Beffe e genio del falsario di Venezia
Pietro della Vecchia, Immaginario Autoritratto di Tiziano
(1650 circa), Firenze, Galleria degli Uffizi
Nel supplemento culturale “Robinson”, allegato a “Repubblica” del 9 gennaio corrente, è apparso un articolo che può interessare molto i frequentatori di questo sito: Beffe e genio del falsario di Venezia di Enrico Maria Dal Pozzolo, membro del comitato scientifico della nostra Fondazione e presente con le sue conferenze nelle Estati Tizianesche.
Il tema affrontato, nell’imperversare attuale di fake news, è affascinante nell’illustrare l’attività di Pietro della Vecchia, un pittore/restauratore/periziatore/falsario vissuto nella Venezia della metà del Seicento, quando sul mercato scarseggiavano, o raggiungevano cifre esorbitanti, originali dei grandi maestri. Fake works dunque: della Vecchia si specializzò nell’imitazione di artisti del secolo precedente, Giorgione e Tiziano in particolare, ma anche Palma il Vecchio, Lotto, Bassano, Tintoretto per citarne alcuni, come pure qualche contemporaneo gradito ai potenziali clienti. Se, dal suo punto di vista, non si trattava di mere copie, ma piuttosto di opere “alla maniera di”, in realtà l’immissione sul mercato di questo tipo di produzione provocò non poca ambiguità, a cui contribuiva anche la sua fama di “esperto”, per cui era spesso chiamato a periziare i suoi “falsi”. Era destino che il gioco gli si ritorcesse contro e infatti nell’Accademia privata da lui fondata si produsse una grande quantità di opere “alla Vecchia”, che tuttora compaiono alle aste o nelle collezioni, sotto il suo nome. Si tratta in genere di soggetti misteriosi, da lui inventati, con messa in scena di stregonerie, cabale, sortilegi.
Molti suoi lavori appartengono alle raccolte medicee, attraverso il cardinal Leopoldo suo estimatore, e tra essi si stanno man mano scoprendo i suoi “falsi”. In chiusura Dal Pozzolo, con la sua caratteristica verve critica, elenca alcuni casi emblematici, dal Ritratto di donna già creduto di Bonifacio Veronese, un presunto Autoritratto di Tintoretto o un cosiddetto Autoritratto di Tiziano esposto nel 2019 a Pieve di Cadore e forse, in cauda venenum, il famosissimo Cavaliere di Malta di Tiziano che sarebbe invece uno dei migliori travestimenti di Pietro della Vecchia.
Il contributo si deve a Stefania Mason.