielhaus di Salisburgo in occasione della festa della Pentecoste del 2009.
Dal novembre ’06 all’agosto ’07 presta servizio come contralto aggiunto presso il coro del Teatro Lirico di Cagliari, partecipando a tutte le produzioni previste dalla programmazione dell’Ente lirico.
Qui ha modo di lavorare con Maestri come Hogwood (Haydn, Nelson Messe), Anissimov (Poulenc, Secheresses), Bramall (Verdi, Messa da requiem), R. Abbado (Braumfels, Die Vögel), Fagen (Verdi, Un ballo in maschera), Auguin (Puccini, Manon Lescaut).
In qualità di solista, dal 2005 partecipa a numerosi concerti di musica sacra.
Dal settembre 2009 canta come contralto solista presso la Cappella musicale della Basilica del Santo di Padova, diretto dal M° V. Casarin.

DELIO CASSETTA, Direttore
Dopo il diploma in flauto traverso e una intensa attività concertistica si è dedicato alla prassi esecutiva della musica antica frequentando la Schola Cantorum di Basilea e collaborando con musicisti specializzati in questo campo. Successivamente si diploma in direzione d’orchestra perfezionandosi in Italia e a Vienna con Carl Österreicher. Ha seguito inoltre i corsi di fenomenologia musicale con S. Celebidache. Attivo da oltre 30 anni, ha al suo attivo oltre mille concerti come flautista e direttore d’orchestra, oltre che in tutta Italia, in Europa, Stati Uniti, Messico. E’ direttore principale di Dolomiti Symphonia Orchestra di Belluno e ha diretto inoltre la Filarmonia Veneta, L’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra Città di Ferrara, l’Orchestra Sinfonica di Pescara, l’Orchestra da Camera del Lazio, l’Orchestra Benedetto Marcello di Teramo, l’Orchestra Sinfonica di Grosseto, la Filarmonica di Minsk, l’Orchestra e il Coro della Filarmonica di Iasi, l’Orchestra e il Coro della Filarmonica di Timisoara, l’Orchestra Sinfonica di Craiova, l’Orchestra Sinfonica di Pecs, la Budapest Chamber Symphony, l’Orchestra Sinfonica di Pazardjik Bulgaria, l’Orchestra Sinfonica del Festival di Brekenridge in Colorado (USA), l’Orchestra di Opera Altra Prato, l’Orchestra Sinfonica dello Stato del Messico, l’Orchestra Classic Chamber Players di New York.

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Aspettando ancora Carpaccio

STEFANIA MASON

Aspettando ancora Carpaccio

Mercoledì  11 agosto ore 21.00
Sala Norma Cossetto  – Calalzo di Cadore

In preparazione della grande mostra in Palazzo Ducale dedicata al pittore, Stefania Mason scorre i cicli che lo rivelano grande interprete della pittura narrativa veneziana e che possiamo nel frattempo ammirare in città: dalla favola dedicata a Sant’Orsola (ora Gallerie dell’Accademia) alle storie per la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, l’unico ancora nel suo luogo originale. Dal giovane emergente nel 1490 con l’Arrivo a Colonia del primo ciclo con la sua Venezia parallela, al regista di scene ambientate in un Oriente fantastico nel secondo, con una divagazione sulle Due dame del Museo Correr.

