Il viaggio ...

Il viaggio …

Albrecht Dürer, Autoritratto con guanti, 1498, Museo del Prado, Madrid 

Il viaggio come conoscenza e come scambio di esperienza, come pratica per affinare la propria visione e del fare pittorico. In tal modo il pittore tedesco Albrecht Dürer concepiva l’esperienza di viaggio in un momento storico nel quale non si conosceva in concetto attuale di viaggio.

Lo dimostra l’esposizione della National Gallery di Londra intitolata Dürer’s Journeys: Travels of a Renaissance Artist, dedicata al grande artista tedesco, che ricostruisce il clima culturale dei grandi centri rinascimentali europei visitati dal grande artista. L’epoca nella quale Dürer vive è caratterizzata da grandi sconvolgimenti religiosi, politici ed economici: dalla Riforma di Lutero, alla scoperta dell’America, alla rivoluzione globale della conoscenza dovuta all’introduzione della stampa.

In tale clima di cambiamento epocale il viaggio diviene una necessità di confronto culturale, così Dürer dalla sua Norimberga si sposta per l’Europa e due volte è in Spagna e altrettante in Italia. I due soggiorni a Venezia, il primo dal 1494 al ’95, il secondo dal 1505 al 1507, saranno l’occasione per conoscere i principi del Rinascimento, le proporzioni classiche e lo studio dell’anatomia e naturalmente la tecnica del colore e del disegno. Frequenta la bottega di Giovanni Bellini, scambia disegni con Raffaello, con grande interesse studia Leonardo e Luca Pacioli. Raffina la tecnica dell’incisione, studia i gesti e le espressioni che rapporta al Rinascimento tedesco.

Dalle opere e dai documenti in mostra emerge un Dürer estremamente moderno, affascinante e magnetico, dalle mille sfaccettature, sicuro di sé, profondamente colto, sempre interessato ad apprendere per alimentare la propria creatività. Per quanto raccoglie dai suoi molti viaggi tra Paesi Bassi, Svizzera, Spagna e Italia, viene considerato un artista europeo, come del resto aveva già evidenziato Bernard Aikema nella mostra di Milano nel 2018 “Dürer e il Rinascimento, tra Germania e Italia”. Una vita, quella di Dürer, in viaggio verso la modernità.


Il Depot di Rotterdam, un museo sovversivo

Il Depot di Rotterdam, un museo sovversivo

Depot Boijmans Van Beuningen,  Rotterdam  © https://www.boijmans.nl

Rotterdam è tra le città che più di ogni altra persegue la sostenibilità: da sempre abituata alla povertà delle sue risorse e all’innalzamento del mare, il più grande porto d’Europa si sta attrezzando al cambiamento climatico puntando sulla ricerca e innovazione tecnologica. Espressione di tale visione è il Depot Boijmans Van Beuningen appena inaugurato come parte integrante del principale museo della città, che conserva opere dal Medioevo a oggi.

Il Depot, al cui interno sono state trasferite 151.000 opere, nasce a fianco del museo storico con l’esigenza duplice di essere deposito ma anche luogo di visita per poter esporre il 92% del suo patrimonio prima nascosto nei magazzini.

La sua forma circolare che si allarga verso l’alto come un grande vaso alto 40 metri e largo 60, si contrappone allo ski line della città che si riflette nei pannelli a specchio dell’edificio in uno spettacolare e sapiente gioco di effetti illuminotecnici.

I percorsi tradizionali su sei piani sono sovvertiti e così la funzione museale, tanto da segnare una svolta storica nell’architettura museale. E’ un deposito che diventa luogo di conservazione e al contempo di esposizione, offrendo percorsi inediti. Le opere sono conservate secondo il criterio della qualità della conservazione con un microclima legato ai materiali con cui sono realizzate le opere.

