Tiziano a Treviso: il restauro del Cristo Risorto
“Per il fianco del Duomo sopra la Scala del Sacramento è il Salvatore risorgente con cherubinetti sotto a’ piedi”.
Così affermava, nel 1648, il trattatista Carlo Ridolfi autore delle Meraviglie dell’arte ricordando le prime opere attribuibili a Tiziano Vecellio. La facciata interessata dall’affresco affidato a Tiziano nel 1516-1517, è quella di un piccolo edificio posto tra l’abside del Battistero di San Giovanni e il campanile del Duomo di Treviso.
Purtroppo oggi restano poche tracce della decorazione che, già nel 1935, Luigi Coletti definì “pressoché indecifrabile”. Eruditi trevigiani, soprattutto dell’Ottocento, hanno lasciato alcune testimonianze scritte a cui si aggiunge uno schizzo a penna, pur molto sommario, di Giovan Battista Cavalcaselle – conservato presso la Biblioteca Marciana a Venezia – che abbozza la figura e la composizione.
Sulla parete si intravedono il torso, le gambe e il braccio destro. Si può leggere il costato, il perizoma bianco con un piccolo panneggio leggermente svolazzante verso destra e tracce dell’azzurro chiaro del cielo.
Il Cristo Risorto, in piedi forse sul coperchio della sua tomba, doveva apparire come una figura monumentale, presentato in atteggiamento di “eroica maestà”, trionfante sulla morte. La mano sinistra reggeva l’asta con il vessillo crociato, mentre il braccio destro era alzato in segno di benedizione.
Nel 2018 l’Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti di Treviso ha incaricato l’arch. Rossella Riscica, il restauratore Antonio Bigolin e la storica dell’arte Chiara Voltarel di realizzare il progetto di restauro che è stato successivamente approvato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso ed oggi, grazie a un contributo comunale, al supporto di CentroMarca Banca e a CEV Spa, Impresa di Costruzioni Edili di Treviso, partner tecnico che mette a disposizione i ponteggi ed eseguirà gratuitamente gli interventi edili, è possibile aprire il cantiere di restauro affidato alla restauratrice Francesca Faleschini.
Il contributo si deve a Letizia Lonzi