Stefania Mason è stata professore ordinario di Storia dell’arte moderna e direttore della Scuola di specializzazione in Storia dell’arte all’Università di Udine.
Le sue ricerche si sono indirizzate soprattutto alla pittura e alla grafica veneta, tra Quattrocento e Seicento, dagli artisti forestieri a Venezia, allo studio sistematico di Palma il Giovane di cui ha pubblicato il catalogue raisonné e di cui ha esposto molti disegni al Museo Correr di Venezia (1990).
Si è dedicata anche alla pittura narrativa di Vittore Carpaccio, alla bottega di Jacopo Bassano, alle opere di Giorgione, Tiziano e Veronese nelle collezioni veneziane, alla pittura su pietra nera, a Tintoretto in occasione delle recenti mostre  di Colonia/Parigi e Venezia/Washington e  alla  pittura del Seicento a Venezia con la cura della mostra di Ajaccio nel 2018.
Ha ideato e diretto il progetto “Il collezionismo artistico a Venezia dalle origini al Settecento”, per la Fondazione Venezia, culminato nei tre volumi (2007, 2008, 2009) con gli esiti delle ricerche.Ha tenuto cicli di lezioni a Tokio e Kyoto, 1995; al Workshop  IT for Preservation and Dissemination of Cultural Heritage, a Hyderabad – Poone, 2005; nel 2006 ha tenuto il corso di dottorato presso l’Ecole Pratique des Hautes Etudes, Sorbonne, Parigi. Ha inoltre partecipato a numerosi convegni internazionali (Braunschweig, Parigi, Nantes, Bordeaux, Cambridge, Madrid, New York) oltre che presso università italiane.
Ha fatto parte dell’Advisory Committee del Getty Research Institute, di Los Angeles, ed è stata Chercheur invité all’Institut National d’Histoire de l’Art di Parigi nel 2011 per il programma RETIF (Répertoire des tableaux italiens des collections publiques françaises).Fa parte del comitato scientifico di « Arte Veneta », « ArtItalies », « Studi tizianeschi », ed è socia dell’Ateneo Veneto.
E’ presidente del Consiglio Scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.

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Aldo De Vidal: sui sentieri della vita

MATTEO DA DEPPO

Aldo De Vidal: sui sentieri della vita.  Presentazione del catalogo della mostra

Martedì 10 agosto ore 18.00
Taulà dei Bos- Cibiana di Cadore

Una delle personalità più interessanti del secondo Novecento è il pittore cadorino Aldo De Vidal, artista capace di indagare e trasmettere l’ambiente della montagna, fatto di uomini e tradizioni, di lotte e di drammi, di natura e di sogni, contrastando sempre il pensiero della montagna mitizzata e sublime, consapevole che l’ambita cima è un elemento effimero e casuale, generato dalla creazione del lungo processo distruttivo.  Aldo, come molti montanari del suo tempo, raramente superava le quote superiori al limite dei boschi e delle praterie degli alpeggi, e in questo ambiente ha compreso che nulla c’è di eterno nella montagna, la vita è peritura come tutto ciò che è terrestre, e solo il tempo diversifica l’esistenza di un monte da quella di un essere vivente. Appare, in altre parole, che il montanaro abbia dimenticato il proprio ruolo e soprattutto abbia cancellato millenni di conoscenza diretta del territorio.  L’esperienza di vita e di arte di Aldo De Vidal offre una possibilità di riflessione sulla storia del Novecento.  Dalla nascita nel 1912 fino alla morte nel 2006, ha vissuto intensamente il suo tempo, acquisendo una sensibilità del tutto particolare e questa particolarità nell’estate 2021 è evidente all’interno di una mostra in tre sezioni con relativo catalogo.

Matteo Da Deppo, laureato in storia dell’arte all’Università di Padova é collaboratore nel progetto di catalogazione dei beni ecclesiastici della Curia di Belluno. Dal 2012 dirige i Musei della Magnifica Comunità di Cadore, per la quale coordina eventi culturali e realizza mostre. Svolge attività di ricerca mirata alla valorizzazione della storia e del patrimonio locale. Collabora con il mensile Il Cadore e con Tele Belluno per la promozione della conoscenza dell’arte locale.

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Carpaccio e la Scuola Dalmata

EVENTO SAVE VENICE

GABRIELE MATINO e VALENTINA PIOVAN

Carpaccio e la Scuola Dalmata

Lunedì 9 agosto ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore

Nel 1502 Vittore Carpaccio consegnò la Vocazione di San Matteo alla Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, una confraternita di devozione fondata dalla comunità dalmata residente a Venezia. Il recente restauro del dipinto, finanziato da Save Venice Inc. ed eseguito da Valentina Piovan, offre l’occasione di riesaminare la tela e riconsiderarne l’iconografia. Alla luce di nuovi dati documentari e visivi, Gabriele Matino dimostrerà nel suo intervento come Carpaccio dipinse l’esattore biblico Matteo nelle vesti di un banchiere veneziano e non, come spesso sostenuto dalla critica, in quelle di un usuraio ebreo. Inoltre, attraverso una rilettura ravvicinata della tela, verrà proposto come Carpaccio e i suoi committenti decisero di raffigurare il momento che precedette, piuttosto che quello che seguì, la scelta di Matteo di seguire la chiamata di Cristo.

