Il modello innovativo della Fondazione MUVE
(immagine da Artribune)
La Fondazione gestisce gli undici musei civici di Venezia (tra cui Palazzo Ducale, Museo Correr, Ca’ Pesaro, Palazzo Fortuny) ed è stata costituita nel 2008 dal Comune di Venezia per gestire un patrimonio pubblico con i metodi di un sistema privato, cosicché la razionalizzazione è divenuta il principio che ha permesso di avere un bilancio in utile, tanto da non rendere necessario alcun l’intervento pubblico per la vita della Fondazione MUVE. Per garantire un bilancio in attivo sta sviluppando il settore delle grandi mostre ed ha avviato una collaborazione con i musei del mondo e il successo dell’esposizione su Tintoretto, condivisa con Washington, è un esempio incoraggiante. L’Estate tizianesca nel 2018 ha dedicato un ciclo di conferenze tenute dai curatori delle mostre veneziane presentando in anteprima tutte le iniziative su Tintoretto. Attualmente è in corso a Palazzo Ducale la mostra Da Tiziano a Rubens, che chiuderà il 1° marzo. Vi è esposto Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI, il capolavoro della giovinezza di Tiziano esposto a Pieve di Cadore nel 2013 e il Ritratto di una Dama e sua figlia, sempre di Tiziano. Il ritratto di quest’ultima sarebbe quello della figlia naturale di pittore, Emilia. L’opera è esposta per la prima volta ed è il risultato di un restauro dal quale è emerso il bellissimo ritratto della giovinetta.
Un’altra attività del MUVE, che assicura buone entrate, consiste nell’apertura dei suoi spazi agli eventi privati segnando una crescita costante. Negli ultimi tre anni il suo bilancio è in utile di oltre un milione di euro, una cifra che viene reinvestita nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio e nella sua tutela. Una tutela che ha permesso la messa in sicurezza del sistema di salvaguardia delle opere, così si sono potuti mitigare i danni derivanti dall’ultima acqua alta: i suoi 187 centimetri hanno sì intaccato le strutture dei Palazzi, ma nessuna opera d’arte.