Marx Reichlich, Ritratto di Gregor Angerer, 1519, Innsbruck, Ferdinandeum

BERNARD AIKEMA
Dürer e il Rinascimento nelle Alpi

Martedì 23 luglio 2024
Museo Civico di Palazzo Fulcis – Belluno

Il Castello del Buonconsiglio organizza una grande mostra per festeggiare il centenario della sua istituzione come museo (1924-2024), in ideale continuità con Il Gotico nelle Alpi (2002), la grande retrospettiva dedicata alla tarda età medievale. L’esposizione del centenario dal titolo DÜRER E GLI ALTRI RINASCIMENTI IN RIVA ALL’ADIGE (6 luglio – 13 ottobre 2024) si propone di visualizzare la presenza – fugace ma particolarmente significativa – di Dürer in Trentino con disegni, acquerelli, incisioni e dipinti, evidenziando inoltre come, e in quali modi l’arte di Dürer abbia stimolato gli artisti locali a trovare nuove forme espressive. Il passaggio di Albrecht Dürer in Trentino, avvenuto nel 1494/95, costituisce un episodio di grande rilevanza nella carriera del maestro norimberghese e nelle dinamiche dei rapporti artistici fra la Germania e l’Italia, lasciando tracce non indifferenti nella regione di Trento e nei territori dell’Adige.

Johannes Cochlaeus nella sua Brevis Germaniae Descriptio da Norimberga rammentava nel 1512 che “Trento è la frontiera della Germania verso l’Italia, dove gli abitanti parlano la lingua italiana e la tedesca”. Su questa frontiera, e sugli scambi artistici che ne sono nati durante il Rinascimento.
Partendo dallo spettacolare “caso Dürer”, il progetto intende infatti illustrare nei termini più ampi possibili le origini di quel Rinascimento originale, sui generis, che si sviluppa in Trentino tra 1470 e 1530/40. Tale stile nuovo, o meglio, l’insieme di tali nuovi stili (perché in realtà si tratta di linguaggi di un Rinascimento variegato e diffuso), si realizza in una pluralità di forme grazie a contatti molteplici, che spaziano dall’Italia settentrionale, alla Germania, ma anche alle Fiandre. Il Trentino è sempre stata un’area di transizione fra il mondo tedesco e quello italiano, con la valle d’Adige come grande e primaria via di comunicazione commerciale e culturale fra le regioni a Nord e a Sud delle Alpi. Allo stesso tempo, il Trentino e il Tirolo meridionale vantavano alcune sedi episcopali (Bressanone, Trento) e commerciali (Bolzano) che costituivano realtà urbane di prim’ordine. Per certi aspetti area periferica rispetto alla rete dei principali centri politici ed economici dell’Italia settentrionale e centrale, il Trentino, accoglieva però importanti nuclei urbani, che garantivano le condizioni per lo sviluppo di una sorta di laboratorio per innovative soluzioni artistiche in un’epoca – i decenni attorno al 1500 – di intensa trasformazione artistica e culturale che interessava tutta l’Europa. Ed è in questa doppia prospettiva che la mostra intende presentare le varie espressioni d’arte della regione, non in termini capillari ed esaustivi, ma tramite una serie di “casi” e momenti  ritenuti esemplari dai curatori, che tengono conto delle diversità politiche, culturali ed artistiche proprie della regione.
Un capitolo decisivo è inoltre quello legato al ruolo dell’imperatore Massimiliano I, sovrano per il quale. Dürer prestò servizio. Massimiliano si fece proclamare imperatore proprio il 4 febbraio 1508 a Trento (Choronatio Caesaris) con una sfarzosa cerimonia e il vescovo Neydeck volle che la circostanza fosse ricordata nelle portelle dell’organo di Santa Maria Maggiore dipinte da Falconetto.

L’esposizione è a cura di Bernard Aikema, Laura Dal Prà, Giovanni Maria Fara, Claudio Salsi.

La presentazione della mostra di Trento al Museo Civico di Palazzo Fulcis di Belluno di martedì 23 luglio viene preannunciata come un’occasione di conoscenza. “Un periodo artistico” sostiene Bernard Aikema “di grande interesse, poco noto al grande pubblico, e mai esposto nel suo insieme, che va letto come un altro Rinascimento sorprendente e presentato secondo un’ampia prospettiva geografica e di metodo. Il Trentino – e l’attiguo Tirolo – si configura come tipica zona di passaggio e di periferia, che vede lo sviluppo di nuove forme espressive, spesso di altissima qualità”.

BERNARD AIKEMA. Laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricerca spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. È stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; ha avviato l’attività della Fondazione Tiziano e Cadore impostando i metodi di ricerca del Centro Studi, del quale è stato presidente del Consiglio scientifico dal 2003 al 2020; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Nel 2017 ha curato la mostra per Palazzo Ducale “Jheronimus Bosch e Venezia” ed è stato supervisore dell’esposizione “Tiziano, Tintoretto, Veronese”, allestita al Museo Puskin di Mosca. Nel 2018 ha curato a Palazzo Reale di Milano “Albrecht Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia” e nel 2022, sempre a Palazzo Reale di Milano, “Bosch e un altro Rinascimento” e nel 2024 presso il Castello del Buonconsiglio di Trento, Dürer

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