Nel corso dell’incontro Valentina Piovan tratterà de Il restauro del ciclo dei teleri Vittore Carpaccio alla Scuola Dalmata: una metodologia di intervento tra ricerche, confronti, ipotesi e nuove scoperte.
Il contributo verterà sul restauro promosso da Save Venice Inc. che da settembre 2019 sta interessando le opere di Vittore Carpaccio realizzate per la Scuola Dalmata di Venezia tra il 1502 e il 1511.
L’intervento Si soffermerà sulla metodologia impiegata con l’obiettivo di conoscere la tecnica esecutiva e il procedimento di composizione di ciascuna opera. Si dimostrerà, riferendosi in  particolare alla Vocazione di San Matteo e alla Visione di Sant’Agostino, come il metodo di studio utilizzato basato sulla rilettura delle fonti storiografiche fino ai nostri giorni e sui dati delle indagini diagnostiche, fisiche e chimiche, condotte prima dell’intervento e approfondite durante il restauro ed il loro confronto con le ricerche sulla storia conservativa permettano ora, grazie all’attuale restauro, di guardare le opere anche alla luce degli interventi eseguiti nel tempo e di disporre di nuove ed inedite conoscenze sui materiali costitutivi e sul processo creativo. Saranno resi noti alcuni dettagli inediti che potranno avvalorare ipotesi o riferire nuove scoperte, utili per favorire un ulteriore studio storico artistico del ciclo.

Gabriele Matino si è laureato all’Università Ca’ Foscari (2008) e ha conseguito il Ph.D. in Art History alla University of Nottingham (2014). Ha insegnato alla University of Nottingham (2013-14) e alla University of York (2018-19), e ha partecipato a convegni nazionali e internazionali. Tra le borse di studio ricevute ci sono la 3-year European Union Research Scholarship (2009) e la Gladys Krieble Delmas Foundation Grant for Independent Research in Venice and the Veneto (2014). Come Curatorial Fellow di Save Venice ha curato la mostra Arte, fede e medicina nella Venezia di Tintoretto (2018-19), e sempre come borsista di Save Venice (Research Fellow) ha pubblicato assieme a Prof. Patricia Fortini Brown il volume Carpaccio a Venezia. Itinerari (2020). Più recentemente ha curato assieme a Dorit Raines gli atti di convegno Una chiesa al centro della città. San Polo tra devozione, arte e feste popolari (2021). Gabriele è co-curatore, assieme a Frederick Ilchman, Robert Echols e Andrea Bellieni, della mostra Venetia 1600. Nascite e Rinascite che aprirà al Palazzo Ducale di Venezia il 4 settembre 2021.

Valentina Piovan, restauratrice specializzata ICR e storica dell’arte specializzata presso Università degli Studi di Udine, collabora con Enti pubblici e Fondazioni private. Ha eseguito restauri su importanti opere e su diversi materiali. Tra i più rilevanti il restauro dei dipinti murali di Giotto e degli arredi lignei nella Cappella Scrovegni di Padova, della cui manutenzione annuale è responsabile operativa. Da poco ha ultimato il restauro della grande tela di G.B. Tiepolo, Santa Tecla, del Duomo di Este (PD), a forma concava, gli affreschi di Tomaso da Modena e delle tavolette lignee del Capitolo del Seminario Vescovile di Treviso. Attualmente è impegnata nel restauro del ciclo di Vittore Carpaccio della Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone a Venezia e del telero La cena di San Gregorio Magno di Paolo Veronese del Santuario di Monte Berico.