Pertanto non viene seguito l’ordine cronologico o stilistico e capita di vedere un’opera di Magritte a fianco di una tela cinquecentesca. Per non alterare il microclima in ogni area sono ammessi 12 visitatori per 12 minuti ogni ora. Il visitatore ammirerà lo spettacolo espositivo che si svolge non solo sul palcoscenico, ma vedrà anche il suo backstage e potrà seguire in diretta il restauro di un’opera.

All’interno del Depot con un solo colpo d’occhio si vedono i piani collegati da un sistema di scale incrociate, così da offrire al pubblico diverse prospettive di lettura delle opere.

Naturalmente il sistema ad energia solare e geotermica riscalda la struttura, mentre sul tetto vi è a sorpresa di un boschetto di betulle e pini che delimitano la terrazza panoramica e contestualizzano il ristorante stellato Renilde.

Il progetto è firmato dallo studio pluripremiato MVRDV, mentre il costo della sua realizzazione ammonta a 94 milioni di euro, provenienti dal settore pubblico e privato, comprese le piccole donazioni di cittadini qualsiasi, che hanno affiancato il Comune di Rotterdam. Si prevede che accoglierà 250 mila visitatori l’anno che condivideranno un’esperienza emozionante e intima.


Venezia a Vienna

Venezia a Vienna

Jacopo Robusti, detto Tintoretto (1518?-1594), Venere, Marte e Cupido  

Un file rouge congiunge Vienna con Venezia: se il Kunsthistorisches Museum celebra i suoi 130 anni della fondazione con una mostra su Tiziano e i suoi contemporanei, anche la casa d’aste viennese Dorotheum dedica molta attenzione agli artisti veneziani. Infatti tra il 9 e il 10 novembre andranno all’incanto opere di grandi pittori. Tra gli Old master andrà in asta Venere, Marte e Cupido, un olio su tela di Jacopo Tintoretto. In catalogo vi è una veduta di S. Giorgio Maggiore con la punta della Salute, opera di Francesco Guardi. Inoltre per la serie dei dipinti dell’800 si segnala Il doge Francesco Morosini che lascia Venezia per combattere i turchi, di Luigi Querena. A rafforzare la collaborazione culturale tra le due città, in cambio della Vecchia di Giorgione prestata alla mostra del Kunsthistorisches Museum, arriverà alle Gallerie dell’Accademia il Bravo di Tiziano.
https://artslife.com/2021/10/22/dorotheum-celebra-venezia-in-una-serie-di-aste-dedicate-allarte-antica/


Vienna in festa con Tiziano

Vienna in festa con Tiziano

Violante, Tiziano Vecellio, 1515 ca, Kunsthistorisches MuseumVienna 

Il Kunsthistorisches Museum di Vienna festeggia il suo 130° anniversario di vita. Il museo, inaugurato dall’imperatore Francesco Giuseppe il 17 ottobre 1891, celebra la ricorrenza con una mostra dedicata a Tiziano, e ai suoi coevi Lotto, Veronese, Tintoretto e Paris Bordone.

L’esposizione, Le donne di Tiziano, curata da Sylvia Ferino Pagden, ha come tema la rappresentazione della donna nella società veneziana del Cinquecento.

«Per la prima volta – interviene sul Giornale dell’arte Sylvia Ferino Pagden – una mostra viene dedicata al tema della donna in Tiziano e nella pittura veneziana del Cinquecento, evidenziando la centralità della figura femminile nel contesto artistico, storico, culturale e sociale del tempo. Un argomento che in passato è stato presentato solo in singole sezioni di diverse esposizioni»

Ad affiancare le opere conservate al KHM arrivano dal Prado, dagli Uffizi e dall’Ermitage i capolavori che evidenziano l’innovazione portata dal grande pittore, che ha saputo dare alle donne raffigurate una nuova bellezza, sia intellettuale, che erotica.

I dipinti esposti sono 66, di cui 31 di Tiziano e da febbraio la mostra, in forma diversa, sarà ospitata a Palazzo Reale a Milano.


