Tiziano e la peste del 1510

Tiziano Vecellio, San Marco in trono (1510-1511), Basilica di Santa Maria della Salute, Venezia

Fin dal VI secolo, Venezia è stata, a causa del porto, tra le città più esposte a epidemie. Fu anche la prima ad attuare una politica di prevenzione, tanto da divenire un modello in Europa. La peste del 1510, tuttavia, non mancò di colpire duramente anche la città; un dramma che venne documentato da molti artisti dell’epoca. Il culto dei santi, praticato nella Serenissima, favorì la committenza di opere di fede legate alla guarigione.

In tale contesto va inquadrato il dipinto realizzato da Tiziano poco dopo il 1510 per la chiesa di Santo Spirito in Isola: San Marco e i Santi. Si tratta di un ex voto per la fine della peste che racchiude molteplici significati, forse commissionata dalla stessa Repubblica. La composizione piramidale è sovrastata da Marco, nel quale si identifica Venezia; alla base in primo piano vi sono i Santi Cosma e Damiano – i medici che curavano i malati senza chiedere retribuzione – nell’atto di indicare le ferite dei Santi Rocco e Sebastiano. Questi ultimi, dei miracolati secondo la tradizione popolare, sono sempre invocati per ottenere la guarigione dalla peste. Il volto di San Marco è in ombra per ricordare il periodo buio portato dalla pestilenza in laguna.

Quando, nel 1656, la chiesa di S. Spirito in Isola fu dismessa, l’ex voto di Tiziano non poteva trovare una collocazione più coerente, che ne rafforza la funzione: la monumentale e scenografica Basilica di Santa Maria della Salute, progettata da Baldassarre Longhena dopo la peste del 1630 come voto solenne per proteggere la città.