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Alle origini del "Rifabbrico": l'incendio del 1845 e la ricostruzione di Padola

VIVIANA FERRARIO

Alle origini del “Rifabbrico”: l’incendio del 1845 e la ricostruzione di Padola

Domenica 8 agosto ore 21.00
Museo della Cultura Alpina Ladina del Comelico – Sala della Regola di Padola di Comelico Superiore

Con il termine «Rifabbrico» si indica un processo di profonda trasformazione territoriale che ha interessato il Cadore e il Comelico nella seconda metà dell’Ottocento. Gli antichi villaggi, un tempo quasi del tutto in legno, vennero completamente ricostruiti in muratura, sulla base di nuovi piani urbanistici ispirati a principi di decoro urbano e igiene pubblica: l’antica tradizione costruttiva venne quasi del tutto cancellata. La forma urbana Cadore e del Comelico di oggi è in gran parte il risultato di quella ricostruzione.

Esaminando il caso dell’incendio di Padola, avvenuto il 22 ottobre 1845, da dove il Rifabbrico ha avuto inizio, la relatrice accompagnerà il pubblico in un viaggio nella storia e nella geografia di un Comelico lontano nel tempo ma ancora vicino e riconoscibile nello spazio.

Viviana Ferrario, dottore di ricerca (Iuav 2007), master europeo (EPFL 1998), è professore di Geografia del paesaggio presso l’Università Iuav di Venezia, Dipartimento di Culture del Progetto. Dal 2017 è membro del collegio docenti del Dottorato in Studi storici, geografici e antropologici, Università degli Studi di Padova, Università Ca Foscari. Ha tenuto corsi, lezioni e seminari in diverse università italiane ed europee.
Attiva da oltre dieci anni nel campo dei landscape studies, si occupa di trasformazioni del paesaggio legate all’urbanizzazione, all’evoluzione delle pratiche agricole, allo sviluppo delle energie rinnovabili, ai processi di patrimonializzazione (paesaggi rurali storici, edilizia rurale tradizionale). Ha dedicato particolare attenzione al territorio alpino e alla dispersione insediativa nella pianura padana. Su questi temi è stata relatore in numerosi convegni nazionali e internazionali e ha pubblicato più di 100 titoli tra articoli e saggi, in Italia e all’estero.
Ha maturato un’ampia esperienza nell’ideazione, coordinamento e partecipazione a progetti di ricerca nazionali e internazionali su bando, e progetti europei di cooperazione territoriale. Co-coordina il clusterlab Paesaggi culturali – CULTLAND dell’Università Iuav di Venezia, nell’ambito del quale è attualmente impegnata in diversi progetti di ricerca sul recupero dell’edilizia e del paesaggio rurale, sui nuovi paesaggi viticoli, sui processi di patrimonializzazione nelle Dolomiti. Ha coordinato l’unità di ricerca italiana del progetto internazionale di ricerca “Ressources paysagères et ressources énergétiques dans les montagnes sud-européennes. Histoire, comparaison, expérimentation ».
Consulente della Regione del Veneto nell’ambito del Piano territoriale Regionale di Coordinamento (Atlante degli ambiti di paesaggio, 2009; Documento per la pianificazione paesaggistica, 2013) e della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna (vestizione dei vincoli dell’ambito di paesaggio Arco Costiero, 2019-20).
Membro del Consiglio scientifico della Biblioteca Internazionale “La Vigna” di Vicenza.
Presidente della Fondazione Comelico Dolomiti – Centro Studi Transfrontaliero, fondazione di diritto privato in controllo pubblico, con scopi statutari di sviluppo locale e valorizzazione delle culture di minoranza (Fondatori: Regione del Veneto, Provincia di Belluno, Unione Montana Comelico).
Delegata del Rettore dell’Università Iuav di Venezia e membro dello Scientific Commitee della Alps-Adriatic Rectors’ Conference – AARC.
Rappresentante dell’Università Iuav di Venezia – Dipartimento di Culture del Progetto, presso l’Associazione Scientifica Rete Montagna – Alpine Network.
Rappresentante della Fondazione Univeneto nel Comitato Tecnico-Scientifico Regionale degli Ecomusei del Veneto.

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Giole Gusberti e Carlo Rossi - Concerto per violoncello e clavicembalo

Giole Gusberti e Carlo Rossi

Concerto per violoncello e clavicembalo

Musiche di Scarlatti, Marcello, Vivaldi, Mussat e Bach

Venerdì 6 agosto ore 21.00
Forte di Monte Ricco – Pieve di Cadore

Sonorità affascinanti con questi due strumenti che eseguiranno sonate del periodo barocco italiano, francese e tedesco, cominciando con la scuola napoletana di Scarlatti, la scuola veneziana con Marcello e Vivaldi per arrivare poi a Muffat in Francia e al grande tedesco J.S. Bach, utilizzando l’intonazione antica degli strumenti originali.