Il pittore del '600 Giuseppe Diamantini: dalle Marche al Comelico

LETIZIA LONZI

Il pittore del ‘600 Giuseppe Diamantini: dalle Marche al Comelico

Domenica 22 agosto ore 18.00
Museo Algudnei – Dosoledo di Comelico Superiore


 

Letizia Lonzi parlerà della tela cadorina, in prestito a Fossombrone (PU) per la mostra “Giuseppe Diamantini, pittore e incisore, tra le Marche e Venezia” (dal 31 al 17 ottobre 2021).
Il poco noto dipinto conservato ora nei depositi di una chiesa minore del Comelico (Alto Cadore, Belluno) ritrae la biblica Bethsabea alla fonte mentre, assistita dalle ancelle, seminuda, sta facendo il bagno, secondo quanto è narrato nel II libro di Samuele e nel I libro dei Re.
La tela, ascrivibile ai modi di Giuseppe Diamantini, si custodisce ora in ambito ecclesiastico ma proviene dalla collezione privata di un cadorino con forti legami con Venezia.

Letizia Lonzi
Laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Udine, ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca alla Scuola Dottorale interateneo in Storia delle Arti di Verona-Venezia con un progetto sui Vecellio.
Collabora con la Diocesi di Belluno-Feltre come catalogatrice e membro del Comitato Scientifico del Museo Diocesano di Feltre, con la rivista “Archivio Storico Belluno Feltre Cadore” e con altre istituzioni museali e culturali dedicando i suoi studi alla pittura, alla scultura e all’oreficeria di ambito bellunese. Svolge attività come Operatore del Turismo Religioso e come collaboratore della Magnifica Comunità di Cadore per le attività culturali del progetto “Itinerari in rete”. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni su riviste scientifiche: ha recentemente curato il decimo volume della Collana Tesori d’arte sull’altare a battenti di Pieve di Cadore per conto della Provincia di Belluno.

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Concerto per violino e pianoforte

MATTIA TONON E ALESSANDRO SEGRETO

Concerto per violino e pianoforte
Musiche di Mozart, Saint Saens, Reger

Sabato 21 agosto ore 21.00
Auditorium Cos.mo Pieve di Cadore

L’idea del concerto nasce accostando tre “ninna nanna” composte tra Parigi e Vienna e pensando alla commistione tra queste due città: è proprio a Parigi che viene scritta la sonata di Mozart KV 304 proposta in apertura; si prosegue con la sonata per pianoforte e violino op. 100 del compositore Viennese Brahms e la sua celeberrima Ninna nanna trascritta per violino e Pianoforte trascritto da F. Hermann (Ed. Schott); si ritorna poi a Parigi con la Ninna Nanna per violino e pianoforte di Saint-Saëns (celebrando così anche il centenario dalla sua morte). Si conclude con la Ninna Nanna di Max Reger, composta a Vienna agli albori del ‘900 alla quale seguono una “Burla” ed un “Capriccio” dal carattere vivace e virtuosistico.

Mattia Tonon – Violino
Si diploma in Violino con il massimo dei voti e la lode presso il conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste sotto la guida di G. Nadai. A soli quattordici anni supera la selezione per la “Internationales Jugendsinfonieorchester” producendo con loro a Brema il suo primo CD; nello stesso anno debutta come solista nella chiesa della Pietà di A. Vivaldi a Venezia con l’orchestra dei Virtuosi di Venezia. Ha vinto numerosi premi come violinista nei concorsi di: Verucchio (RN), S. Bartolomeo al Mare (IM), Scopello (VC), Manerbio (BS), Treviso, Schio (VI). Approfondisce il repertorio solistico con M. Quarta ed U. Ughi e la musica da camera frequentando i corsi a Duino con il Trio di Parma ed il Trio di Trieste. Dopo il diploma si perfeziona con il M° F. De Angelis all’Accademia del Teatro Alla Scala di Milano, collaborando con l’orchestra fino al 2015 e partecipando a recite e concerti nel cartellone del più prestigioso Teatro di Milano ed a tournée in Europa, America ed Asia. Dal 2011 al 2013 lavora nel festival “Uto Ughi per Roma” eseguendo diversi concerti anche da solista nelle sale da concerto e nei luoghi più prestigiosi della capitale. Nel 2020 pubblica con la casa editrice svizzera Pizzicato Verlag Helvetia un suo arrangiamento per violino e orchestra d’archi delle due sonate Tartiniane “Didone Abbandonata” e “Trillo del Diavolo”. Suona un violino P. Sbrighi (Rimini, 1994, Ex P. Polloni). La sua passione per meccanismi lo ha portato a diventare dottore magistrale in ingegneria, tuttavia senza mai esercitare questa professione.