Gioele Gusberti
Cremonese, dopo il diploma con Enrico Contini presso il Conservatorio “A. Boito” di Parma ha studiato violoncello barocco & classico con Claudio Frigerio prima quindi ha concluso la laurea specialistica con Gaetano Nasillo presso il Conservatorio “G. Cantelli” di Novara e ha quindi frequentato i corsi di perfezionamento con Alain Gervreau, Mauro Valli, Alessandro Palmeri e con Stefano Vegetti. La sua intensa attività si articola principalmente in ambito cameristico collaborando con vari Ensemble fra i quali “Academia Montis Regalis”, “Milano Classica”, “Cenacolo Musicale”, “Stagione Armonica”, Concerto de’ Cavalieri, Auser Musici, Modo Antiquo ed Ensemble “Il Continuo” (del quale dal 2008 ne è anche direttore artistico).
Ha collaborato in veste di primo violoncello con vari direttori tra i quali T. Koopman, D. Gutknecht, A. De Marchi, E. Höbarth, L. Ghielmi, S. Balestracci, G. Capuano, F. M. Sardelli. Numerosi i Concerti, molti dei quali in veste solistica, in sedi e Festival di prestigio, oltre che tournée in Europa e Giappone; all’attività concertistica si affiancano premiate incisioni discografiche pubblicate per Discantica, Bongiovanni, Tactus, Velut Luna, Hyperion, Amadeus, Brilliant, Urania Records, Sony.
Tra i dischi a solo ha registrato per Tawa International, in prima esecuzione le dodici sonate del “Trattenimento Musicale” di D. Galli (disponibili su youtube); per L. C. Centaurus ha inciso “Eight Duetts for Two Violoncellos” di Giovanni Battista Cirri, XII Sonate per Violoncello e Basso Continuo di Giovanni Battista Somis e le Sonate di Silvio Domenico Passionei (tutte le incisioni sono world premiere recording).
L’interesse per il recupero della prassi esecutiva storica su strumenti originali, lo ha portato a pubblicare booklet per incisioni discografiche oltre che risultare coordinatore di pubblicazioni musicologiche e trascrizioni di musica inedita per vari ensemble nazionali ed europei.
Per Musedita ha curato la prima edizione moderna del Trattenimento Musicale sopra il Violoncello [1691] di Domenico Galli e delle Arie da Suonare col Violoncello e Spinetta ò Violone di Giulio Taglietti [1711] mentre per Diastema (che nel settembre 2014 lo ha inserito nel proprio comitato scientifico) ha curato la pubblicazione degli atti del convegno “Emanuele Muzio allievo prediletto di Verdi” e “Anegelo Frondoni il Verdi di Busseto” nonché la trascrizione dell’opera omnia di Bruno Pasut; sta curando l’edizione critica del trattato “Il violoncello. Il violoncellista ed i violoncellisti” di Luigi Forino e per il 2020 sarà edita una raccolta di tre componimenti per violoncello e orchestra (d’archi). Per Armelin-Padova ha editato (marzo 2016) un volume dal titolo “11 trascrizioni per Ensemble di Violoncelli a 3 & 4 parti” (con la presentazione di Giovanni Gnocchi) che ha ricevuto positive recensioni da parte della critica specializzata. Ha tenuto diversi seminari come relatore e collabora dal 2008 con la rivista specialistica Archi Magazine di Roma per la quale ha curato saggi, articoli, interviste e recensioni.
Per la sua attività di ricerca e promozione artistica ha ricevuto dal Comitato per l’European Enterprise Day [2015 e 2016] il riconoscimento per i Valori dell’Imprenditoria Artistica.
Da diversi anni svolge attività didattica sia per il violoncello che per la musica da camera presso diverse istituzioni musicali pubbliche e private ed è ideatore, insieme a Marcella Ghigi ed Alfredo Trebbi del Corso “Arcus Sapientes” volto ad una nuova metodologia dello studio dello strumento ad arco. All’interno di questo format oltre a corsi di violoncello e contrabbasso, affianca laboratori di consapevolezza corporea, presenza scenica, concetti base di liuteria, seminari storico-didattici.
Suona violoncelli del del M.° liutaio Christian Guidetti, Locarno ed un violoncello piccolo della collezione “Mario Maggi” di Cremona.

Carlo Steno Rossi
Continuista, concertatore, direttore. Ha conseguito il diploma di Pianoforte presso il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste ed il diploma in Clavicembalo presso il Conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento con il massimo dei voti. Successivamente, ha frequentato la Schola Cantorum di Basilea al fine di approfondire l’esecuzione con criteri filologici della musica antica e barocca, con particolare attenzione al repertorio per clavicembalo, organo e fortepiano. Tiene costantemente concerti sia come solista all’organo ed al clavicembalo che come continuista con diverse orchestre ed ensemble specializzate nell’esecuzione di musica antica e barocca su strumenti originali partecipando a Festival e Stagioni concertistiche nazioniali ed internazionali in Italia ed all’estero (Germania, Svizzera, Austria, Polonia). Costante è la collaborazione con l’ensemble La Stagione Armonica diretta da Sergio Balestracci con il quale suona anche in Duo. Ha partecipato in qualità di continuista alla realizzazione di prime esecuzioni in tempi moderni di varie opere ed oratori (Atenaide di A. Vivaldi – Radio Rai 3; Marc’antonio e Cleopatra di J.A. Hasse – Rai 5; L’Olimpiade di B. Galuppi – DVD Dynamic; Vespro della Beata Vergine di O. Tarditi – Radio Rai 3; La Passione di Gesù Cristo Oratorio per Soli, Coro e orchestra di F. Paër – CD CPO). All’attività concertistica affianca quella di trascrittore e revisore di partiture di opere, oratori e musica strumentale (L’Olimpiade di B. Galuppi ed Il Crociato in Egitto di G. Meyerbeer per la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e La Cecchina di Niccolò Piccinni per la Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo (2011) ed il Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso (2017). Ha realizzato anche l’edizione moderna di numerose partiture tra cui i componimenti drammatici Amor Prigioniero di Luca Antonio Predieri e di G. Bonno ed il Dialogo tra la Vera Disciplina ed il Genio di Antonio Caldara, che ha diretto in prima esecuzione nei tempi moderni con Venetia Antiqua Ensemble nell’ambito delle Stagioni di Musica Barocca organizzate da Venice Music Project (Chiesa di San Giovanni Evangelista a Venezia – 2015 e Chiesa Anglicana di San Giorgio a Venezia – 2017). Ha curato nel 2017, per conto de I solisti Veneti, l’edizione moderna del mottetto “Tuba, tympana cantate” di F. Bertoni eseguito nell’ambito del Veneto Festival 2017. Nel 2018, infine, ha realizzato la trascrizione moderna della “Missa Commemorationis” (1729) per Soli, Coro e orchestra di Antonio Caldara, che ha poi diretto nella Cattedrale di Cremona con l’ensemble “Il Continuo”. Ha registrato in varie occasioni concertistiche per Radio Rai 3 e Rai 5 e per le etichette discografiche CPO e Dynamic. In aprile 2018 è uscito per l’etichetta Deutsche Harmonia Mundi-SONY il CD Responsories for Holy Week di Alessandro Scarlatti (con la registrazione anche di vari brani solistici all’organo) con l’ensemble La Stagione Armonica diretto da Sergio Balestracci.
All’attività concertistica affianca quella di trascrittore e revisore di partiture di opere, oratori e musica strumentale tra le quali, ad esempio, L’Olimpiade di B. Galuppi (assieme al musicologo Franco Rossi), Il Crociato in Egitto di G. Meyerbeer (opera inaugurale della Stagione Lirica 2007) su incarico della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e La Cecchina di Niccolò Piccinni su incarico della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo. Nel 2015 ha realizzato l’edizione moderna dei componimenti drammatici Amor Prigioniero di Luca Antonio Predieri e di Giuseppe Bonno su libretto di Metastasio, che ha anche diretto in prima esecuzione assoluta presso la Chiesa di San Giovanni Evangelista a Venezia. E’ laureato in Economia e Commercio presso l’Università Cà Foscari di Venezia.