Alessandro Segreto – Pianoforte
Si diploma con il massimo dei voti presso i Conservatori “Vivaldi” di Alessandria (classe del prof. M. Paderni, studiando nel contempo composizione) e “B.Marcello” di Venezia (II livello, classe della prof.ssa A. Barutti), dove consegue anche l’abilitazione per l’insegnamento del Pianoforte nelle scuole statali.
Si perfeziona presso l’Accademia Ducale di Genova con B. Petrushanskj, B. Bloch, L. Naumov. e, per la musica da camera, D. De Rosa.
Segue la formazione come maestro collaboratore presso l’Accademia del Teatro “Alla Scala” di Milano e Teatri Spa di Treviso.
Si esibisce in diverse formazioni con strumentisti e cantanti, ospite di importanti stagioni nelle principali città italiane e all’estero (Francia, Portogallo, Svizzera).
Attivo nella musica contemporanea, collabora specialmente con Carla Rebora, incidendo sue composizioni per la VDM Records di Roma.
Nella sua intensa attività di pianista accompagnatore, collabora con l’IMP “Pergolesi” di Ancona e con i Conservatori “Vivaldi” di Alessandria, “Steffani” di Castelfranco Veneto (TV) e “B.Marcello” di Venezia, con l’Accademia della Voce di Torino e con artisti di livello internazionale (tra cui il tenore M. Alvarez).
E’ docente di pianoforte presso il Liceo Musicale “Marconi” di Conegliano (TV).

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L'immagine dell'Altro nel '700 veneziano: i Guardi e le scene turchesche

DULCIA MEIJERS

L’immagine dell’Altro nel ‘700 veneziano: i Guardi e le scene turchesche

Sabato 21 agosto ore 18.00
Chiesa di San Giovanni Battista – Vinigo di Cadore


La pace di Passarowitz del 1718 aveva molto attenuato la paura per l’Impero Ottomano e il fascino dell’Oriente si era andato diffondendo a partire dai primi decenni del ‘700. Conoscere le ‘stranezze’ di popoli delle tradizioni differenti è come viaggiare idealmente in un altro mondo. La bottega di Antonio Guardi, il suo mecenate tedesco, feldmaresciallo Johann Matthias von der Schulenburg, il gusto per l’esotico e la Turcomania nell’Europa del Settecento costituiscono gli ingredienti e il contesto per la commissione dei ‘quadretti turcheschi’.

Dulcia Meijers, ha studiato storia dell’arte e archeologia all’Università di Nimega in Olanda. Dal 1985 è professore di storia dell’arte e storia della cultura al Centro Europeo di Emerson College (Boston) al castello di Well (Olanda), centro del quale è direttore esecutivo dal 1992. Il suo campo di studio è storia dell’architettura e cultura visiva veneta, in modo specifico del Settecento, temi sui quali ha pubblicato vari saggi e curato una mostra internazionale ad Amsterdam (1990). Dulcia Meijers fa parte della commissione di redazione del peer-reviewed  periodico Nederlands Kunsthistorisch Jaarboek (Annuario di Storia dell’Arte Neerlandese).