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Il punto su Cesare Vecellio nel quinto centenario della nascita

GIORGIO REOLON

Il punto su Cesare Vecellio nel quinto centenario della nascita: studi recenti e una nuova monografia

Giovedì 5 agosto ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore 

Tra i parenti di Tiziano che si cimentarono nella pittura, Cesare – cugino di secondo grado – è quello che ha ricevuto maggior attenzione critica e riscosso più fortuna e successo, grazie soprattutto alla pubblicazione del trattato illustrato sui costumi del mondo, Habiti antichi et moderni. Quest’anno ricorre il presunto quinto centenario della nascita: l’anno 1521 si ricava dall’atto di morte, datato 1601, in cui si afferma che il pittore morì a 80 anni.

In questi ultimi due decenni, dopo l’uscita della monografia realizzata dalla Provincia di Belluno e curata da Tiziana Conte nel 2001 in occasione del quarto centenario della morte, sono stati pubblicati numerosi studi che hanno contribuito a fare più luce su alcuni aspetti della sua attività, come il suo ruolo nella bottega tizianesca e la produzione grafica e incisoria.

Giorgio Reolon da oltre 10 anni sta approfondendo questa poliedrica figura di artista. Recentemente, con Flavio Vizzutti, ha scritto un denso saggio, in corso di pubblicazione nella rivista “Archivio storico di Belluno Feltre Cadore”, dal titolo “Aurei et honores”. Simboli, cerimoniale, costumi e arti applicate nella pittura di Cesare Vecellio, in cui emerge la variegata e ramificata cultura antiquario-umanistica dell’artista. Il Vecellio si dimostra attento, sul piano culturale e simbolico, al dettaglio vestimentario e di apparato, coerentemente con i significati e la destinazione dell’opera finalizzando lo studio del passato all’elaborazione di un originale presente. La puntualità nell’evidenziare tali specificità è innanzitutto alimentata dalle richieste della committenza aristocratica, nonché dal risultato di una ricerca storica e iconografica ampia e diversificata.

La conferenza vuole fare il punto sugli studi recenti di Cesare Vecellio, segnalando novità e spunti di riflessione e ricerca, e sarà l’occasione per presentare una nuova monografia sul pittore, a firma di Giorgio Reolon, pubblicata dalla casa editrice padovana “Il prato” nell’ambito della collana Le arti della Serenissima: i Grandi Minori della Repubblica Veneta. Questa nasce con l’intento di promuovere la conoscenza di artisti che hanno lavorato sul territorio della Serenissima dalla sua fondazione fino alla sua caduta, poco noti al grande pubblico. Tali autori sono spesso oggetto di studi specialistici che conoscono scarsa diffusione al di fuori dell’ambito scientifico. Le loro opere, tuttavia, sono importante testimonianza di una diffusa produzione artistica sul territorio che si pone sempre in dialogo con i grandi capolavori della storia dell’arte. I volumi di questa collana vogliono offrire uno strumento di conoscenza di questi artisti in un formato agile e tuttavia completo, agevole nella lettura e approfondito nei contenuti fondamentali, utile sia all’appassionato che allo studioso.

Giorgio Reolon, nato a Belluno, ha studiato all’Università Ca’ Foscari di Venezia laureandosi in Conservazione dei beni culturali e, nel 2010, in Storia delle arti e conservazione dei beni artistici discutendo una tesi su Cesare Vecellio con relatrice la prof.ssa Doretta Davanzo Poli. È docente di ruolo di Storia dell’arte presso il liceo classico di Vittorio Veneto. Come storico dell’arte studia in particolare la pittura veneta del Rinascimento ma i suoi scritti – pubblicati su riviste scientifiche, atti di convegno, volumi – spaziano dal Medioevo all’Ottocento. Fa parte del comitato scientifico del Museo diocesano di Feltre nonché della redazione della rivista “Archivio storico di Belluno Feltre e Cadore”.

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