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Chiese di Venezia. Nuove prospettive di ricerca

GIANMARIO GUIDARELLI

Chiese di Venezia. Nuove prospettive di ricerca


Venerdì 20 agosto ore 18.00

Magnifica Comunità di Cadore –  Pieve di Cadore 

La conferenza intende dare atto delle attività del progetto scientifico “Chiese di Venezia. Nuove prospettive di ricerca”, diretto da Gianmario Guidarelli. Il progetto (www.chiesedivenezia.eu) è nato nel 2010 e dal 2017 è promosso dal Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e sostenuto da Save Venice Inc. “Chiese di Venezia” consiste in un programma pluriennale di convegni pluridisciplinari, focalizzati di volta in volta su una chiesa veneziana e pensati insieme ad un comitato scientifico internazionale e multidisciplinare. In questo modo si intende favorire il concorso di diverse discipline per la comprensione di fenomeni e dinamiche complesse di cui le chiese veneziane, nella loro articolata realtà e nel loro multiforme significato, sono state per secoli elementi catalizzatori. Oltre ad affrontare in modo innovativo lo studio delle chiese veneziane aprendo “nuove prospettive di ricerca”, il progetto raccoglie anche la sfida di raggiungere un pubblico più vasto rispetto a quello specialistico, di cui gli atti, raccolti in una apposita collana editoriale di Viella editore, costituiscono un importante aspetto. Nel corso della conferenza verrà raccontata l’ormai decennale avventura intellettuale collettiva, che si pone come possibile modello collaborativo di studio degli spazi cultuali, anche al di fuori di Venezia, mettendo in luce alcuni dei più importanti risultati ottenuti grazie a questo innovativo approccio metodologico.

Gianmario Guidarelli architetto, Dottore di Ricerca e Ricercatore in Storia dell’architettura presso l’Università di Padova ha collaborato con diverse università ed enti di ricerca nazionali e internazionali, è stato visiting professor presso la Venice International University e visiting research scholar presso la Duke University. E’ direttore del progetto internazionale “Chiese di Venezia. Nuove prospettive di ricerca” e codirettore di “Armonie composte. Seminari sul paesaggio monastico” e di “La città medievale. La città dei frati”. Le sue ricerche sono rivolte alla storia dell’architettura, soprattutto religiosa, tra XV e XVII secolo, con particolare attenzione al rapporto tra dinamiche di cantiere, cultura progettuale e liturgia: ha pubblicato tre monografie sulla Scuola Grande di San Rocco (2004), San Pietro di Castello a Venezia (2015) e su Tintoretto e l’architettura (2019).  Ha pubblicato oltre 100 saggi sull’architettura civile e confraternale veneziana, sulla cattedrale di Napoli, sull’uso delle tecnologie digitali per la storia dell’architettura e della città e sull’architettura degli ordini monastici nel Rinascimento.

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Diletto e moralismo nella grande pittura olandese del Seicento

BERNARD AIKEMA

Diletto e moralismo nella grande pittura olandese del Seicento

Mercoledì 18 agosto ore 18.00
Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore

Nella conferenza, verrà data un’introduzione alla grande, “rivoluzionaria” pittura olandese del Seicento, contraddistinta da una grande varietà di nuove tematiche, che documentano aspetti della vita quotidiana. Resi con un’impressionante realismo, questi dipinti pongono diverse questioni. Per quale genere di mercato o committente furono realizzati? Quale è il senso del realismo di scene d’interni di case borghesi, di taverne, di scorci di paesaggio olandese, di nature morte presenti in ogni cucina dell’epoca? Verranno analizzate le opere e i contesti di questa magnifica produzione artistica attraverso l’opera di Johannes Vermeer, Jan Steen, Jacob van Ruijsdael ed altri.

Bernard Aikema
Laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricerca spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. E’ stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Nel 2017  ha curato la mostra per Palazzo Ducale “Jheronimus Bosch e Venezia” ed è stato supervisore  dell’esposizione “Tiziano, Tintoretto, Veronese”, allestita al  Museo Puskin di Mosca. Nel 2018 ha curato a Palazzo Reale di Milano “Albrecht Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”. Dirige progetti di ricerca internazionali ed è membro dell’Ateneo Veneto e dell’Accademia Europea; è Cavaliere all’Ordine del merito della Repubblica Italiana.

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Le “poesie” di Tiziano: una mostra e un libro

BERNARD AIKEMA E THOMAS DALLA COSTA

Le “poesie” di Tiziano: la mostra della National Gallery di Londra e il libro sul “Venere e Adone”.
Bernard Aikema ne parla con Thomas Dalla Costa

Martedì 17 agosto ore 18.00
Sala Cultura Don Pietro Alverà – Cortina d’Ampezzo

La mostra della National Gallery Titian. Love, Desire, Death, che ha chiuso i battenti lo scorso 21 gennaio, ha riunito per la prima volta in oltre 400 anni la serie di dipinti a soggetto mitologico realizzati da Tiziano per Filippo d’Asburgo (1527-1598) noti come “poesie”. Si tratta di Danae (Londra, Apsley House, Wellington Collection), Venere e Adone (Madrid, Museo del Prado), Perseo e Andromeda (Londra, Wallace Collection), Diana e Atteone e Diana e Callisto (Londra, National Gallery, e Edimburgo, National Galleries of Scotland), e del Ratto d’Europa (Boston, Steward Gardner Museum). Eseguiti tra il 1551 circa e il 1562, i dipinti rappresentano uno degli apici della carriera di Tiziano, nonché una delle serie più influenti della pittura europea. In particolare quello di Venere e Adone è uno dei soggetti più indagati da Tiziano, che ne produsse molte versioni durante la sua carriera, e uno dei amati dagli artisti contemporanei ma anche di epoche successive, fino al Novecento. Un libro recentemente pubblicato con il patrocinio della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore (“Venere e Adone” di Tiziano. Arte, cultura e società tra Venezia e l’Europa, Marsilio 2019) analizza gli aspetti, culturali, sociali, e artistici che contribuirono all’enorme successo di questa iconografia. In questo incontro Bernard Aikema discuterà questi due affascinanti argomenti con Thomas Dalla Costa, autore del volume e assistente curatore della mostra londinese.

Thomas Dalla Costa
Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca nel 2012 presso l’Università di Verona discutendo una tesi che indagava l’organizzazione e i processi operativi della bottega di Paolo Veronese, Thomas Dalla Costa è stato ricercatore e assistente curatore per la mostra “Paolo Veronese. L’illusione della realtà” (Verona, 2014). Nel 2017 ha curato, insieme a Viktoria Markova, la mostra “Venezia Rinascimento: Tiziano, Tintoretto, Veronese” (Mosca, Museo Statale delle Belle Arti “A.S. Puškin”). Autore del volume “Venere e Adone” di Tiziano. Arte, cultura e società tra Venezia e l’Europa (Marsilio, 2019), tra 2019 e 2020 è stato Harry M. Weinrebe Curatorial Fellow alla National Gallery di Londra, dove è stato assistente curatore per la mostra “Titian. Love, Desire, Death”. Il suo principale interesse di ricerca riguarda il processo creativo degli artisti e il ruolo centrale del disegno all’interno delle botteghe rinascimentali veneziane. Ha pubblicato diversi articoli e saggi scientifici dedicati a questo argomento, oltre ad aver contribuito a diverse esposizioni internazionali. Da ormai diversi anni, Thomas Dalla Costa collabora con la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.

Bernard Aikema
Laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricerca spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. E’ stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Nel 2017  ha curato la mostra per Palazzo Ducale “Jheronimus Bosch e Venezia” ed è stato supervisore  dell’esposizione “Tiziano, Tintoretto, Veronese”, allestita al  Museo Puskin di Mosca. Nel 2018 ha curato a Palazzo Reale di Milano “Albrecht Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”. Dirige progetti di ricerca internazionali ed è membro dell’Ateneo Veneto e dell’Accademia Europea; è Cavaliere all’Ordine del merito della Repubblica Italiana.

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